È stato rinvenuto in una miniera di Karowe, nel Botswana a 430 km dalla capitale Gaborone, il secondo diamante grezzo più grande al mondo, con un peso di 2.492 carati, pari a circa 468 grammi. Ad annunciarlo è stata la società mineraria canadese Lucara Diamond, che ha scoperto il diamante tramite tecnologie basate sulla trasmissione dei raggi X (XRT), una tecnica avanzata che consente di isolare le gemme preziose analizzando la loro densità e forma.
Il record mondiale è ancora detenuto dal Diamante Cullinan, scoperto nel 1905 nella Premier Mine in Sudafrica, dal peso di 621,2 grammi pari a 3.106 carati e valutato oltre 400 milioni di dollari. In seguito fu tagliato in 9 gemme di grandi dimensioni e 100 più piccole, che oggi sono parte integrante delle insegne reali britanniche.
La scoperta del diamante grezzo
La scoperta è stata annunciata il 21 agosto 2024 sulla pagina web di Lucara Diamond, la compagnia mineraria che gestisce la miniera di Karowe, situata nel nord-est del Botswana, luogo del ritrovamento del diamante. La pietra grezza pesa 2.492 carati ed è abbastanza grande da riempire il palmo della mano di un adulto. Il valore economico non è ancora stato definito, ma si stima possa raggiungere diverse decine di milioni di dollari americani.
"Siamo entusiasti della scoperta", – ha dichiarato William Lamb, CEO di Lucara Diamond. "Questo ritrovamento non solo mostra il grande potenziale della miniera di Karowe, ma supporta anche il nostro investimento strategico nella tecnologia XRT all'avanguardia." Il ritrovamento, infatti, è stato reso possibile dall'uso della Mega Diamond Recovery (MDR) X-ray Transmission (XRT), una tecnica già impiegata da diversi anni nell'industria mineraria che consente di identificare e isolare le gemme preziose in base alla loro densità e forma, facilitando così l'estrazione di pietre di grandi dimensioni e minimizzando il rischio di danneggiarle o romperle.
Già in passato, l'utilizzo di questa tecnologia si è rivelato efficace nella miniera di Karowe. Nel 2019, infatti, fu scoperto il diamante Sewelô, all'epoca considerato il secondo più grande diamante al mondo, con un peso di 352 grammi e un totale di 1.758 carati, e un valore stimato superiore ai 19 milioni di dollari. Nel 2015, nella stessa miniera fu ritrovato il diamante Lesedi La Rona, del peso di 1.109 carati, che fu acquistato da un gioielliere britannico per 53 milioni di dollari nel 2017.
Oltre a essere il più grande mai estratto da una miniera in Botswana, il diamante di Karowe è il secondo più grande al mondo mai ritrovato e il più largo scoperto in oltre un secolo.
Come funziona la tecnologia XRT a raggi X
L'approccio XRT sfrutta la diversa capacità di assorbimento dei raggi X di diversi minerali, che è determinata dalla loro densità atomica; questa, a sua volta, dipende dalla composizione chimica e dalla struttura del reticolo cristallino, cioè dalla disposizione degli atomi nello spazio che costituisce il minerale. Il diamante, che è costituito unicamente da atomi di carbonio, assorbe relativamente meno radiazioni X rispetto ad altri minerali presenti nelle stesse rocce, che possono essere ricchi di calcio, silicio, magnesio, ferro, ossigeno e altri elementi più pesanti. La minore capacità di assorbire raggi X del diamante è dovuta alla sua minore densità atomica, ovvero al più basso numero di atomi per unità di volume.
Nella tecnica impiegata nella miniera di Karowe, frammenti di kimberlite, le rocce ignee da cui si estraggono i diamanti nell'area, vengono distribuiti uniformemente su un nastro trasportatore e fatti passare sotto una sorgente di raggi X. Un sensore rileva la quantità di radiazione assorbita. Un computer, quindi, elabora i dati e crea un'immagine dei minerali presenti nelle rocce dividendoli sulla base della composizione chimica, la forma e la densità. Se la densità rilevata è simile a quella del diamante, al termine del nastro trasportatore un getto d'aria spinge il minerale selezionato in un contenitore di raccolta.