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Oggi, 18 dicembre, alle 2:59, i soccorritori del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS) hanno concluso il soccorso di Ottavia Piana dopo 75 ore – dunque in anticipo rispetto alle previsioni – raggiungendo l'uscita della Grotta Bueno Fonteno. La speleologa era rimasta intrappolata sabato 14 dicembre in seguito a una caduta da circa 5 metri in un tratto di grotta ancora inesplorato, costringendo i suoi compagni di spedizione ad uscire per chiamare i soccorsi. Sul posto sono accorsi 159 tecnici da tutto il nord Italia, tra personale sanitario e tecnici, e una volta fuori è stata presa in carico dall'eliambulanza di AREU 118 e portata presso l'ospedale di Bergamo.
Durante il trasporto della ferita verso l'uscita si procedeva ad un ritmo di un'ora e mezza di movimento alternata a un'ora di pausa, così da fornire a Piana tutte le cure mediche necessarie. L'avanzata così "lenta" – tipica dell'ambiente ipogeo – è legata alle difficoltà tipiche dell'ambiente e richiede dunque un'elevato numero di persone coinvolte, così da permettere una costante turnazione del personale di soccorso.
Al momento dell'uscita la barella era portata da un totale di 6 medici e 8 infermieri e i soccorritori del Soccorso Alpino hanno riferito in seguito al salvataggio che la speleologa, anche se dolorante e visibilmente provata, era ancora cosciente e lucida al momento dell'uscita dalla grotta.
Ma per quale motivo Ottavia Piana si trovava all'interno di una grotta inesplorata? E qual è il ruolo degli speleologi all'interno delle scienze? Per chiarire tutti questi dubbi, abbiamo realizzato un video ad hoc sull'argomento, che potete trovare qui: