
Lo sapevate che per acquistare Tachipirina 1000 mg o una confezione di Oki serve la ricetta medica? Forse perché sono a pagamento, o forse perché sono diventati di uso comune, nel corso del tempo si è consolidata l’opinione che Oki, Tachipirina 1000 mg e altri farmaci si possano acquistare liberamente. La necessità di una prescrizione è legata al tipo di molecola utilizzata come principio attivo, alla sua forma farmaceutica e al rischio d’abuso o di effetti collaterali gravi. La ricetta medica non è però un mero promemoria del farmaco che dobbiamo acquistare, ma è necessaria per garantire un maggiore monitoraggio del medico sull’andamento della terapia e su eventuali effetti collaterali.
La lista dei farmaci più comuni che richiedono ricetta anche se molti non lo sanno
Ecco, nudi e crudi, una serie di farmaci che qualsiasi farmacista, almeno una volta nella vita si è visto richiedere senza ricetta:
- Tachipirina 1000 mg (tranne le supposte)
- Oki 80 mg
- Aulin 100 mg
- Gentalyn beta
- Clenil 800 mg
- Voltaren (compresse dai 50 mg in su, supposte e fiale iniettabili)
- Muscoril (sia compresse che fiale iniettabili)
- Brufen 600 mg e 800 mg
Ovviamente, la ricetta è richiesta sia per gli originali qui elencati, che per i rispettivi farmaci generici. La credenza che alcuni farmaci non necessitino di una prescrizione medica potrebbe nascere anche dal fatto che, nella maggior parte dei casi, sono pagati totalmente dal cittadino, a differenza di quelli cosiddetti mutuabili che sono in parte o totalmente rimborsati dal Sistema Sanitario Nazionale.
Perché Tachpirina e Oki richiedono la ricetta medica
A stabilire se un farmaco necessiti o meno della ricetta, o più tecnicamente a definire il “regime di fornitura” di un farmaco, è la Commissione Tecnico Scientifica, che ne analizza le condizioni di sicurezza e ne definisce appunto limiti e modalità di acquisto.
La necessità della ricetta medica è legata a diversi fattori: dalla natura del principio attivo agli effetti collaterali, dalla forma farmaceutica (gli iniettabili richiedono sempre ricetta medica, per le compresse dipende) fino al rischio di abuso, e tutti sono legati alla necessità di un controllo e supervisione da parte del medico.

Andando dal medico curante, egli saprà individuare la terapia più adatta al nostro disturbo, valutare come questo evolve nel tempo, monitorare l’eventuale comparsa di effetti collaterali e garantire che non si corra rischio di abuso (ad esempio per gli ansiolitici).
In parole povere, è il principio attivo, insieme alla gravità degli effetti collaterali e al rischio di abuso, a definire se un farmaco necessita o meno una prescrizione medica. Nel caso della Tachipirina 1000 mg, come si legge anche nel foglietto illustrativo “L’uso di dosi elevate e/o prolungate di questo medicinale può provocare disturbi del fegato (epatopatia) e alterazioni anche gravi a carico del rene e del sangue.” Ovvero, più è alto il dosaggio o più spesso lo prendiamo, maggiore è il rischio di danni al fegato.
Nel caso invece degli antinfiammatori non steroidei (FANS), come Oki e Brufen, un uso eccessivo e prolungato può portare a ulcere gastriche, così come a sottovalutare una patologia più grave latente. Se abbiamo spesso mal di testa, è meglio andare dal medico per individuare la causa principale (che potrebbe essere una semplice tendenza a tenere i muscoli del collo, della fronte, o la mascella contratti) e la terapia più adatta.

Altro esempio particolare è quello del Gentalyn Beta e dei generici associati: possibile che una crema, per uso esterno, richieda ricetta? Sì, perché all’interno troviamo un antibiotico (la gentamicina solfato) e un corticosteroide (il betametasone valerato), e anche se vengono applicati sulla pelle possono avere effetti collaterali simili a quelli presi per via orale, inoltre sono fotosensibilizzanti, cioè possono dare origine a eruzioni cutanee a seguito di esposizione solare.
Ma ci sono dei casi particolari in cui, più che la natura del principio attivo, è il numero di compresse a fare la differenza. Ne è un esempio il Brufen 400 mg, o il Pantoprazolo o Maalox da 20 mg, o lo Zirtec 10 mg (un antistaminico). In questi casi, le confezioni con meno compresse possono essere vendute senza ricetta, mentre quelle con un numero più elevato richiedono la ricetta medica. Vi chiederete: ma non è più comodo prendere la confezione grande così faccio scorta? No, perché si cade sempre nel rischio di bypassare il controllo medico, assumere il farmaco più spesso e di fatto aumentare il rischio degli effetti collaterali, anche gravi. Inoltre, le confezioni più grandi sono spesso mutuabili e prescritte per le terapie croniche.
Che tipo di ricetta è richiesta?
Questi farmaci e principi attivi richiedono sempre una prescrizione medica, che nella maggior parte dei casi è una classica ricetta bianca, ossia quella che il medico scrive sul suo ricettario personale, che da qualche anno è diventata anche “elettronica”, a seguito del D.M 30 dicembre 2020 (in G.U. n. 11 del 15.01.2021).
Di solito si tratta di farmaci che richiedono ricetta medica ripetibile, che ha validità 6 mesi e con la quale possiamo comprare fino a un massimo di 10 scatole del farmaco (tranne nel caso degli psicofarmaci, la cui ricetta ripetibile ha validità 30 giorni per un massimo di 3 scatole). Il caso dell’Aulin/Nimesulide è ancora più estremo: servirebbe infatti una ricetta non ripetibile, ossia una prescrizione che va fatta ex novo ogni volta che ce ne sia bisogno (se il medico lo ritiene necessario), e che il farmacista ritira al momento della dispensazione del farmaco.