Il taser, acronimo di Thomas A. Swift's Electric Rifle (“fucile elettrico di Thomas A. Swift”, dal romanzo Tom Swift and His Electric Rifle di Victor Appleton) è un'arma destinata alle forze dell'ordine come Carabinieri e Polizia (o, con alcuni limiti, anche alla difesa personale) e si tratta di un "immobilizzatore elettrico" che, una volta colpito l'obiettivo, rilascia una forte scossa elettrica causando una paralisi temporanea. Il soggetto, così immobilizzato, è quindi reso temporaneamente inoffensivo lasciando libertà di azione alle forze dell'ordine o offrendo un'occasione ad un aggredito di sfuggire al proprio aggressore. L'idea risale al 1969 da parte dell'inventore statunitense Jack Cover, ma i primi dispositivi vennero progettati solo alla fine degli anni '90. Ma come funziona esattamente un taser? E cosa dice la legge italiana in merito?
Come funziona il taser
Il principio fisico sul quale si basa il funzionamento del taser è semplice: colpire un avversario con dei dardi tramite i quali generare una forte scossa elettrica allo scopo di confondere e immobilizzare. La scarica elettrica, che in alcuni modelli arriva fino a 50.000 volt, è appositamente studiata per non causare danni da folgorazione permanenti; piuttosto è quello di causare una paralisi neuromuscolare. In sostanza, una volta colpiti, i muscoli si contraggono fortemente impendendo in tal modo al soggetto di muoversi.
Come è fatto il taser
Il taser è normalmente costituito da un corpo "a pistola", terminante con un paio di dardi inclusi in una cartuccia caricata a gas. Questi sono poi collegati, tramite dei fili, ad una batteria. Nelle versioni in dotazione alle forze dell'ordine, possono esserci anche delle cartucce di ricambio, in modo da poter fornire ulteriori colpi gli operatori oppure prolungare l'effetto immobilizzante dell'arma, qualora questo non abbia avuto immediatamente l'effetto desiderato. Il tiro utile, a seconda dei modelli, può arrivare fino a 11 metri.
Allo sparo, oltre ad una memoria interna in grado di registrare l'evento, l'arma rilascia degli identificativi AFID, piccoli cerchi di un materiale che coprono i dardi sui quali è riportato un codice per identificare l'arma che ha fatto fuoco.
Cosa accade quando si è colpiti dal TASER
Quando veniamo colpiti dal TASER , una coppia di dardi penetra superficialmente nella pelle in modo da non arrecare danni gravi o permanenti. A questo punto avviene il processo di rilascio della scarica elettrica che paralizza i nostri muscoli: quella prodotta dal TASER, è una scossa elettrica ad alto voltaggio ma basso amperaggio ossia bassa intensità di corrente. Questo aspetto è fondamentale poiché è la corrente ad essere pericolosa per la vita degli esseri umani. Gli effetti della scarica elettrica saranno: stordimento, confusione ma, soprattutto, un effetto paralizzante della durata di alcuni secondi: il tempo necessario per immobilizzare un soggetto o fuggire da un'aggressione. Essendo quindi studiato per sortire effetti temporanei e non permanenti, a differenza di quanto accade per le armi da fuoco, il taser viene quindi annoverato tra le armi non letali.
L'utilizzo (legale) del taser in Italia
Ciononostante sappiate che in Italia il taser è riconosciuto come arma propria, capace cioè di arrecare danno alle persone e, per questo, è sottoposto alle stesse restrizioni al pari di una regolare arma da fuoco. Al di fuori del personale delle forze dell’ordine, quindi, per portare con sé un taser occorre essere in possesso di un opportuno porto d’armi. Questo è motivato dal fatto che l’uso improprio del taser potrebbe causare danni collaterali che possono nuocere gravemente al soggetto colpito: ad esempio l’impatto col suolo a seguito della scarica, oppure, il possibile aggravarsi di pregresse patologie cardiache nel soggetto colpito. Come tutte le armi è quindi necessaria una profonda conoscenza e un’elevata formazione e addestramento prima di poterle impiegare. Le forze dell'ordine quindi lo possono utilizzare?
Sì, in Italia la legge del 17 ottobre 2014 n.146 ha sancito la possibilità dell'uso del taser da parte delle forze dell'ordine. A partire dal 2018 sono quindi iniziate le sperimentazioni per l'utilizzo dell'arma elettrica a seguito delle quali il TASER è approdato in 18 città italiane già a partire dal 2022.
Curiosità sul taser
Il nome "taser" deriva dal titolo di un romanzo scritto nel 1911 da Victor Appleton “Tom A. Swift and His Electric Rifle”. Il personaggio, un inventore, si cala in un avventuroso safari in compagnia della sua invenzione, un fucile elettrico, per difendersi dai pericoli che avrebbe potuto incontrare. L’acronimo fu decisamente significativo per quello che divenne il marchio per l’invenzione che, diversi anni dopo, l’azienda americana con sede in Arizona, la TASER inc. (oggi AXON), sviluppò come alternativa non letale alle armi da fuoco.
Tra l'altro l'idea dietro al taser si ispira ad alcune tecniche di predazione utilizzate da alcuni animali in natura. È il caso dell’electrophorus voltai, un'anguilla elettrica così chiamata in onore di Alessandro Volta, inventore della pila. Pensate che questo animale è in grado di generare oltre 860 volt, dicentando a tutti gli effetti un taser naturale, capace di colpire le prede e generare in esse una paralisi neuromuscolare.