
Le tensioni tra Stati Uniti d'America e Venezuela sono aumentate dopo le recenti dichiarazioni di Donald Trump sul fatto che il suo omologo venezuelano Nicolás Maduro avrebbe «i giorni contati». I rapporti tra i due Paesi non sono sempre stati tesi: durante la Guerra Fredda, Washington e Caracas godevano di relazioni eccellenti favorite dalla comune militanza nel fronte dei paesi occidentali e anticomunisti. Le cose iniziarono a cambiare nel 1999, quando l'ex tenente colonnello dell'esercito venezuelano Hugo Chávez venne eletto presidente del Venezuela sull'onda di un programma politico populista antiamericano in politica estera.
Tale programma, continuato anche sotto il suo successore Maduro, nonché l'instaurazione di rapporti di collaborazione tra il Venezuela e i tutti i maggiori avversari di Washington sullo scacchiere internazionale e il coinvolgimento (non completamente chiaro se diretto o indiretto) nel traffico internazionale di stupefacenti ha fatto sì che tra i due precedenti alleati si sia creata una situazione di ostilità e quasi aperta belligeranza.
I motivi delle tensioni tra USA e Venezuela
Nel corso della Guerra Fredda, sia gli Stati Uniti che il Venezuela appartenevano allo schieramento dei paesi occidentali e anticomunisti. I rapporti bilaterali erano forti a tutti i livelli, specialmente quello economico. Gli USA davano particolare importanza alla stabilità politica del Venezuela a causa della sua posizione strategica a cavallo dell'area caraibica e di quella sudamericana nonché per le sue ingenti riserve di petrolio, principalmente concentrate dell'area dell'Orinoco.
Diversi tentativi di destabilizzazione del Venezuela da parte di Cuba spinsero Washington a rafforzare anche la collaborazione militare e di intelligence. L'apice di questa “luna di miele” venne raggiunto nel maggio del 1982, quando gli americani vendettero all'Aeronautica Venezuelana 24 esemplari del caccia General Dynamics F-16A/B Block 15 “Fighting Falcon” rendendo il Venezuela il primo, e per molto tempo l'unico, paese latinoamericano ad avere in dotazione questo velivolo di punta delle forze aeree a stelle e strisce.

Questa relazione speciale ebbe termine nel 1999 quando l'ex-tenente colonnello (e organizzatore, nel 1992, di un tentativo di colpo di stato ai danni del governo di allora) Hugo Rafael Chávez Frías, riuscì a farsi eleggere Presidente della Repubblica, ottenendo poi i pieni poteri grazie a una serie di riforme costituzionali implementate negli anni successivi. Gli anni della presidenza Chávez (1999-2013) segnarono uno smarcamento del Venezuela dal campo occidentale e un avvicinamento a quello che oggi viene definito il “blocco dei BRICS”.

Sintomatico della “grande capriola” effettuata dal Paese latinoamericano fu l'inaugurazione di un massiccio piano di riarmo, largamente favorito dall'aumento delle entrate dovuto al lievitare dei prezzi delle materie prime, che portò Caracas a dotarsi di alcuni dei più moderni armamenti di produzione russa come i cacciabombardieri Sukhoi Su-30MKV/MK2 AMV “Flanker-G+”, acquistati in 24 esemplari tra il 2006 ed il 2008.

Maduro e il naufragio delle relazioni USA-Venezuela
L'ascesa alla presidenza di Nicolás Maduro Moros, succeduto a Chávez nel 2013 dopo la morte di quest'ultimo per malattia, ha visto un ulteriore peggioramento dei rapporti tra i due Paesi che ha portato numerosi analisti a ipotizzare a più riprese il concretizzarsi di azioni armate da parte di Washington volte a implementare un cambio di regime ai vertici del potere venezuelano.

Una delle ragioni che hanno peggiorato i rapporti tra Washington e Caracas è stata l'accusa, mossa a più riprese dalla Casa Bianca nei confronti di Maduro e altri membri del suo regime, di complicità nel traffico internazionale di stupefacenti diretti verso gli Stati Uniti. Non bisogna dimenticare che attualmente gli Stati Uniti registrano la presenza di una popolazione di oltre 60 milioni di individui che soffrono di dipendenza dalle droghe e trattano le problematiche relative al traffico di stupefacenti alla stregua di un attacco alla sicurezza nazionale.
Cosa aspettarci per il futuro: si rischia un conflitto tra USA e Venezuela?
Nonostante vi siano stati in passato limitati tentativi di riallacciare il dialogo, alla fine sono tutti naufragati a causa fondamentalmente dell'incapacità tra le parti di giungere a un compromesso. La leadership venezuelana di ispirazione chavista ha portato avanti coscientemente un piano di sovvertimento degli equilibri geopolitici nell'America Latina mentre dall'altro lato le controparti americane sono divenute completamente ostili nei confronti non solamente dei leader di Caracas ma anche di tutto ciò che è associabile al chavismo, ormai identificato come un'ideologia della quale liberarsi ad ogni costo.
Stando così le cose, il recente aumento delle tensioni al quale abbiamo assistito negli ultimi due mesi nell'area caraibica, con lo spostamento di ingenti asset aerei e navali statunitensi in loco – utilizzando come pretesto proprio il rilancio della lotta alla droga – fa presagire una nuova fase dello scontro tra Washington e Caracas questa volta in chiave più apertamente bellicista.