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Il tema delle terre rare è tornato di grande interesse un seguito al turbolento colloquio tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky. Ci si chiede sempre più spesso se in Italia siano presenti giacimenti di questi preziosi elementi, e se sì dove. In realtà, purtroppo, sul suolo nazionale di terre rare non ne abbiamo, o almeno non in quantità tali da giustificare l'apertura di nuove miniere nel prossimo futuro. Perché allora sul web si trovano così tante mappe dell'Italia in cui vengono indicati giacimenti di questi elementi? Questo accade perché, in realtà, gli elementi segnalati non sono terre rare ma materie prime critiche.
Le materie prime critiche in Italia: l'ultima mappa ISPRA
Sul territorio italiano sono presenti 16 delle 36 materie prime critiche individuate dall'UE. Come possiamo notare, le aree più ricche da questo punto di vista sono quelle in Sardegna, Toscana e lungo l'arco alpino. Attenzione: queste sono aree in cui sono state individuate materie prime critiche, ma ciò non implica che in queste zone verranno aperte (o ri-aperte) miniere. Queste le dichiarazioni del Ministro Adolfo Urso in merito:
L'Unione Europea ha definito 34 materie prime critiche, di cui 16 considerate anche strategiche per la loro rilevanza nella transizione ecologica e digitale, destinate all’aerospazio e alla difesa, ma anche importanti per il divario fra offerta globale e domanda prevista […] Possediamo nel nostro Paese 16 di queste 34 materie prime critiche indicate, in particolare quelle per batterie elettriche e pannelli solari ma si trovano in miniere che sono state chiuse oltre 30 anni fa, per il loro impatto ambientale o per i minori margini di guadagno.

Come anticipato, tra queste non compaiono terre rare, fatta eccezione per concentrazioni apprezzabili nelle bauxiti e nelle fluoriti sarde, anche se la loro eventuale estrazione è ancora piuttosto dubbia.
La differenza tra terre rare e materie prime critiche
A questo punto è utile spendere due parole per fare chiarezza sui termini "terre rare" e "materie prime critiche".
Le terre rare sono un'insieme di 17 elementi della tavola periodica ampiamente utilizzati in moltissimi ambiti industriali, da quello energetico a quello elettronico. All'interno di questa famiglia troviamo scandio, ittrio, lantanio, cerio, praseodimio, neodimio, promezio, samario, europio, gadolinio, terbio, disprosio, olmio, erbio, tulio, itterbio e lutezio.
Le materie prime critiche, invece, sono un'insieme di 34 materie prime indicate dall'UE come di vitale importanza per la transizione energetica e digitale. Queste sono: terre rare, alluminio, carbone da coke, litio, fosforo, antimonio, feldspato, scandio, arsenico, fluorite, magnesio, silicio metallico, barite, gallio, manganese, stronzio, berillio, germanio, grafite, tantalio, bismuto, afnio, niobio, titanio metallico, boro, elio, platinoidi, tungsteno, cobalto, fosforite, vanadio, rame e nichel.
Le terre rare sono quindi incluse all'interno delle materie prime critiche individuate dall'UE ma, come anticipato, sul territorio italiano ne abbiamo in quantità minime e non tali da giustificare l'apertura di nuovi siti estrattivi.