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25 Luglio 2025
11:30

Perché Thailandia e Cambogia sono nemici storici? Le origini del conflitto

Cambogia e Thailandia sono tornate a scontrarsi lungo il confine, con attacchi armati che hanno causato la morte di almeno 15 thailandesi: le tensioni tra i due Paesi, però, hanno origini più lontane e risalgono all'epoca coloniale. Capiamo meglio la dinamica di questo conflitto.

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Perché Thailandia e Cambogia sono nemici storici? Le origini del conflitto
scontri Thailandia Cambogia
Nuovi scontri al confine tra Thailandia e Cambogia.

Nelle ultime ore ci sono stati ripetuti scontri al confine tra Thailandia e Cambogia: le tensioni tra i due Paesi sono concentrate principalmente sulla sovranità del tempio sacro Ta Moan Thom, situato in un’area strategica contesa. Secondo quanto riportato dalle autorità thailandesi, gli attacchi cambogiani hanno causato la morte di 15 persone, tra cui 14 civili e un militare, con Bangkok che ha deciso di evacuare più di 100.000 persone situate in quattro province al confine. Il Primo ministro thailandese Phumtham Wechayachai ha dichiarato che gli scontri potrebbero evolversi in una vera e propria guerra.

Entrambi i Paesi si sono accusati reciprocamente di aver provocato una nuova escalation del conflitto: le tensioni tra i due Paesi, infatti, vanno avanti da più di un secolo e all'origine di tutto ci sono delle dispute territoriale lasciate in sospeso durante l'epoca coloniale, quando vennero tracciati dei confini tuttora non riconosciuti.

Nel frattempo, la Thailandia ha confermato di aver schierato un aereo da combattimento F-16 per prepararsi a un eventuale attacco di precisione, mentre gli USA (storici alleati della Thailandia), hanno chiesto la fine immediata delle ostilità.

mappa confine Thailandia cambogia
La mappa del confine tra Thailandia e Cambogia: al centro del confine il tempio di Ta Moan Thom, al centro dell’attuale disputa territoriale. Credit: ISPI

Le origini del conflitto: la divisione dell'Indocina francese nel 1907

Come accennato, le origini delle tensioni tra Thailandia e Cambogia affondano nella complessa storia coloniale di questi due Paesi: nel 1884, infatti, la Cambogia divenne parte dell'Indocina francese (il territorio coloniale francese nel Sud-est asiatico, che comprendeva territori di Vietnam, Laos e Cambogia). La Thailandia, al contrario, riuscì a mantenere la sua indipendenza.

Tra il 1904 e il 1907, poi, la Francia firmò una serie di trattati con la Thailandia (che all'epoca si chiamava Siam) per delimitare i reciproci confini, seguendo il confine naturale rappresentato dalla catena montuosa dei Dângrêk. Il problema è che, come spesso accade, le cartine disegnate successivamente dai coloni francesi non rispecchiarono del tutto il contenuto degli accordi, causando di conseguenza delle rivendicazioni territoriali su determinate aree.

Quando la Cambogia ottenne l'indipendenza nel 1953, le dispute territoriali con la Thailandia proseguirono. Per risolvere il conflitto e smorzare le tensioni, nel 1962 intervenne la Corte Internazionale di Giustizia, che riconobbe la sovranità di alcuni territori alla Cambogia, tra cui l'area attorno al tempio sacro Preah Vihear. La Thailandia, tuttavia, non riconobbe la decisione della Corte né in quell'occasione né nel 2013, quando il Tribunale tornò nuovamente a esprimersi a favore della Cambogia, riconoscendole la sovranità anche per il promontorio sul quale sorge il tempio. Ancora oggi, infatti, Bangkok rivendica la propria sovranità su quei territori sulla base degli accordi firmati con la Francia nel 1907.

Tra l'altro, un fronte militare si era già aperto tra il 2008 e il 2011, dopo che il tempio Preah Vihear (simbolo della cultura khmer, principalmente associata alla Cambogia) venne riconosciuto Patrimonio mondiale dell'umanità dall'UNESCO, sotto la sovranità cambogiana.

L'enorme confine di oltre 800 km che divide i due Paesi

Ma a incidere sulle relazioni tra Thailandia e Cambogia c'è anche l'enorme confine che li separa: i due Paesi sono divisi da una barriera di circa 820 km, che chiaramente rappresentano una forte vulnerabilità nei confronti del nemico. Questo confine, tra l'altro, è ricco di templi sacri, di grande prestigio storico-artistico e religioso e sui quali entrambi i Paesi stanno rivendicando il possesso.

Se ci pensiamo, comunque, raramente le grandi potenze alleate confinano tra di loro, soprattutto se la frontiera è particolarmente estesa: i Paesi europei si sono scontrati a lungo tra di loro per diverse rivendicazioni territoriali e, al momento, la guerra tra Russia e Ucraina ruoto anche attorno alla sovranità territoriale. Le stesse dinamiche si ripongono anche in Medio Oriente o in America Latina e l'unica eccezione sembrerebbero essere gli USA, che non ha mai dovuto affrontare conflitti armati con gli unici due Stati con i quali confina, ossia Canada e Messico. Da considerare ci sarebbero anche Cina e Russia, che condividono un confine estremamente lungo, anche se il loro rapporto è particolarmente complesso e non sempre i due Paesi possono essere considerati dei veri e propri alleati.

Cosa è successo negli ultimi mesi: i motivi dell’escalation

Le ostilità iniziate il 24 luglio, però, non sono arrivate di sorpresa: nei mesi precedenti, infatti, le tensioni si erano accese ulteriormente dopo che, il 21 luglio, l’esplosione di due mine antiuomo aveva ferito gravemente alcuni militari thailandesi durante un'operazione di pattugliamento al confine. L'episodio ha causato un peggioramento delle relazioni diplomatiche, con i due governi che hanno richiamato il personale delle rispettive ambasciate. A quel punto, la Thailandia ha imposto diverse restrizioni al confine, bloccando persino gli attraversamenti per i turisti stranieri.

La situazione, poi, è stata ulteriormente complicata dall'instabilità interna della Thailandia, già provata dal forte terremoto dello scorso 28 marzo, che ha colpito anche il Myanmar. In particolare, il 1° luglio 2024 la prima ministra thailandese Paetongtarn Shinawatra è stata rimossa dal suo incarico dalla Corte costituzionale dopo che era stata diffusa una sua telefonata con l'ex leader cambogiano Hun Sen, padre dell'attuale primo ministro Hun Manet. In quella conversazione, la premier aveva utilizzato toni conciliatori con il leader cambogiano e la sua posizione è stata interpretata come un segno di debolezza davanti al nemico, con la popolazione che ha immediatamente chiesto le dimissioni della Presidente.

Al momento, comunque, le maggiori rivendicazioni ruotano attorno al tempio di Ta Muen Thom: formalmente questo luogo sacro, posto in una posizione particolarmente strategica, è sotto il controllo thailandese, ma non è mai stato oggetto di una sentenza della Corte Internazionale di Giustizia. Proprio questo vuoto giuridico ha lasciato aperta la disputa, fomentata anche dai nazionalismi e dalle narrazioni popolari legate al patrimonio culturale. Per il momento non è chiaro se gli scontri armati subiranno un'ulteriore escalation o se i due Paesi riusciranno a mediare una tregua nel breve periodo: di certo, però, le tensioni e le dispute territoriali proseguiranno anche nel caso in cui vengano deposte le armi.

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