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22 Febbraio 2024
13:00

Uno tra i più antichi fossili Italiani è (in parte) un falso: ecco perché

Si è scoperto che uno tra i più antichi fossili italiani di rettile, il Tridentinosaurus antiquus, simile a una lucertola, è almeno parzialmente un falso. Come è stata fatta questa scoperta e perché è stato manomesso?

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Uno tra i più antichi fossili Italiani è (in parte) un falso: ecco perché
fossile falso
Credit: Valentina Rossi et al.

Il fossile di rettile noto come Tridentinosaurus antiquus fu scoperto nelle Alpi italiane nel 1931 ed era considerato un esemplare cruciale per comprendere l'evoluzione dei primi rettili – oltre che a essere in assoluto uno tra i più antichi fossili mai trovati in Italia. Inizialmente si pensava che questa reliquia di 280 milioni di anni fa, simile a una lucertola, avesse conservato anche tessuti molli come la pelle, ma un nuovo studio ha rivelato una verità sorprendente: si tratta di un falso realizzato con la vernice che, per decenni, ha ingannato la comunità scientifica! L'inganno è stato smascherato da un gruppo di ricercatori che 15 febbraio 2024 hanno pubblicato uno studio condotto da un team di studiosi dell'University College Cork guidato da Valentina Rossi, pubblicato sulla rivista Wiley.

La scoperta della falsificazione

Tramite tecniche analitiche infatti è stato scoperto che il contorno scuro attorno al fossile – che fino a quel momento si riteneva essere tessuto molle – non era altro che uno strato di vernice nera abilmente applicato su una superficie rocciosa.

«I tessuti molli fossilizzati sono rari, ma quando vengono trovati, possono fornire preziose informazioni biologiche», ha dichiarato Rossi. Dunque, l’intero esemplare è stato rivestito di vernice, una mossa presumibilmente fatta per migliorare il suo aspetto e renderlo più convincente come un antico fossile di rettile. La scoperta, tanto intrigante quanto deludente, solleva alcune questioni sull'autenticità di innumerevoli altri fossili e dei metodi impiegati nella loro verifica.

Cosa si nasconde dietro l’inganno: il fossile non è del tutto falso

Tralasciando per un attimo la notizia dell'inganno, vale la pena spendere due parole per parlare dell'effettiva importanza del "vero" fossile.
Sotto la superficie dipinta infatti sono stati trovati resti delle ossa degli arti posteriori che, anche se scarsamente conservate, sono autentiche reliquie dell'epoca passata. Piccole squame ossee, note anche come osteodermi, sono state conservate all'interno della roccia, aggiungendo un tocco di credibilità all’esemplare. Per decenni, il Tridentinosaurus antiquus è stato considerato come uno dei più antichi fossili di lucertola, in gran parte a causa del suo aspetto esterno ingannevole, in quanto, come detto in precedenza,  la superficie astutamente dipinta ha portato molti scienziati a credere che avesse conservato i tessuti molli, una scoperta che sarebbe stata monumentale nel campo della paleontologia.

Immagine
Tridentinosaurus antiquus. A, fotografia dell’esemplare, compresi i punti di campionamento S0–S12 e SX (matrice). B, mappa della topografia superficiale del campione, evidenziando la topografia superficiale. C, fotografia UV che mostra la fluorescenza dell’intero esemplare. Credit: V. Rossi et al.

Un nuovo capitolo nella ricerca sui fossili

La scoperta della vera identità del fossile del Tridentinosaurus antiquus ha aperto nuove strade per la ricerca. I componenti autentici del fossile, le ossa degli arti posteriori e gli osteodermi, offrono potenziali opportunità di confronto con altri fossili. Questo potrebbe promuovere la nostra comprensione dei rettili preistorici e della loro evoluzione. Inoltre, questo caso sottolinea la necessità di un esame meticoloso dei fossili utilizzando tecniche avanzate come la scansione TC e la modellazione 3D.

Rossi ha affermato: "la scoperta non deve essere vissuta come una delusione, ma come un’opportunità: l’autenticità delle ossa è un fatto positivo, e ci darà la possibilità di tornare sul campo per capire l’ordine di appartenenza di questo rettile". Le analisi hanno comunque confermato il valore del fossile nella ricostruzione degli ecosistemi del periodo Permiano.

In definitiva questa storia evidenzia l'importanza di un'analisi attenta e dettagliata dei fossili e la necessità di scetticismo quando qualcosa sembra troppo bello per essere vero, rafforzando la necessità di metodi di verifica rigorosi nel campo della paleontologia. Nonostante la delusione iniziale, questa rivelazione incoraggia i ricercatori a esplorare ulteriormente e svelare i veri segreti nascosti nell'antico passato del nostro pianeta.

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