0 risultati
video suggerito
video suggerito
15 Maggio 2023
7:30

Perché ci sono i fossili in montagna?

I fossili rinvenuti all’interno delle rocce sedimentarie sulle montagne sono il risultato dei processi geodinamici che hanno modellato la Terra nel corso delle ere geologiche.

1.585 condivisioni
Perché ci sono i fossili in montagna?
fossili montagna

Sapevate che sul Monte Everest, ad una quota superiore a 8600 metri, è possibile trovare conchiglie e fossili di altri organismi che hanno popolato i mari del pianeta oltre 450 milioni di anni fa? O ancora, cosa ci fanno i resti di barriere coralline, antiche 230 milioni di anni, sul Massiccio dello Sciliar, sulle Dolomiti? E no, la risposta non è che in passato il livello del mare si trovava a quelle quote, né tantomeno che i resti di questi organismi siano stati trasportati da inondazioni catastrofiche. La risposta è molto più semplice: quelle rocce, in passato, si trovavano sul fondale marino.

Immagine

Fossili e fossilizzazione

Innanzitutto, è bene ricordare che un fossile è un qualunque resto o traccia di un organismo vissuto in passato. Non si tratta quindi soltanto di dinosauri, ma i fossili includono diversi organismi appartenenti al regno animale o vegetale. Ossa, denti conchiglie e gusci mineralizzati, escrementi (i cosiddetti coproliti), foglie, tronchi, spore e pollini sono fossili comuni e possono preservarsi sotto forma di resti interi e/o parziali, tracce, calchi o impronte, a seconda dell’organismo e del processo di fossilizzazione che ha subito.

felce fossile

Tuttavia, la fossilizzazione è un processo che avviene raramente in natura. È talmente improbabile che accada che si stima meno dell’1% di tutte le specie che hanno popolato il pianeta siano diventante fossili. Infatti, alla morte, i resti degli organismi vanno incontro ad una serie di processi biostratinomici che tendono a decomporre la materia organica costituente i tessuti molli (ad esempio muscoli e grassi), e a disarticolare, logorare e distruggere le parti mineralizzate (ad esempio gusci ed ossa). Affinché i resti di un organismo possano subire la fossilizzazione occorre che questi vengano sottratti il più rapidamente possibile all’azione dagli agenti biologici, fisici e chimici che ne ostacolano la preservazione.

Fossilization_process
Processo di fossilizzazione. Creidt: Xabier Murelaga – Elhuyar Fundazioa, CC BY–SA 3.0, via Wikimedia Commons

In linea di massiva, i resti di organismi sulla terra ferma saranno più facilmente soggetti all’erosione ad opera di agenti esogeni. Al contrario, l’ambiente marino è più favorevole alla preservazione dei resti degli organismi, che alla morte subiscono un trasporto generalmente limitato, vengono depositati sul fondale e seppelliti da strati e strati di sedimento, che ne impedisce il disfacimento.

Dai fondali oceanici alle montagne

La fossilizzazione inizia dopo il seppellimento e consiste in una serie di processi chimico-fisici (ad esempio compattazione, dissoluzione, ricristallizzazione), noti come processi diagenetici, che alterano la composizione e mineralogia dei resti organici e del sedimento in cui sono contenuti. Tali processi possono agire  per diversi milioni di anni e sono responsabili per la trasformazione dei resti organici in fossili, e per la formazione delle rocce sedimentarie in cui questi sono oggi rinvenuti. Durante questa fase, le rocce possono raggiungere profondità di seppellimento nella crosta terrestre anche superiori ai 1500 m.

Ma quindi, come mai è oggi possibile rinvenire fossili in montagna?

La risposta è nei processi tettonici che hanno modellato la superficie della Terra nel corso delle ere geologiche. Tra tutti, i processi orogenetici dovuti alla collisione tra placche coinvolgono grandi volumi di rocce crostali nella genesi di catene montuose. Così, rocce sedimentarie litificate in profondità vengono sollevate ed esposte in superficie, dove l'erosione esercitata dagli agenti esogeni, come precipitazioni, vento e corsi d’acqua, contribuirà ad esporre i fossili ivi contenuti.

I fossili nelle rocce sedimentarie in cima al Monte Everest (principalmente trilobiti, brachiopodi e crinoidi) rappresentano, ad esempio, i resti di un mare tropicale con acque poco profonde antico circa 450 milioni di anni. Queste rocce sono state sollevate, deformate e portate alla luce dalla collisione tra la placca Indiana e quella Euroasiatica, iniziata all’incirca 50 milioni di anni fa.

Sfondo autopromo
Cosa stai cercando?
api url views