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20 Aprile 2024
17:01

Attaccare l’ambasciata di un altro Paese è come attaccarlo direttamente? Il caso Israele-Iran

Nell’ultimo mese abbiamo assistito all’attacco di una parte dell’edificio dell’ambasciata iraniana a Damasco da parte di Israele. Questo episodio, che ha scatenato poi la reazione iraniana con il lancio di più di 300 droni e missili lo scorso 13 e 14 aprile, è un esempio di violazione del diritto internazionale. Ma che cos’è un ambasciata? E cos’è l’immunità e inviolabilità diplomatica?

A cura di Rachele Renno
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Attaccare l’ambasciata di un altro Paese è come attaccarlo direttamente? Il caso Israele-Iran
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Le ambasciate sono le rappresentanze diplomatiche di un Paese nel territorio di un altro Stato e si occupano delle relazioni politiche, culturali ed economiche nonché tecnico-amministrative attraverso gli uffici consolari, anch'essi parte della rete diplomatica, per esempio proteggendo o difendendo gli interessi dei cittadini del proprio Paese che si trovano in un altro Paese. Attaccare un'ambasciata rappresenta una grave violazione del diritto internazionale e delle relazioni bilaterali tra i due Paesi coinvolti, godendo le ambasciate di inviolabilità. Un attacco a un'ambasciata costituisce quindi un attacco simbolico anche al Paese rappresentato dall'ambasciata stessa.

L'attacco israeliano con F-35 all'ambasciata iraniana di Damasco del 1 aprile, che ha scatenato la reazione militare dell'Iran, è stato condannato fortemente dalla comunità internazionale proprio per la gravità dell'accaduto, dato che le ambasciate sono il simbolo della cooperazione e negoziazione tra gli Stati e godono di inviolabilità. Ma a cosa servono le ambasciate? Cosa sono l'immunità, l'inviolabilità e la protezione diplomatica?

Cos’è un’ambasciata e a cosa serve

L’ambasciata, il cui termine deriva dal latino ambactus (servo) e da cui deriva ambactia (ciò che si manda a dire tramite una terza persona), è la rappresentanza diplomatica di un Paese – definito accreditante– nel territorio di un altro Stato – detto ricevente o accreditatario – e comprende gli edifici e i locali in cui risiede l’ambasciatore insieme al personale diplomatico. Le ambasciate e la nomina degli ambasciatori dipendono dal Ministero degli Affari Esteri di un Paese e la Convenzione di Vienna del 1961 è il trattato internazionale che regola le relazioni diplomatiche. L’ambasciata è dunque il luogo in cui un Paese esercita le proprie attività politiche e diplomatiche all’estero nel territorio di un altro Stato (in genere la capitale). L'ambasciatore è il capo della missione diplomatica e, in quanto tale, è il massimo rappresentante del suo Paese nello Stato accreditatario.

cosa è ambasciata

Oltre ai rapporti politici, le ambasciate curano anche i rapporti culturali ed economico-commerciali con il Paese ospitante attraverso i propri uffici preposti a queste attività, favorendo scambi commerciali e incentivando relazioni economiche e scientifico-culturali tra le due parti. A queste si aggiungono anche attività di cooperazione allo sviluppo e di aiuti umanitari, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo. Infine, attraverso gli uffici consolari, le ambasciate si occupano anche delle relazioni con i cittadini, per questioni di natura amministrativa come rilascio di visti, passaporti, carte d’identità, atti notarili e altre attività burocratiche. Per motivi di sicurezza e di ordine pubblico, un’ambasciata può essere chiusa e l’ambasciatore richiamato al Paese d’origine, diventando "persona non gradita" in caso di grave dissidio o scontro tra i due Paesi.

L’immunità e l’inviolabilità di un'ambasciata

L’ambasciata, in quanto rappresentanza di uno Stato nel territorio di un altro Paese, è un luogo che gode di inviolabilità. Anche l’agente diplomatico, insieme al personale dell’ambasciata, gode della cosiddetta immunità diplomatica, non potendo essere detenuto o arrestato nel territorio dello Stato accreditatario, poichè non è sotto la sua giurisdizione. Senza il suo consenso, inoltre, nessuno può accedere ai locali di un’ambasciata.

L'immunità diplomatica include dunque l‘inviolabilità personale, l'inviolabilità domiciliare (dunque la residenza dell'ambasciatore), e l'immunità dalla giurisdizione civile e penale. È chiaro perciò che l’attacco a un’ambasciata, come quello avvenuto in Siria da parte dell’aviazione israeliana, è anche un attacco simbolico al territorio di quello Stato nonché una grave violazione del diritto internazionale.

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Oltre al bombardamento dell’ambasciata iraniana a Damasco il 1 aprile scorso, nela storia recente si sono verificati altri casi di violazione di un’ambasciata in territorio straniero: ad esempio l'attacco alle ambasciate statunitensi a Beirut nel 1983, e in Kenya e Tanzania nel 1998; proprio in Iran nel 1979, inoltre,  avvenne quella che è diventata famosa come “la crisi degli ostaggi”. Durante la rivoluzione iraniana del 1979, infatti, un gruppo di iraniani occupò l’ambasciata statunitense a Teheran tenendo in ostaggio 52 membri del personale diplomatico statunitense per circa due anni: dal 4 novembre 1979 al 20 gennaio 1981.

La differenza tra protezione consolare e diplomatica

La protezione e assistenza ai cittadini di uno Stato in territorio straniero si divide in due tipologie: la protezione consolare e la protezione diplomatica. Il sistema consolare è quello che si occupa della protezione dei diritti dei propri cittadini all’estero, fornendo loro assistenza d aiuto in caso di necessità. In questo caso però, lo Stato non agisce per una violazione del diritto internazionale e agisce a tutela dei propri cittadini seguendo l’ordinamento giuridico del Paese ospitante, ad esempio in caso di arresto. Ha dunque caratteristiche diverse rispetto alla protezione diplomatica: interviene cioè supportando i propri cittadini nei confronti dello Stato ospitante agendo in loro nome.

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La protezione diplomatica, al contrario, prevede l’intervento di uno Stato in favore di un proprio cittadino in seguito ad una violazione del diritto internazionale compiuta da un altro Stato. La protezione diplomatica può essere concessa solo ai cittadini del proprio Stato e, in questo caso, lo Stato d'origine si considera parte lesa e agisce dunque in suo nome. Il cittadino che chiede protezione diplomatica, inoltre, deve avere già esaurito tutti gli altri rimedi giuridici interni prima di poter accedervi e lo Stato può decidere a propria discrezione se rifiutare o concedere protezione diplomatica.

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