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23 Giugno 2023
15:30

Breve storia del Muro di Berlino, confine est-ovest nella Germania della Guerra Fredda

Il muro che divideva in due la città di Berlino in Germania, restato in piedi per 28 anni e caduto nel 1989, era il simbolo della Guerra Fredda. La sua costruzione provocò un serio danno d’immagine all’Unione Sovietica e al blocco dei Paesi socialisti.

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Breve storia del Muro di Berlino, confine est-ovest nella Germania della Guerra Fredda
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 Il muro di Berlino, che ha diviso la città tedesca dal 1961 al 1989, fu costruito per fermare l’emigrazione dalla Germania Est alla Germania Ovest durante la Guerra Fredda, dopo la Seconda Guerra Mondiale. Nel corso degli anni, i tentativi di oltrepassare clandestinamente il muro per raggiungere Berlino Ovest furono numerosi e circa cinquemila persone riuscirono a portare a termine il proposito. Alcuni fuggitivi, però, furono uccisi dalle guardie di frontiera mentre cercavano di superare la barriera.

La costruzione del muro si rivelò controproducente per l’URSS e per i Paesi socialisti, offrendo una chiara dimostrazione dell’inadeguatezza del loro sistema. La barriera fu abbattuta nel 1989, perché le condizioni economico-sociali dei Paesi socialisti si stavano rivelando sempre più difficili e divenne impossibile trattenere la popolazione. La caduta del muro, simbolo della Guerra Fredda, rappresentò la fine del conflitto a distanza tra Stati Uniti e Unione Sovietica.

La Germania e Berlino dopo la Seconda Guerra Mondiale

Nel corso della Seconda Guerra Mondiale, la Germania fu occupata in parte dall’esercito dell’Unione Sovietica, che avanzava da Est, e in parte dalle forze armate degli Alleati (Stati Uniti, Regno Unito, Francia e altri Paesi), che procedevano da Ovest. Le tensioni della Guerra Fredda impedirono di trovare una soluzione per riunificare il Paese. Come sappiamo, l’Europa fu divisa in due blocchi: i Paesi occidentali erano alleati degli Stati Uniti e quelli orientali dell’URSS. Anche in Germania si formarono due Stati, che non avevano pieno riconoscimento internazionale ma esistevano di fatto: la Repubblica Federale Tedesca (RFT) a Ovest e la Repubblica Democratica Tedesca (RDT) a Est.

Zone di occupazione della Germania e di Berlino (credi Wikinight2)
Zone di occupazione della Germania e di Berlino (credit: Wikinight2)

La città di Berlino si trovava nella parte orientale e durante la Seconda Guerra Mondiale era stata conquistata dall’URSS, ma le potenze vincitrici si accordarono per occuparla congiuntamente: i sovietici “cedettero” i quartieri occidentali agli Alleati e continuarono a occupare la parte orientale. La città si trovò perciò in una situazione anomala, giacché la parte occidentale era una sorta di enclave dell’Occidente nella RDT e, quindi, nel blocco sovietico.

I motivi della sua costruzione

Per gli Stati Uniti e i loro alleati, Berlino Ovest rappresentava una sorta di vetrina, che serviva a mostrare la superiorità dell’Occidente. Per tale ragione, lo sviluppo della città fu sostenuto con ingenti finanziamenti. Per le autorità sovietiche, invece, la presenza dei loro rivali nella capitale della Germania era una spina nel fianco, soprattutto a causa dei continui trasferimenti di cittadini da Est a Ovest.

Negli anni ’50, i regimi socialisti dell’Europa orientale chiusero i confini (compresi quelli tra RDT e RFT), impedendo alla popolazione di spostarsi nei Paesi occidentali. Da Berlino Est, però, era ancora possibile accedere alla parte occidentale della città e poi eventualmente raggiungere altre località. Tra il 1949 e il 1961 circa 3,5 milioni di persone lasciarono il Paese attraverso Berlino Ovest. La situazione diventava sempre più difficile da gestire e nel giugno 1961 un incontro tra il leader sovietico Nikita Kruscev e il presidente americano John Kennedy si rivelò un fallimento.

La costruzione del muro in mezzo alla città di Berlino

Nella notte tra il 12 e il 13 agosto 1961 fu eretto il muro. Formalmente la decisione di costruirlo fu presa dal leader della RDT, Walter Ulbricht, ma, di fatto, la costruzione era stata decisa da Kruscev. La barriera si estendeva per più di 155 km e circondava completamente Berlino Ovest. In origine non era un vero e proprio muro, ma una recinzione di filo spinato. Tuttavia, già pochi giorni dopo l’innalzamento della barriera, in alcuni settori furono aggiunti dei blocchi di cemento e negli anni seguenti l’intera costruzione fu più volte ristrutturata.

La posa dei primi blocchi del muro
La posa dei primi blocchi del muro

Nel 1962 fu aggiunta una seconda barriera di filo spinato, che correva parallela alla prima a distanza di circa 100 metri. Il tratto intermedio divenne noto come “striscia della morte”. Nel 1975 il muro fu interamente costruito in pannelli di cemento, alti 3,6 metri. Tutto il perimetro era puntellato da torri di osservazione ed era costantemente sorvegliato da guardie armate, che avevano l’ordine di sparare a chiunque tentasse di scavalcare.

La struttura del muro negli anni '80
La struttura del muro negli anni ’80

Le conseguenze

Dopo la costruzione del muro, i trasferimenti dall’Est all’Ovest si ridussero drasticamente e attraversare il confine divenne pressoché impossibile. Esistevano dei punti di passaggio, ma potevano attraversarli solo il personale governativo e i cittadini della RFT, che erano autorizzati a entrare a Berlino Est se avevano un apposito visto. In casi eccezionali, le autorità tedesco-orientali potevano consentire l’ingresso dei loro cittadini a Berlino Ovest, ma ottenere il permesso era pressoché impossibile.

Il percorso del muro e i punti di passaggio (credit ChrisO)
Il percorso del muro e i punti di passaggio (credit ChrisO)

L’URSS e la RDT avevano dunque raggiunto lo scopo di bloccare l’emigrazione. Il muro, però, rappresentò una disfatta di proporzioni enormi sul piano dell’immagine. La sua costruzione era una prova della scarsa attrattiva del blocco sovietico e dimostrava che gran parte dei cittadini preferiva vivere nel mondo occidentale. I leader politici e i media dell’Occidente sottolinearono più volte questo elemento, come nel caso del celebre discorso tenuto da Kennedy a Berlino Ovest nel 1963.

Il muro nel 1988
Il muro nel 1988

Le fughe da Berlino Est

Tra il 1961 e il 1989 circa 5.000 persone riuscirono a fuggire da Est a Ovest. Nei primi tempi le fughe avvenivano scavalcando la barriera di filo spinato o lanciandosi contro di essa in automobile a tutta velocità. Tuttavia, man mano che il muro veniva perfezionato, fu necessario trovare altri sistemi. Circa 400 persone fuggirono attraverso dei tunnel scavati al di sotto della barriera e altre riuscirono a sorvolarla con aerei ultraleggeri o persino con mongolfiere.

Alcuni fuggitivi, però, persero la vita, o perché colpiti dalle guardie di frontiera o per incidenti nel corso della fuga. Il numero esatto non è noto con certezza e le stime oscillano tra 140 e oltre 200 vittime complessive.

Memoriale alle vittime nel settore occidentale (1982) (credit Lyricmac)
Memoriale alle vittime nel settore occidentale (1982) (credit Lyricmac)

La caduta del muro nel 1989

Alla fine degli anni ‘80 il blocco sovietico era in condizioni assai precarie e il suo sistema politico e sociale si stava rivelando sempre più inadeguato. Nell’agosto del 1989 uno dei Paesi socialisti, l’Ungheria, decise di aprire le proprie frontiere. I cittadini della Germania orientale iniziarono a protestare vivacemente e il governo, consapevole che tentare di reprimere le proteste sarebbe stato inutile, il 9 novembre decise di “aprire il muro”, consentendo l’ingresso a Berlino Ovest. I berlinesi dell’Est iniziarono a riversarsi in massa verso il confine. L’anno successivo la RDT cessò di esistere e la Germania fu riunificata. Il muro fu rimosso, ma alcuni tratti sono stati lasciati in piedi come monumento. Sebbene l’URSS sia restata in vita fino al 1991, la caduta del muro è considerata il simbolo della fine della Guerra Fredda.

La caduta del Muro
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