Due anni fa, il 24 febbraio 2022, la Russia ha invaso l'Ucraina, dando inizio a un conflitto aperto già cominciato nel 2014 e conquistando ampie parti del Paese, come evidenziato nella mappa in copertina (zone in arancione). La guerra ha cause storiche complesse e i combattimenti proseguono senza sosta: al momento purtroppo difficilmente si arriverà a una tregua in tempi brevi. Da un lato in Russia si avvicinano le elezioni politiche, che saranno una cartina al tornasole della tenuta del regime del presidente Putin, accusato di recente in Occidente per l'omicidio in carcere del dissidente politico Aleksej Navalny; dall'altro il presidente ucraino Zelensky ha appena sostituito il comandante in capo delle forze armate, Zaluzhnyi. L'Ucraina, inoltre, sta subendo quasi ovunque l'iniziativa russa, complice il ridotto invio di munizioni e altri armamenti da parte dei Paesi NATO e dell'UE. Dopo il fallimento del tentativo di controffensiva ucraina nel settembre 2023, infatti, il sostegno dell'Occidente a Kiev è diminuito sensibilmente.
Nei due anni trascorsi la Russia è riuscita a occupare e conquistare varie parti dell'Ucraina, anche se la linea del fronte è cambiata svariate volte, in una direzione e nell'altra, e i confini rimangono ancora mobili, perlomeno finché non si arriverà a una tregua. La situazione attuale è rappresentata in maniera semplificata nella carta utilizzata come copertina dell'articolo, in cui si vede che la Russia ha conquistato la quasi totalità dell'Ucraina sud-orientale (aree in arancione più aree in marrone, già controllate dal 2014). In particolare, come si vede più in dettaglio nella mappa sottostante, ha occupato l'oblast (che possiamo tradurre con "regione") di Lugansk e gran parte delle oblast di Donetsk, Zaporizhzhia e Kherson. Mantiene inoltre il controllo di una piccolissima parte orientale dell'oblast di Kharkiv. A queste regioni si aggiunge la Crimea, già entrata in orbita russa nel 2014.