Matrix è stato uno dei film che più ha rivoluzionato l'immaginario fantascientifico dei primi anni 2000. Uscito nel 1999, si è rivelato in pochissimo tempo un grande successo e di tutto il film una scena è rimasta particolarmente impressa nella mente di tutti, quella dove Neo (interpretato da un giovane Keanu Reeves) si piega all'indietro al rallentatore per schivare i proiettili. Questo effetto è stato realizzato tramite un'innovativa tecnica che prende il nome di bullet time, utilizzata per la prima volta in assoluto in questa pellicola. Ma dal punto di vista tecnico, come è stato realizzata?
Cos'è il bullet time?
Il bullet time (talvolta chiamato anche time-slice o effetto Matrix) è un effetto visivo che viene creato usando più telecamere per dare l'impressione di un tempo rallentato o addirittura del tutto fermo. L'effetto è stato ideato da John Gaeta e Manex Visual Effect proprio per il primo film del franchise The Matrix.
La realizzazione del bullet time
Per realizzare questo effetto il soggetto, in questo caso Neo che deve schivare i proiettili, è stato posto su uno sfondo in green screen circondato da 120 fotocamere posizionate a spirale tutto attorno a lui. Quando Neo inizia a piegarsi all'indietro (grazie al supporto di cavi), parte la prima fotocamera e, in rapida successione, iniziano a fare le foto anche tutte le altre. Una volta raccolte tutte le foto e riprodotte in rapida successione quello che si ottiene è l’effetto di un movimento al rallentatore.
Tra l’altro le telecamere sono messe a distanze diverse tra loro, quelle più vicine permettono di ottenere uno slow-motion più lento. A questo punto l’unica cosa che resta da fare è aggiungere digitalmente sia lo sfondo sul green screen che i proiettili.
Lo stesso effetto è stato ripreso anche in altre sequenze del film, come ad esempio in una delle scene iniziali in cui Trinity sta per sferrare un calcio volante ad un agente di polizia.