I "non luoghi" sono spazi come aeroporti, centro commerciali o autostrade che, pur essendo frequentati da moltissime persone, mancano di identità, relazioni e storia. I non luoghi sono infatti ambienti dove l'individuo passa senza costruire legami duraturi, luoghi di transito che non favoriscono un senso di appartenenza. Il concetto di "non luogo" è stato definito dall'antropologo francese Marc Augé nel suo libro Non-Lieux: Introduction à une anthropologie de la surmodernité (1992) ed è poi stato sviluppato da lui stesso e da altri autori. Andiamo a vedere le principali tipologie di non luoghi e le loro caratteristiche comuni.
Tipologie di non luoghi
Esistono tante diverse tipologie di non luoghi, ma i tre più emblematici sono aeroporti, centri commerciali e autostrade. Vediamoli un po' più nel dettaglio.
1. Aeroporti: il transito per eccellenza
Gli aeroporti sono forse i non luoghi più evidenti. Ogni giorno, migliaia di persone attraversano questi spazi per spostarsi da un punto all'altro del mondo. L’aeroporto è un ambiente funzionale, costruito per facilitare il movimento di persone, beni e servizi, ma raramente rappresenta un luogo in cui si resta a lungo. Nonostante la sua complessità e l’efficienza tecnologica, l’aeroporto non ha una vera "memoria collettiva": l’individuo in aeroporto è più un passeggero anonimo, impegnato in pratiche come il check-in, i controlli di sicurezza e l'attesa, in una routine impersonale e ripetitiva.
2. Centri commerciali: spazi del consumo senza identità
Un altro esempio di non luogo è il centro commerciale, uno spazio costruito attorno all’idea di consumo. La sua struttura architettonica è progettata per promuovere l'acquisto, creando un ambiente artificiale, spesso privo di riferimenti locali o culturali distintivi. I centri commerciali si assomigliano ovunque, basti pensare alle grandi catene di negozi, i ristoranti fast food e le luci al neon che si ripetono in ogni parte del mondo, privando questi spazi di un'identità specifica.
Anche in questo caso, le persone si muovono all’interno del centro commerciale come consumatori piuttosto che come membri di una comunità. Lo scopo principale al loro interno è acquistare, passeggiare o semplicemente trascorrere del tempo, ma senza un reale coinvolgimento emotivo o personale.
3. Autostrade: flusso costante e isolamento
Le autostrade sono il simbolo della mobilità moderna, ma rappresentano anche spazi che non favoriscono alcuna interazione significativa tra gli individui. La funzione primaria è quella di collegare luoghi, permettendo un flusso ininterrotto di veicoli, ma chi guida su un’autostrada molto raramente instaura connessioni con altri automobilisti. Anche la natura dell’ambiente circostante, caratterizzato da segnaletiche standardizzate, svincoli e distributori di benzina, contribuisce a creare una sensazione di alienazione e isolamento. L’autostrada è il perfetto esempio di un luogo che si attraversa, ma che non si vive.
Le caratteristiche dei non luoghi
I non luoghi condividono alcune caratteristiche fondamentali:
- Mancanza di identità: nei non luoghi non si crea un senso di appartenenza e l'interazione sociale è ridotta al minimo, spesso limitata a gesti automatici e privi di significato.
- Funzionalità e transitorietà: questi spazi esistono per facilitare il movimento o il consumo, piuttosto che per creare relazioni o legami. Le persone passano attraverso di essi per uno scopo specifico (viaggiare, acquistare, spostarsi), ma raramente rimangono o si fermano per periodi prolungati.
- Standardizzazione: che ci si trovi in un aeroporto in Asia o in Europa, in un centro commerciale in America o in Africa, o su un'autostrada in Australia o in Germania, l'esperienza vissuta in questi spazi è sorprendentemente simile. La globalizzazione ha portato a una standardizzazione di questi luoghi, riducendo le differenze culturali a favore di un modello uniforme e riconoscibile.
- Assenza di storicità: i non luoghi difficilmente sono associati a storie, non evocano legami con il passato e spesso (ma non sempre) non fanno parte della costruzione di un'identità culturale locale. Esistono in una sorta di presente continuo, funzionale solo alla loro immediata utilità.
The Terminal, quando un Non Luogo diventa casa
I non luoghi sono il risultato di un mondo sempre più interconnesso, dove velocità, mobilità e consumo sono valori centrali. Spazi come aeroporti e centri commerciali soddisfano l’esigenza di efficienza e praticità, essenziali per la vita moderna. Ma in questi ambienti si apre anche una possibilità alternativa. In effetti, proprio il film The Terminal, in cui Tom Hanks interpreta Viktor Navorski, ci mostra che persino negli spazi progettati per il transito e il consumo, l’umanità può emergere.
Viktor rimane bloccato nell'aeroporto JFK ed è costretto a fermarcisi nove mesi e vivere in un luogo di solito anonimo e impersonale. L’aeroporto, il "non luogo" per eccellenza, si trasforma così gradualmente in una sorta di microcosmo in cui Viktor forma relazioni e costruisce una nuova quotidianità. La sua storia, in effetti, ci invita a immaginare come, persino in un mondo dominato da spazi standardizzati e transitori, l’umanità possa emergere e trasformare i “non luoghi” in ambienti ricchi di legami e racconti condivisi.