Spesso il termine smart city è usato impropriamente per descrivere la città del futuro in termini fantascientifici, portando l'accento unicamente sulle sue caratteristiche tecnologiche. In realtà una città è intelligente (smart) se è capace di adattare sé stessa ai bisogni della propria popolazione, promuovendo al contempo uno sviluppo sostenibile. Vediamo cos’è nel concreto e come funziona una città intelligente, quali sono le sue caratteristiche e quale contributo può dare per combattere alcuni problemi ambientali e sociali tipici dei contesti urbani.
Come funziona una città “smart”?
Secondo il report Smart City. Progetti di sviluppo e strumenti di finanziamento dell’Osservatorio Smart City dell’ANCI (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani), la smart city – letteralmente "città intelligente" – è una città che gestisce ed eroga i servizi pubblici con l’aiuto delle nuove tecnologie (soprattutto la rete internet) per migliorare la vivibilità al suo interno e fa proprie informazioni e saperi provenienti da vari ambiti per migliorare la propria efficienza e sostenibilità (ambientale, sociale e ambientale). Per fare questo utilizza risorse e mezzi sia tangibili (ad es. infrastrutture di trasporto, dell’energia e delle risorse naturali) sia intangibili (capitale umano, istruzione e conoscenza, e capitale intellettuale delle aziende).
Nelle smart city – almeno idealmente – è presente un elevato livello di connettività, sono raccolte ingenti masse di dati (per esempio sul traffico, sulla qualità dell’aria, sulla geolocalizzazione dei parcheggi per le persone disabili, sull’utilizzo di un certo servizio ecc.) che migliorano i servizi in tempo reale e permettono alle amministrazioni una gestione sempre più efficiente del tessuto urbano. Nelle città intelligenti gli oggetti in teoria si scambiano informazioni grazie all’IoT (Internet delle Cose) e si fa un uso progressivamente più ampio dell'Intelligenza Artificiale (AI), ma non solo: ci sono ampi spazi verdi, la mobilità è fondata sullo sharing, esiste una gestione efficiente del ciclo dei rifiuti nei modelli di raccolta, trattamento e recupero.
In ultimo, il tessuto culturale e sociale è valorizzato dalla partecipazione dei cittadini, che sono inclusi sia nella fase di progettazione sia nella fase di messa in opera delle politiche urbane che li coinvolgono.
Quali sono le caratteristiche di una smart city?
Quando l’Unione Europea parla dello sviluppo delle smart city fa riferimento a 6 pilastri o caratteristiche principali, che rimandano al principio stesso di sviluppo sostenibile urbano. Eccoli:
- Smart People: nelle smart city le persone devono essere al centro, vanno coinvolte e ascoltate. Si parla infatti di partecipazione attiva dei cittadini all'interno dei processi decisionali. Affinché questo avvenga è necessario fornire alla popolazione l’accesso ai dati su cui basare le proprie decisioni e gli strumenti adatti a comprenderli (fondamentale quindi è il ruolo dell’educazione);
- Smart Governance: l’amministrazione deve dare centralità alla conoscenza, alle risorse ambientali, alle relazioni tra gli esseri umani e ai beni della comunità;
- Smart Economy: l’economia e il commercio urbano devono essere guidati dall’innovazione tecnologica. La tecnologia è vista non come un fine ma come un mezzo;
- Smart Living: il benessere deve essere garantito a tutti i cittadini (salute, educazione, sicurezza, cultura ecc.);
- Smart Mobility: una città è intelligente quando trova soluzioni di mobilità intelligente (costi contenuti, diminuzione dell’impatto ambientale);
- Smart Environment: le espressioni chiave di una smart city devono essere sviluppo sostenibile, basso impatto ambientale ed efficienza energetica;
La popolazione nelle città è in crescita
Secondo le stime ONU, la popolazione mondiale passerà dagli attuali 8 miliardi (2022) a 9,7 miliardi nel 2050, fino a raggiungere un picco di quasi 11 miliardi alla fine del secolo.
Durante questo periodo, diventeremo sempre più urbanizzati: fino al 2009 le persone che vivevano in aree rurali erano in maggioranza, oggi circa il 55% della popolazione mondiale vive invece in paesi e città. L’ONU prevede che entro il 2050 la percentuale arrivi al 70% e coinvolgerà soprattutto i Paesi in via di sviluppo (Asia e Africa, specialmente Cina, India e Nigeria).
I processi di urbanizzazione richiedono, però, una gestione efficace da parte delle autorità nazionali e locali: ad oggi infatti, le città occupano meno del 2-3% del territorio mondiale, ma producono da un lato l’80% del Prodotto Interno Lordo e dall’altro il 70% delle emissioni di anidride carbonica.
Parlare delle città del futuro significa quindi parlare delle nuove sfide che ci attendono nell'ambito della sostenibilità.
I vantaggi delle città intelligenti
Ma perché le città del futuro dovrebbero guardare al modello della città intelligente? Quali sono i vantaggi di una smart city?
- Efficienza: analizzare e raccogliere i “big data” a livello urbano consente di accedere a informazioni prima inarrivabili. In questo modo si possono monitorare le metriche desiderate, ma anche anticipare eventuali situazioni di disagio;
- Partecipazione e inclusione: l’abbattimento delle distanze tra cittadini e pubblica amministrazione aumentano la fiducia e il coinvolgimento della popolazione nella "cosa pubblica";
- Riduzione di inquinamento ed emissioni: le nuove tecnologie possono diventare uno strumento prezioso per ridurre l’inquinamento e le emissioni di CO2;
- Migliori servizi e infrastrutture: ad esempio, controllare in tempo reale i consumi energetici urbani e gli spostamenti dei cittadini può permettere di adattare in tempo reale il sistema di illuminazione pubblica e quello di trasporto;
- Una città più connessa e digitale e maggiori opportunità economiche e di lavoro, grazie all'aumento della competitività e delle attività di ricerca;
- Sicurezza: le città in cui ci sono bassi livelli di disagio ed esclusione sociale sono anche città dove la criminalità è molto ridotta;
Certamente non mancano anche alcuni aspetti controversi, per citarne alcuni: il tema sulla riservatezza e l’utilizzo dei dati raccolti, ma anche la possibilità che alcune persone rimangano ai margini, che si acuisca il divario digitale tra chi possiede e sa utilizzare le nuove tecnologie e chi no.
Qualche esempio di città smart
- Parigi: diventata famosa per il modello della città del quarto d’ora teorizzato dalla sindaca Anne Hidalgo, si propone di migliorare la vita dei cittadini decentrando i servizi essenziali in modo che siano raggiungibili in massimo 15 minuti di spostamento, riducendo i consumi per gli spostamenti e fornendo a tutti i quartieri pari servizi.
- Barcellona: per ridurre il traffico nelle aree centrali, dovuto per lo più alla ricerca dei parcheggi, il comune ha installato un sistema di sensori per comunicare i posti auto disponibili.
- Helsinki: promuovendo un approccio partecipativo, responsabile e trasparente dell'amministrazione, è stata creata un'applicazione che consente ai cittadini di partecipare ad audizioni relative all’introduzione di progetti innovativi. Questa soluzione si accompagnata all'impegno nel ridurre il fenomeno noto come “digital divide”.