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9 Gennaio 2025
16:50

Cosa sono quelle patine bianche che compaiono sui muri? Perché si formano e come toglierle

Le patine bianche che si formano sui muri si chiamano efflorescenze: sono sali che si depositano sulla superficie dei materiali da costruzione, come calcestruzzo o mattoni, per via dell'evaporazione di acqua o processi chimici. In genere non provocano danni strutturali, ma in alcuni casi possono portare all’indebolimento del muro stesso.

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Cosa sono quelle patine bianche che compaiono sui muri? Perché si formano e come toglierle
efflorescenze muri

Avete mai notato quelle particolari patine bianche che compaiono sulle pareti esterne esposte all’aria? Si tratta di efflorescenze, depositi di sali dovuti a un fenomeno ben noto al mondo dell’edilizia, dovuto all’esposizione ad agenti atmosferici, in particolare umidità e anidride carbonica. L’umidità, o meglio l’acqua, trasporta i composti salini disciolti presenti nel materiale che, tramite reazioni chimiche si trasformano in sali insolubili e con l’evaporazione dell’acqua si depositano in cristalli sulla superficie del materiale, formando le caratteristiche efflorescenze bianche. In altri casi, possono avvenire specifiche reazioni chimiche che portano alla formazione di sali insolubili che si depositano sul muro. Generalmente non rappresentano un pericolo strutturale, ma, se crescono all’interno delle mura potrebbero indebolire la struttura.

Come si formano le efflorescenze 

Quando una struttura, che sia un monumento architettonico o il muro di una casa, è esposta agli agenti atmosferici, entra in contatto con umidità, anidride carbonica e altre sostanze presenti nell’ambiente. Ciò provoca la migrazione verso l’esterno dei sali solubili in acqua contenuti nel materiale  Quando l’acqua evapora, i sali si cristallizzano sulla superficie formando col tempo un accumulo bianco ben visibile, appunto l’efflorescenza.

efflorescenza
Efflorescenza. Credit: Achim Hering, CC BY 3.0, via Wikimedia Commons

Tra i sali che, in seguito a differenti processi chimici, possono dar luogo al fenomeno dell’efflorescenza, troviamo carbonati, solfati e anche alcuni tipi di nitrati. Uno dei casi più comuni è quello dei depositi di carbonato di calcio, CaCO3, quando il materiale da costruzione è il cemento, utilizzato nella produzione di calcestruzzo.

carbonato di calcio

Nel processo di indurimento del materiale, si forma una serie di composti, tra cui idrossido di calcio, Ca(OH)2, un sale molto solubile in acqua. L’umidità dell’aria, come anche la pioggia che batte sul materiale, tende a sciogliere l’idrossido di calcio, trasportandolo nel tempo attraverso i pori del cemento, fino a raggiungere la superficie esterna. A contatto con l’aria dell’atmosfera, può reagire con l’anidride carbonica, CO2, secondo il seguente processo chimico:

Ca(OH)2 + CO2 → CaCO3 + H2O

Da questa reazione, l’idrossido di calcio si trasforma in carbonato di calcio, un sale in questo caso insolubile in acqua. La successiva evaporazione dell’H2O, porta a una vera e propria “fioritura” del nuovo sale, di colore bianco: l’efflorescenza.

Quali danni possono provocare e come rimuoverle

In genere, la maggior parte dei depositi di efflorescenza non danneggia il materiale da costruzione. Si tratta per lo più di alterazioni estetiche, come patine bianche o vere e proprie croste, sicuramente non gradevoli da vedere, ma che non influiscono sulla resistenza meccanica delle strutture.

Tuttavia, in alcuni casi, l’efflorescenza può avere conseguenze più gravi. Si parla allora di cripto-efflorescenza, un fenomeno del tutto analogo a quello superficiale, con una piccola ma sostanziale differenza: i sali insolubili cristallizzano all’interno del materiale. Durante il processo di cristallizzazione, i sali si espandono, generando una pressione che può causare micro-fratture e scheggiature, le quali col passare del tempo indeboliscono la struttura edile.

Ora, se notate dei depositi di efflorescenza sui muri esterni di casa vostra, non allarmatevi, perché, con ogni probabilità, la struttura sarà ancora resistente e solida. In ogni caso, esistono dei metodi per rimuovere quei sali bianchi sgradevoli a livello estetico. Inizialmente, il miglior approccio è procedere con semplici metodi meccanici: si può utilizzare una spazzola non metallica per raschiare, con cautela, le croste bianche oppure un forte getto d’acqua, avendo cura che i sali “scivolino via” dal muro. In alternativa, è fattibile operare con metodologie chimiche, applicando delicatamente una soluzione diluita di un acido o del semplice aceto da cucina. Lo stesso carbonato di calcio, tra i depositi di efflorescenza più comuni, viene ben sciolto da soluzioni acide diluite. È comunque preferibile optare per il metodo meccanico, poiché l’uso di acidi potrebbe danneggiare la superficie stessa del muro.

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