Sudore, stress, battito e respiro accelerati sono tutti sintomi della paura, l'emozione primaria che sviluppiamo di fronte a situazioni di pericolo. Ma cosa accade internamente, nel nostro cervello e nel nostro sistema nervoso, quando qualcosa ci suscita paura? In questo articolo studieremo insieme i meccanismi biologici di questo stato emotivo e vedremo la differenza con l'ansia, un'emozione simile alla paura ma che agisce tramite meccanismi biologici differenti.
Gli effetti della paura nel cervello
La paura comincia nel cervello. Questa emozione può nascere anche come risposta a stimoli di cui non siamo consapevoli, al fine di proteggerci da possibili minacce esterne che il corpo percepisce prima della coscienza.
Il centro della paura nel nostro cervello è il sistema limbico. Il suo fulcro è un piccolo nucleo neuronale, detto amigdala. Nella narrazione comune è spesso associato a emozioni spiacevoli come la rabbia e, per l'appunto, la paura. Il nucleo laterale dell’amigdala è la prima area del cervello ad attivarsi quando i nostri sensi comunicano indizi di una possibile minaccia. Il nucleo laterale comunica poi con il nucleo centrale dell'amigdala per poi passare l’informazione al corpo striato, un’altra regione del cervello interconnessa al sistema limbico.
Il fatto che l'amigdala sia il nucleo della paura è dimostrato dagli studi condotti su umani. Impostando un set-up sperimentale che incuta timore ai soggetti, le immagini ricavate dalla fMRI (risonanza magnetica funzionale) non lasciano spazio a dubbi: la regione del cervello più attiva quando si prova paura è proprio l’amigdala. Anche studi su soggetti con danni alla zona del sistema limbico confermano questa ipotesi: in tali casi l’amigdala non si attiva di fronte alle minacce. Un comportamento – ignorare la paura – che ovviamente può avere conseguenze molto gravi.
Gli effetti della paura nel corpo
Una volta attivata la paura a livello cerebrale entra in azione il sistema nervoso simpatico (una branca del sistema nervoso autonomo) innescando una serie di risposte fisiologiche automatiche molto rapide e mirate. Questo sistema attiva la liberazione di adrenalina, un potente ormone dello stress, dalle ghiandole surrenali. L'adrenalina aumenta il battito cardiaco e la pressione sanguigna, dirigendo il flusso sanguigno verso i muscoli scheletrici per preparare il corpo alla fuga o al combattimento. Le pupille si dilatano per migliorare la visione periferica e la percezione visiva, mentre la sudorazione aumenta per raffreddare il corpo in vista di un possibile sforzo fisico. Inoltre, la digestione viene temporaneamente rallentata poiché l'energia viene deviata verso le funzioni vitali.
Queste reazioni innescate dal sistema nervoso simpatico prende il nome di “risposta di lotta o fuga”, poiché prepara il corpo a fronteggiare la minaccia tramite una rapida ritirata o uno scontro. Questo meccanismo ancestrale è stato fondamentale per la sopravvivenza nei tempi antichi e mostra quanto il nostro corpo sia adattabile di fronte a situazioni pericolose.
Gli effetti dell'ansia
Attenzione però a non confondere paura e ansia. La differenza, secondo la psicologia generale, sta nella realtà e concretezza del pericolo: un soggetto ansioso percepisce come pericolosa anche una situazione che non può nuocergli nell'immediato. La paura del futuro, per esempio, potrebbe essere definita ansia. La differenza però non è soltanto psicologica, ma ha anche delle visibili basi neurali. In presenza di minacce ansiogene, che non costituiscono dunque un pericolo imminente ma generano comunque preoccupazione, ad attivarsi non è l’amigdala bensì il nucleo della stria terminale, anch'essa parte del sistema limbico.
Quando proviamo ansia il corpo subisce delle reazioni simili a quelle della paura ma in misura prolungata, coinvolgendo il sistema nervoso autonomo e il sistema endocrino. In risposta a stimoli ansiosi, il cervello attiva il sistema nervoso simpatico, che aumenta la produzione di cortisolo, un ormone dello stress, da parte delle ghiandole surrenali. Il cortisolo influisce su una vasta gamma di processi fisiologici, tra cui il metabolismo, il sistema immunitario e la regolazione dell'umore. Nelle situazioni di ansia, questo ormone può essere prodotto in quantità eccessive, portando a sintomi fisici come l'accelerazione del battito cardiaco, tensione muscolare, sudorazione e tremori.
Ansia e paura: due emozioni da combattere?
In conclusione, la paura è una risposta naturale e adattativa alle situazioni pericolose, che coinvolge l'amigdala e scatena una serie di reazioni fisiche per prepararci a fronteggiare la minaccia. La sua controparte, l'ansia, è una preoccupazione costante e anticipatoria che può avere effetti negativi sulla salute. Nelle giuste quantità e con le giuste intensità sono emozioni naturali e utili, ma è cruciale saper riconoscere quando compromettono il nostro normale benessere. Quando siamo consapevoli del funzionamento del nostro cervello e del nostro corpo in situazioni di paura o ansia possiamo sviluppare strategie per affrontarle in modo sano e equilibrato, così come possiamo decidere di intraprendere un percorso di terapia psicologico per comprenderne meglio le cause ed eventualmente intervenire.