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14 Giugno 2024
19:30

Cos’era davvero il labirinto del Minotauro di Cnosso a Creta? Dal mito di Minosse al suo palazzo

Il mito del Minotauro e del Labirinto di Cnosso a Creta potrebbero trovare spiegazione in alcune peculiarità dell'antica civiltà minoica, come l'architettura dei palazzi e la venerazione nei confronti dei tori. Capiamo quanto c'è di vero nel mito.

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Cos’era davvero il labirinto del Minotauro di Cnosso a Creta? Dal mito di Minosse al suo palazzo
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Il mito greco del Labirinto di Cnosso e del Minotauro nell'isola mediterranea di Creta ha origini molto più complesse e profonde di quanto si possa immaginare. Da una parte bisogna tenere in mente l'altissima considerazione che i tori avevano presso la civiltà minoica, dall'altra l'interpretazione che è stata data successivamente alle numerose vestigia archeologiche cretesi. In questo articolo cerchiamo di ripercorre le tappe storiche e le prove archeologiche alla base del mito del Labirinto del Minotauro sull'isola greca e di comprendere quanto ci sia di vero.

Il mito del Minotauro e del Labirinto

Secondo la versione più nota del mito greco, le origini del Labirinto e del Minotauro sono da ricercarsi nel rapporto conflittuale fra Minosse, re di Creta, e il dio del mare Poseidone. Infatti, in occasione di un sacrificio, il re pregò la divinità di inviargli un toro da sacrificare. A quel punto, Poseidone fece emergere dalle acque uno stupendo toro bianco. Nel vedere la splendida creatura, Minosse decise di non sacrificarla, e piuttosto di tenerla per sé. Ciò causò le ire del dio del mare.

Per vendicarsi dell'affronto, Poseidone fece in modo di far innamorare Pasifae, la moglie di Minosse, del toro stesso. La donna, in preda a un desiderio incontrollabile, commissionò al celebre inventore Dedalo di costruire il simulacro di una vacca, affinché lei potesse inserirsi al suo interno e consumare così un rapporto con l'amato toro bianco.

Da questo rapporto nacque il Minotauro, una creature metà umana e metà toro. Per nascondere il frutto della passione mostruosa della moglie e salvaguardare la popolazione di Creta dalla violenza della creatura, Minosse decise di nascondere il Minotauro. Incaricò così Dedalo di realizzare il Labirinto, un vasto complesso dal quale sarebbe stato impossibile uscire.

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Pasifae, regina di Creta, assieme al Minotauro appena nato, kylix a figure rosse da Vulci, Etruria

Minosse fece così rinchiudere il Minotauro all'interno del Labirinto, e nutrito ogni anno con sette fanciulle e sette fanciulli provenienti dalla città di Atene, che in questo modo segnalava la propria sottomissione a Creta. Per fermare questa tremenda carneficina della gioventù ateniese, Teseo, figlio del re di Atene Egeo, penetrò nel Labirinto per cercare di uccidere la creatura. Con l'aiuto di Arianna, figlia di Minosse, che si era innamorata di lui, e del suo celebre filo, Teseo entrò nel Labirinto, uccise il Minotauro e riuscì ad uscire, portando in salvo i giovani ateniesi.

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Teseo uccide il Minotauro, vaso a figure rosse

Il toro a Creta

Presso la raffinatissima civiltà minoica, che fiorì a Creta durante l'età del bronzo tra l'inizio del III millennio e la metà del II millennio a.C., il toro era una figura di primissimo piano. Da sempre, questo animale è stato ritenuto una manifestazione di forza, potenza e fecondità, proprio per via delle sue caratteristiche fisiche. Questo rispetto e questa sacralità nei confronti dei tori era condivisa con moltissime altre civiltà antiche.

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Rhyton (contenitore usato per le offerte rituali di olio, vino e acqua) rappresentante una testa di toro con grandissimo dettaglio, da Cnosso, XVII–XV sec. a. C.) Credit: Zde

In particolare, nell'arte cretese, questo animale compare ripetutamente, sia nelle pitture parietali che nella scultura. Un tipo di raffigurazione molto noto è quello della "taurocatapsia", ovvero i salti acrobatici al di sopra del toro. Questa pratica doveva essere probabilmente un tipo di gioco acrobatico rituale durante il quale ragazze e ragazzi mostravano le proprie abilità atletiche.

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Affresco della taurocatapsia, palazzo di Cnosso, XVII–XV sec. a. C.

Gli archeologi dibattono ancora oggi sull'effettiva esistenza e il significato di questo gioco. Può darsi che il rituale avesse il significato intrinseco di dimostrare l'equilibrio o la dominazione fra la natura e l'uomo, ma ad oggi si tratta solamente di ipotesi.

La teoria del labirinto: da dove viene e cosa rappresenta

Secondo l'archeologo britannico Arthur Evans (1851-1941), che si occupò degli scavi del palazzo minoico di Cnosso, il mito del Labirinto troverebbe la sua spiegazione nelle particolarità architettoniche dei palazzi cretesi dell'età del bronzo. Queste costruzioni fungevano da centri del potere amministrativo, religioso ed economico per gli antichi minoici, e dal punto di vista architettonico erano molto complessi ed elaborati. Proprio la loro complessità architettonica, oltre al ritrovamento di numerosi richiami al culto del toro, potrebbero aver fatto nascere il mito di Dedalo e del Labirinto.

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La complessa pianta del palazzo di Cnosso potrebbe essere stata alla base del mito del Labirinto, secondo Arthur Evans. Credit: Rigorius

Le teorie di Evans sono state riviste, smentite e riportate in auge molte volte nel corso dell'ultimo secolo. Vale tuttavia la pena ricordare come la parola Labirinto, di probabile origine pregreca, possa essere messa in relazione con delle strutture sotterranee, sulla base di studi e confronti con fonti diverse. Di per sé anche il significato del mito del Minotauro stesso potrebbe essere interessante. L'uccisione di una creatura taurina da parte di un principe ateniese come Teseo avrebbe potuto rappresentare in forma mitica il mutato rapporto politico fra Creta e la terraferma greca.

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Moneta in argento di Cnosso, molto più tarda rispetto al periodo minoico, (IV sec. a. C.) raffigurante il Labirinto. Credit: AlMare
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