Le più antiche forme di scrittura note ad oggi sono pittogrammi: si tratta di insiemi di segni che rappresentano direttamente il concetto o l'oggetto che si vuole esprimere. Sistemi pittografici sono, ad esempio, quello geroglifico egizio (nelle sue fasi iniziali) e quello protocuneiforme sumerico, nato nell'antica Mesopotamia (attuale Iraq). I più antichi documenti scritti in nostro possesso, di conseguenza, sono originari proprio di questa parte del Medio Oriente, e risalgono alla seconda metà del IV millennio a.C. Ma qual è il più antico in assoluto? Potrebbe essere la tavoletta di Kish, databile intorno al 3500 a.C. ed esposta al Museo Nazionale Iracheno di Baghdad. Tuttavia rispondere correttamente a questa domanda risulta piuttosto complesso: capiamo perché.
In archeologia, infatti, per permettere la corretta datazione di un manufatto, è necessario lavorare seguendo il metodo stratigrafico, che permette di visionare con un buon grado di precisione la successione dei diversi depositi di terra, appunto gli "strati" che seppelliscono i siti. Gran parte delle tavolette scritte in protocuneiforme in nostro possesso sono state ritrovate però nel corso di scavi archeologici eseguiti tra la fine dell'800 e l'inizio del ‘900, in un periodo in cui la scienza archeologica non applicava ancora il metodo stratigrafico. Per questa ragione, i manufatti, una volta raccolti dal loro contesto originale, difficilmente possono essere datati con precisione.
In generale, tuttavia, le più antiche tracce di scrittura protocuneiforme vengono fatte risalire al periodo che gli archeologi chiamano "di Uruk", dal nome della principale città sumera dell'epoca, corrispondente alla seconda metà del IV millennio a.C. I documenti relativi a questa fase sono tavolette di argilla impiegate probabilmente per tenere il conto del surplus agricolo, una necessità di natura economica e sociale, che ha dato il via alla successiva evoluzione della scrittura.
Per quanto non si possa del tutto esserne certi, la tavoletta più antica nota oggi è quella proveniente da Kish, un'antica città sumera, oggi ubicata nell'Iraq centrale, e viene fatta risalire attorno al 3500 a.C. Attualmente è custodita al Museo Nazionale Iracheno di Baghdad. Allo stato attuale delle conoscenze, non si è ancora in grado di tradurne il significato, probabilmente proprio perché espressione di una fase di transizione estremamente complessa tra scrittura pittografica e ideografica, in grado di riportare concetti più complessi.