È sempre più diffuso sentire discorsi sulla sostenibilità, sul cambiamento climatico, sui danni agli ecosistemi e sulle calamità naturali che imperversano in ogni angolo del Pianeta. Spesso però si danno per scontati dei termini e delle espressioni che magari non lo sono. Facciamo quindi una piccola riflessione sulla cosiddetta impronta ecologica, cioè sull’impatto che le nostre attività hanno sul Pianeta e sulla capacità che ha la Terra di rigenerare le risorse che consumiamo costantemente. In sintesi, al momento sarebbero necessari 1,75 pianeti Terra per soddisfare i bisogni necessari a mantenere il nostro stile di vita.
Una premessa sul concetto di sostenibilità
Prima di tutto facciamo un veloce ripasso del concetto di sostenibilità, il primo "mattone" per comprendere cosa significa impronta ecologica. Con la parola "sostenibilità" si intende la capacità del nostro modello di sviluppo (economico, sociale, tecnologico…) di soddisfare i bisogni attuali dell'umanità senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i loro.
In altre parole, uno sviluppo è sostenibile se consuma solo le risorse strettamente necessarie e non compromette gli equilibri del Pianeta. In questo modo le risorse naturali, e la capacità della Terra di rigenerarle consentiranno uno sviluppo che potrà andare avanti nel tempo.
Cosa significa impronta ecologica e come si misura
L’impronta ecologica è l’indicatore che mostra qual è l’impatto delle attività umane sugli ecosistemi. Più nello specifico, l’impronta ecologica misura la superficie produttiva di terra e di mare che serve a rigenerare le risorse consumate da una popolazione o da un singolo individuo e ad assorbire i rifiuti prodotti.
L’unità di misura della superficie utilizzata per stimare l’impronta ecologica si chiama ettaro globale (gha). L’ettaro globale è il valore medio della produttività di ogni ettaro del Pianeta: si utilizza una media perché non tutta la superficie della Terra è produttiva allo stesso modo.
Quindi, per fare un esempio, semplificando un po' il discorso (in teoria servono calcoli complessi), l’impronta ecologica di un cittadino statunitense è di 9,6 gha. Questo significa che per soddisfare i bisogni derivanti dallo stile di vita di un cittadino americano serve una superficie di 9,6 ettari di terreno produttivo.
Il rapporto tra impatto umano e biocapacità
Ora, se l’impronta ecologica di una popolazione è maggiore della capacità del territorio che abita di produrre le risorse naturali si parla di deficit ecologico, cioè quella popolazione non ha uno stile di vita sostenibile.
Al contrario, se l’impronta ecologica di una popolazione è inferiore alle capacità del territorio, si parla di surplus ecologico: quella data popolazione sta vivendo in modo sostenibile.
Ecco, per introdurre un ulteriore termine tecnico e sintetico che potreste sentire, la capacità di ecosistemi e territori di produrre risorse naturali viene chiamata biocapacità.
L’impatto ambientale dei Paesi del mondo
In generale i Paesi più sviluppati da un punto di vista economico sono quelli che hanno un maggiore impatto sugli ecosistemi della Terra. Questo perché, in media, gli standard di vita sono molto alti e le persone consumano una maggiore quantità di risorse per soddisfare i propri bisogni. Nei Paesi occidentali, per esempio, abbiamo un’alimentazione molto ricca e varia, consumiamo molta acqua e molta elettricità, disponiamo di grandi quantità di dispositivi elettronici, usiamo molto l’automobile e i mezzi pubblici.
In altri Paesi, come per esempio Cina e India, l’impronta ecologica pro capite (cioè di un singolo individuo) è minore di quella dei Paesi occidentali. Tuttavia, l’impronta ecologica dell’intera nazione è ugualmente molto elevata, non tanto perché gli standard di vita siano mediamente molto alti, ma piuttosto perché questi Stati sono estremamente popolati hanno processi industriali e cicli di produzione economica non ancora ottimizzati. Di conseguenza emissioni e rifiuti sono prodotti in quantità elevata.
L'attuale impronta ecologica mondiale
Attualmente l’impronta ecologica media per persona nel mondo è di 2,8 ettari globali. A fronte di una biocapacità media mondiale di 1,6 ettari globali, abbiamo un deficit di 1,2 ettari globali. Questo significa che, mediamente, il nostro stile di vita non è sostenibile perché consuma più risorse di quante la Terra non riesca a produrne.
Secondo i calcoli del Global Footprint Network, l’organizzazione che si occupa di misurare l’impronta ecologica dei Paesi del mondo, attualmente servirebbero 1,75 pianeti Terra per soddisfare i bisogni necessari a mantenere il nostro stile di vita.
L’Earth Overshoot Day
Utilizzando i valori dell’impronta ecologica e della biocapacità mondiali il Global Footprint Network determina anche il cosiddetto Earth Overshoot Day ("Giorno del Sovrasfruttamento"), cioè l’ipotetico giorno dell’anno in cui gli esseri umani hanno consumato tutte le risorse che la Terra è in grado di produrre in quello stesso anno.
Nel 2022 l’Earth Overshoot Day è stato il 28 luglio. Significa che la popolazione mondiale ha consumato in circa la metà del tempo le risorse che avrebbe avuto ipoteticamente a disposizione in quello stesso anno.
Benché l’indicatore dell’impronta ecologica presenti diversi limiti che non consentono di avere una lettura completa del rapporto tra impatto ambientale e biocapacità terrestre, dovrebbe essere ormai chiaro che i nostri stili di vita non sono sostenibili a lungo termine e incidono sul Pianeta al pari o più della sovrappopolazione.
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