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7 Settembre 2025
18:00

La crisi idrica di Flint, quando l’acqua potabile provocò avvelenamenti da piombo e legionellosi

Nel 2014 la città di Flint (USA) decise di rifornirsi dall'acquedotto locale, un impianto obsoleto e ancora servito da tubi di piombo, per motivi economici. Il metallo finì nell'acqua potabile e avvenne un'epidemia di Legionellosi.

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La crisi idrica di Flint, quando l’acqua potabile provocò avvelenamenti da piombo e legionellosi
Flint crisi acqua

Gli USA sono forse la patria dell'"ambientalismo moderno" occidentale: inquinamento elevato ed eventi simbolici come l'incendio del fiume Cuyahoga hanno favorito già tra gli anni '60 e '70 la fondazione di enti di controllo statali come l'EPA (Environmental Protection Agency) e la formazione di una coscienza ambientale pubblica. Nonostante ciò, ancora oggi i cittadini affrontano pericoli per la propria salute, come nel caso della "Crisi dell'acqua di Flint", in Michigan, avvenuta tra il 2014 e il 2016 e causata dal cambiamento delle fonti di approvvigionamento dell'acqua potabile. Per ridurre i costi, l'amministrazione cittadina chiuse il contratto con il Dipartimento Idrico e Fognario di Detroit (Detroit Water and Sewage Department, DWSD),e iniziò a utilizzare il fiume Flint come fonte d'acqua. Le caratteristiche non adeguatamente valutate dell'acqua del fiume, unite all'obsoleto sistema idraulico cittadino in buona parte ancora servito da tubi di piombo, causarono il rilascio del metallo nell'acqua potabile nei due anni successivi, nonché il proliferare del batterio Legionella. Questo portò a 91 casi di Legionellosi, 12 dei quali letali, e intossicazioni da piombo, con conseguenze gravi sul sistema nervoso di feti e bambini. La gestione della crisi fu inficiata da decisioni politiche: si decise di interrompere, per motivi economici e di consenso, l'uso pionieristico di un modello di intelligenza artificiale per programmare gli interventi di scavo e ricerca di tubature in piombo, causando ritardi nella bonifica degli impianti cittadini. La reintroduzione del programma di AI, portò però in breve alla bonifica del 95% della rete in piombo.

Responsabilità politica e crisi economica: come si è arrivati alla crisi idrica di Flint

Come molte altre crisi sociali e ambientali, negli USA e nel mondo occidentale, quella di Flint ha le sue radici nel crollo dell'economia. Dagli anni '60, la cittadina di Flint si riforniva di acqua potabile dall'acquedotto di Detroit (DWSD), che si approvvigionava dal lago Huron, mantenendo il vecchio impianto locale che sfruttava le acque del vicino fiume Flint (Flint Water Service Center, FWSC), costruito nel 1883, solo per le emergenze, senza investimenti per adeguamenti.

La rapida crescita della città durante gli anni di industrializzazione (grazie, per esempio agli stabilimenti del produttore automobilistico General Motors, GM), aveva però subito un freno nel corso degli anni e portato alla scomparsa di posti di lavoro: al momento della crisi idrica, il 43% degli abitanti viveva in povertà.

Il rallentamento dell'economia locale portò allo spopolamento della città, con un esodo delle fasce più ricche della popolazione verso le aree suburbane o in aree degli States con migliori prospettive lavorative. Meno abitanti significa meno introiti dalle tasse, condizione che negli anni 2000 mise in crisi le casse dell'amministrazione, alle prese con infrastrutture obsolete e sovradimensionate da mantenere.

Flint fiume
L’impianto che si riforniva dal fiume Flint era obsoleto, per anni non aveva ricevuto manutenzione e gran parte della rete utilizzava ancora tubature in piombo

Nel 2012, per ridurre i costi, l'amministrazione approvò un piano per miscelare l'acqua del DWSD con quella ricavata dal fiume Flint e alla fine nel 2013, in mancanza di un accordo con Detroit, l'impianto locale di Flint divenne la fonte principale di acqua. Nonostante alcune rimostranze, come quelle del supervisore dell'impianto locale Mike Glasgow, dal 2014 il passaggio alle acque del fiume Flint divenne effettivo.

Acqua sporca e impianti corrosi: le cause dell'avvelenamento dell'acqua potabile

Dopo poche settimane, diversi cittadini segnalarono che l'acqua erogata appariva sporca, di colore rosso/arancione, con odore e sapore insolito. Le lamentele giunsero anche dagli impianti della GM, che dopo pochi mesi cambiarono fornitore d'acqua, perché quella dell'impianto di Flint risultava troppo corrosiva per le lavorazioni industriali.

Per via dell'alto carico di materiale organico nelle acque fluviali, l'impianto di potabilizzazione doveva usare massicce dosi di coagulanti (prodotti che permettono di ripulire l'acqua, facendo precipitare gli inquinanti) a base di Ferro Cloruro. Questi trattamenti e le conseguenti fluttuazioni di pH nell'acqua erogata non furono adeguatamente monitorati: l'impianto non utilizzava additivi (come i fosfati), per controllare il potere corrosivo dell'acqua post-trattamento.

L'epidemia di Legionella e il piombo nell'acqua: le conseguenze del disastro ambientale

La presenza di alti valori di carbonio organico e ferro disciolti nell'acqua vennero identificate come condizioni favorevoli allo sviluppo del batterio Legionella e di batteri coliformi nell'acqua: nell'estate del 2014 la conta batterica superò la soglia massima diverse volte, ma solamente nel 2016 furono date comunicazioni ufficiali sulle epidemie di Legionellosi, che nel frattempo avevano causato 91 contagi e 12 decessi.

L'elevato potere corrosivo, unito all'alta percentuale di tubature in Piombo (Pb) del vecchio sistema di distribuzione, causarono anche l'aumento di concentrazione di questo metallo nell'acqua potabile. Nel febbraio del 2015, le analisi dell'acqua di rubinetto di una residente, Lee Ann Walters, mostrarono un valore di 104 µg/l di Pb, mentre il 20% dei campioni prelevati in città superavano i 15 µg/l, un valore considerato d'allarme negli USA (e maggiore del valore di legge per le acque potabili in Italia ed Europa, 10 µg/l).

tubatura in piombo
L’associazione tra piombo e acqua è antica: già i Romani usavano questo metallo per le tubature, per la facile lavorabilità e maggior resistenza all’ossidazione rispetto al ferro Credit: Wellcome Images, Wikimedia Commons, CC BY 4.0

L'esposizione al piombo è un problema grave soprattutto per i feti e i bambini, suscettibili a concentrazioni molto più basse degli adulti: nei bambini, il piombo è infatti associato a danni al sistema nervoso, problemi dell'apprendimento, mancato sviluppo fisico (bassa statura) e malformazioni delle cellule sanguigne. Negli adulti, concentrazioni più alte portano a problemi cardiocircolatori e ipertensione, ridotta funzionalità dei reni e problemi all'apparato riproduttore di entrambi i sessi.

La risposta alla crisi e l'aiuto dell'intelligenza artificiale

Nel 2016, il governatore del Michigan richiese lo stato di emergenza, e la Casa Bianca autorizzò l'intervento della Federal Emergency Management Agency (FEMA), la "protezione civile" statunitense, nella gestione della crisi: i primi interventi furono la distribuzione di acqua potabile imbottigliata e l'installazione di filtri nelle case dove le analisi avevano mostrato alti livelli di piombo.

Il passo successivo fu "bonificare" gli impianti, ricercando ed eliminando le tubature in piombo: un compito colossale, soprattutto a causa dell'età degli impianti e la scarsità di documentazioni mai digitalizzate, che portava spesso a scavare in aree dove le tubazioni erano già in rame.

Un gruppo di volontari, supportati economicamente da Google, mise a punto un sistema di machine learning in grado di studiare i dati degli scavi eseguiti e le informazioni disponibili (come l'anno di costruzione delle abitazioni, il periodo di sviluppo del quartiere e il tipo di edificio) per creare un modello predittivo di ricerca delle tubature in piombo. Fu un successo: nel corso del 2017, seguendo le indicazioni dell'AI, il 70% degli scavi eseguiti individuò tubature da sostituire.

Nel 2018, però, un cambio di appaltatore per gli scavi e pressioni politiche per una ricerca più "distribuita" sul territorio portarono all'abbandono del modello. La mossa placò le lamentele degli abitanti di aree meno controllate, ma a Novembre dello stesso anno, solamente il 15% degli scavi portò alla luce tubature in piombo.

In tre aree incluse nel nuovo piano di scavi ci furono centinaia di interventi, che portarono però alla scoperta di poche unità in piombo da sostituire; nel frattempo, quartieri indicati dal modello IA come "ad alto rischio" videro un significativo rallentamento dei lavori. Nel 2019, su pressioni dello Stato del Michigan, venne reintrodotto il modello predittivo e nel 2022, l'amministrazione comunale dichiarò di aver raggiunto il 95% dei lavori previsti.

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