L'espressione italiana "nientepopodimeno" (unione degli elementi "niente"+ "po'" ripetuto due volte+ "di"+ "meno") è usata spesso in modo ironico per esprimere sorpresa, esagerazione o per sottolineare una certa enfasi in ciò che si sta dicendo, un po' come "nientemeno" o "addirittura". Ma da dove nasce questo curioso modo di dire? In sintesi viene dal linguaggio amministrativo e letterario del Seicento e Settecento quando fu creata e poi utilizzata per sottolineare l'importanza di persone o fatti citati in documenti ufficiali e opere. Approfondiamo meglio la questione.
L'origine dell'espressione "nientepopodimeno"
L'espressione "nientepopodimeno" è composta da quattro elementi che, presi singolarmente, hanno significati ben distinti: niente (nulla, assenza di qualcosa), po‘ (poco), di (preposizione) e meno (minore). Tuttavia, il loro insieme genera una formula linguistica che esprime l'esatto opposto del significato apparente. Infatti, viene usata per indicare qualcosa di grandioso o straordinario.
Sorprendentemente, l’espressione ha origine nel linguaggio burocratico e letterario del XVII e XVIII secolo. Nella sua forma originaria, si usava in contesti formali per sottolineare la straordinarietà o l'importanza di una persona o di un fatto.
In una lettera o un documento ufficiale indirizzato a un’autorità, poteva comparire in frasi come:
“È giunta oggi nella nostra città nientepopodimeno che Sua Eccellenza il Viceré, recando con sé importanti disposizioni reali".
In questo contesto, veniva impiegato per amplificare l'importanza del personaggio o della situazione, conferendo al testo un tono di deferenza e rispetto.
Un altro esempio si può trovare nel contesto letterario e teatrale dell’epoca, quando veniva impiegata per enfatizzare l'entrata in scena di un personaggio di grande rilievo, magari in una commedia dell'arte o nelle opere letterarie barocche, che si caratterizzava per il gusto dell'eccesso e della magniloquenza. Il teatro, in particolare la commedia dell'arte, utilizzava espressioni come "nientepopodimeno" per sottolineare l'ingresso in scena di personaggi di grande importanza o per marcare momenti enfatici.
L'evoluzione e l'uso moderno
Col passare dei secoli, "nientepopodimeno" ha subito un'evoluzione: da espressione formale e ossequiosa, è diventata sempre più ironica, usata spesso per ridicolizzare o minimizzare l'importanza di un fatto presentato con enfasi esagerata. Oggi è parte integrante del linguaggio parlato, specialmente in contesti scherzosi, in cui si vuole sottolineare l'esagerazione di un evento o di un'affermazione. La televisione e il cinema italiani del Novecento hanno dato nuova vita a "nientepopodimeno". Famosi comici e attori ne hanno fatto largo uso, conferendogli una connotazione quasi farsesca. L'ironia insita nell'espressione è diventata una cifra stilistica di molti sketch, rafforzando ulteriormente la sua presenza nel linguaggio quotidiano.
Curiosità linguistiche
Un dettaglio interessante riguarda la forma dell'espressione, che è stata accolta nel lessico comune senza subire grandi modifiche nel corso dei secoli. Altre espressioni simili, come "nientemeno", hanno subito cambiamenti o sono cadute in disuso, mentre "nientepopodimeno" è rimasta stabile nella sua struttura e nel suo significato.
È interessante inoltre notare che espressioni simili esistono anche in altre lingue, spesso con lo stesso effetto ironico. In inglese, ad esempio, "no less than" viene utilizzato in maniera analoga per enfatizzare la grandiosità o l'importanza di qualcosa, pur mantenendo una certa sfumatura sarcastica in contesti informali.
L'espressione "nientepopodimeno" rappresenta un esempio affascinante di come la lingua possa evolversi e assumere nuovi significati nel tempo. Da frase ossequiosa a formula ironica, continua a essere parte viva del linguaggio colloquiale italiano, dimostrando come il passato possa influenzare il presente linguistico.