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28 Novembre 2023
16:02

Decifrare i papiri di Ercolano con l’intelligenza artificiale: il progetto Vesuvius Challenge

Un progetto dell'Università del Kentucky sta aprendo la strada all'uso dell'intelligenza artificiale per la decifrazione dei papiri carbonizzati a Ercolano durante l'eruzione del Vesuvio del 79 d.C.

A cura di Andrea Basso
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Decifrare i papiri di Ercolano con l’intelligenza artificiale: il progetto Vesuvius Challenge
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L’eruzione del Vesuvio del 79 d. C. è sicuramente una delle più importanti della storia, indissolubilmente legata al patrimonio archeologico che ha permesso di conservare, sotto una coltre di cenere e pomici, nelle città romane di Pompei ed Ercolano. Ora l’intelligenza artificiale potrebbe aiutare a decifrare i fragilissimi papiri di Ercolano grazie al progetto Vesuvius Challenge, che sfrutta i nuovi algoritmi di AI per riconoscere le parole contenute nei papiri carbonizzati sottoposti a tomografie a raggi X.

I papiri di Ercolano

A metà del XVIII secolo, durante gli scavi di Ercolano promossi dai Borbone all’interno di quella che oggi è nota come Villa dei Papiri, venne ritrovata quella che a oggi è l’unica biblioteca dell’antichità intatta conservatasi fino a oggi. I testi sono per la maggior parte in greco, e il corpus consiste in più di 1800 papiri in diversi stati di conservazione, conservatisi per quasi duemila anni perché carbonizzati. Una parte di essi è stata srotolata e studiata già durante il XIX secolo, ma un gran numero di papiri è in uno stato di conservazione così precario che solo toccarli li distruggerebbe.

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Credits: Giacomo Castrucci, via Wikimedia Commons.

Il progetto Vesuvius Challenge basato su AI

Per tentare di leggere i rotoli carbonizzati, negli scorsi anni si è ricorso alle tomografie a raggi X, una tecnica che senza toccare il rotolo ha permesso di mettere in evidenza i minimi cambiamenti di spessore tra le parti del rotolo dove vi è presenza di inchiostro e quelle in cui invece non è stato scritto nulla. Un team dell’Università del Kentucky ha messo a punto un algoritmo che se correttamente impiegato potrebbe permettere di leggere questi piccolissimi cambiamenti di spessore, e riconoscere quindi i testi scritti sui papiri.

Per questo motivo l’ateneo statunitense ha lanciato il progetto Vesuvius Challenge, mettendo a disposizione di tutti l’intelligenza artificiale, i modelli 3D dei papiri sottoposti alle tomografie, e premi in denaro per chi fosse riuscito a decifrare delle parole oppure un intero testo. Il primo gruppo di lavoro in grado di decifrare un intero papiro entro il 31 dicembre 2023 vincerà il primo premio da 700.000 dollari.

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Raffigurazione di uno dei papiri di Ercolano. Credits: Giacomo Castrucci, via Wikimedia Commons.

“Porpora”: la prima parola decifrata grazie all'intelligenza artificiale

I primi informatici che sono riusciti a ottenere un qualche risultato sono stati Luke Farritor, statunitense, e Youssef Nader, tedesco, che sono riusciti a individuare, in maniera del tutto indipendente l’uno dall’altro, la parola greca porphyros, cioè “porpora”. I due studiosi sono stati premiati con decine di migliaia di dollari.

Di per sé, la parola “porpora” da sola non è in grado di dare molte informazioni a riguardo del testo custodito all’interno del papiro, ma si tratta di una dimostrazione delle potenzialità dell'AI per decifrare i papiri. È il primo passo in un filone di ricerca che potrebbe rivelarsi essenziale nello studio della produzione letteraria antica.

Da quello che sappiamo adesso, la biblioteca della Villa dei Papiri conteneva una grande collezione di testi di filosofia epicurea, attribuiti a Filodemo di Gadara, un filosofo di lingua greca del I secolo a.C. Ciò che rende ancora più affascinante questa notizia è il fatto che la Villa dei Papiri sia stata attribuita da storici e archeologi a Lucio Calpurnio Pisone, console nel 58 a.C. e suocero di Giulio Cesare, amico intimo del filosofo Filodemo che probabilmente risiedette proprio in questa villa di Ercolano per un certo periodo.

Se il lungo lavoro del progetto continuerà a dare frutti, potremmo anche avere la possibilità di avere accesso a testi antichi che non sono riusciti ad arrivare fino a noi, contribuendo in maniera decisiva alla nostra conoscenza della letteratura e della filosofia classica.

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