Una tempesta geomagnetica di categoria G4 (quindi “severa” secondo la classificazione ufficiale) è prevista sulla Terra tra oggi giovedì 10 ottobre e domani venerdì 11 ottobre 2024. A provocarla una grande espulsione di massa coronale prodotta dal Sole mercoledì mattina generata dal brillamento di classe X1.8 (X è la classe più elevata). Data la quantità di materia espulsa e la direzione del flusso di plasma solare, lo Space Weather Prediction Center del NOAA prevede la possibilità di una tempesta geomagnetica abbastanza intensa da produrre aurore boreali visibili anche alle latitudini italiane. Se saremo fortunati (ma non è affatto detto!) questa sera le aurore torneranno a colorare i nostri cieli dopo le spettacolari aurore di maggio 2024.
In arrivo aurore visibili dall'Italia? La difficoltà delle previsioni
Nella fattispecie, il disturbo del campo magnetico terrestre si misura con un parametro chiamato indice Kp, che va da 0 a 9. In questo caso lo Space Weather Prediction Center prevede per le prossime ore un Kp massimo di 8. Gli avvistamenti di novembre 2023 hanno testimoniato che possiamo osservare fenomeni aurorali in Italia (aurore rosse e/o archi aurorali) con un Kp di 7. È possibile quindi osservare archi aurorali o aurore vere e proprie alle nostre latitudini.
Attenzione, però: avere un Kp elevato non è garanzia di aurore. Queste infatti per formarsi – e per essere visibili anche alle nostre latitudini – hanno bisogno non solo di un sufficiente disturbo geomagnetico, ma anche del giusto allineamento tra il flusso di particelle espulse dal Sole e il campo magnetico del nostro pianeta. Senza questo allineamento, infatti, le particelle semplicemente non riescono a penetrare nello “scudo geomagnetico”. D'altra parte, con un allineamento particolarmente favorevole potremmo avere o meno un'amplificazione della risposta geomagnetica, potenzialmente in grado di far evolvere la tempesta geomagnetica alla categoria G5 (la più alta), come è successo a maggio 2024. Tutto dipenderà dall'esatta polarità dei campi al momento di arrivo del plasma solare, ma questa è una quantità di difficile predizione.
Un altro parametro rilevante è la potenza emisferica, che in parole semplici ci dice quanto rapidamente il flusso di materiale solare trasferisce energia al sistema terrestre. Al momento viaggiamo nell'ordine del 100-110 GW (gigawatt) – come regola generale, le aurore si cominciano a vedere nel Nord Italia con una potenza emisferica di almeno 120 GW.
Come cercare l'aurora boreale
Le eventuali aurore o archi aurorali saranno visibili bassi sull'orizzonte guardando in direzione nord. Vista l'aleatorietà del fenomeno, non c'è un orario preciso in cui ci aspettiamo di vedere le luci nel cielo: le previsioni parlano di Kp superiore a 7 praticamente per tutta la notte tra il 10 e l'11 ottobre. In caso favorevole, le previsioni di cielo sereno sulla maggior parte della penisola delle buone condizioni di visibilità (anche se la Luna è al primo quarto, quindi illuminata per metà).
Le aurore boreali sono tra i fenomeni atmosferici più imprevedibili, quindi diffidate da chi vi assicura che stasera vedremo spettacolari: l'unico modo per scoprirlo è alzare gli occhi al cielo e sperare che si ripeta lo spettacolo di maggio 2024! In ogni caso, è possibile monitorare l'andamento degli archi aurorali e della scala di disturbo geomagnetico sul sito del NOAA.
Cosa ha provocato la tempesta solare: una spiegazione semplice
Mercoledì 9 ottobre 2024 la macchia solare AR 3848 ha prodotto una grande brillamento solare, cioè un'improvvisa liberazione di energia (che prima era immagazzinata nel campo magnetico del Sole) sotto forma radiazione elettromagnetica. Quest'ultimi vengono classificati in basse alla loro intensità di energia emessa, con i brillamenti di classe X (quelli più energetici). Il flare, di classe X1.8, ha provocato un blackout radio moderato (categoria R2) nella metà della Terra esposta al Sole.
Grazie ai dati della sonda SOHO (Solar and Heliospheric Observatory) della NASA, gli scienziati hanno determinato che il flare è stato accompagnato da una espulsione di massa coronale (CME): significa che l'energia liberata con il flare ha "pompato" una porzione della superficie solare, dandole abbastanza energia per sfuggire sotto forma di un violento getto di materia. La traiettoria della CME puntava verso la Terra, e attualmente si sta spostando nello spazio alla velocità di 4,3 milioni di km/h, una delle più elevate registrate ultimamente dagli scienziati. A questa velocità, ci si attende che raggiunga il nostro pianeta tra il pomeriggio e la sera di oggi.