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20 Aprile 2024
6:00

Aurora boreale vista nel Nord-est e in Emilia-Romagna: causata da una forte tempesta geomagnetica

L'aurora boreale è stata avvistata nei cieli d'Italia verso le 21:30 del 19 aprile 2024 da webcam lungo l'arco alpino del medio Triveneto e l'Appennino emiliano. Lo spettacolo, raro alle nostre latitudini, è il risultato di una tempesta geomagnetica di classe G3.

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Aurora boreale vista nel Nord-est e in Emilia-Romagna: causata da una forte tempesta geomagnetica
aurora boreale 19 aprile 2024
Aurora boreale rossa avvistata il 19 aprile 2024 da una webcam nel Pian del Cansiglio, in provincia di Treviso. Credits: www.piancansigliometeowebcam.com.

I cieli italiani si sono di nuovo tinti di rosso: la sera del 19 aprile 2024, verso le 21:30 aurore boreali di colore rosso sono state registrate da diverse webcam puntate verso nord in Veneto lungo l'arco alpino e prealpino spingendosi fino in Emilia-Romagna nell'Appennino. Gli avvistamenti non sono stati molti, complice anche il maltempo in molte delle zone da cui il fenomeno astronomico sarebbe potuto essere visibile. La causa delle aurore è stata una tempesta geomagnetica di categoria G3, cioè “forte” secondo la classificazione ufficiale.

È raro osservare questo tipo di fenomeni alle nostre latitudini, ma da qualche mese la loro frequenza si è intensificata per via del fatto che il Sole si sta avvicinando al picco della sua attività magnetica (che potrebbe verificarsi entro la fine dell'anno). Ci sono stati per esempio avvistamenti a settembre 2023 e a novembre 2023: di quest'ultimo si è parlato molto non solo per l'intensità del fenomeno ma anche perché in parte gli avvistamenti non sono stati dovuti ad aurore ma a un fenomeno visivamente molto simile chiamato SAR (Stable Auroral Red arc, ovvero “arco aurorale rosso stabile”).

aurora boreale italia 19 aprile 2024
Aurora boreale vista dalla webcam del Monte Cusna, in provincia di Reggio Emilia. Credits: www.reggioemiliameteo.it.

L'aurora boreale che si è vista in Italia è stata prodotta da un'espulsione di massa coronale, cioè un violento getto di plasma composto da particelle cariche ad alta velocità proveniente dalla nostra stella. Questa espulsione ha raggiunto la Terra disturbandone la magnetosfera e causando quindi, verso le 21:00 italiane, una tempesta geomagnetica G3. Queste sono tempeste che possono provocare malfunzionamenti alla rete elettrica – soprattutto ad alte latitudini – e ai sistemi GPS.

Il campo magnetico terrestre è un efficace “scudo” che ci protegge dalle particelle energetiche che arrivano dallo spazio, ma l'arrivo dell'espulsione coronale ha indebolito la magnetosfera terrestre permettendo al materiale espulso dal Sole di raggiungere l'atmosfera, dove le particelle cariche hanno interagito con l'ossigeno presente, che in tutta risposta emette luce visibile: così si formano le aurore.

aurora boreale emilia
Aurora boreale vista dalla webcam del Monte Cusna, in provincia di Reggio Emilia. Credits: www.reggioemiliameteo.it.

Ma se le aurore sono generalmente verdi, come mai quella visibile in Italia è stata rossa? La risposta sta nell'intensità della tempesta geomagnetica. Disturbi modesti nel magnetismo terrestre permettono alle particelle solari di interagire soltanto con le molecole di ossigeno a circa 100 km di quota, che come reazione emettono luce verde. Tempeste più forti, invece, hanno come risultato anche l'interazione delle particelle con i singoli atomi di ossigeno nell'alta atmosfera, a più di 400 km di altezza, che invece emettono luce rossa. Le aurore boreeali a latitudini relativamente basse (come quelle del Nord Italia) tipicamente sono rosse perché si stanno vedendo in lontananza delle altissime aurore che si stanno sviluppando in realtà a latitudini più elevate. Aurore rosse particolarmente alte si possono vedere anche da migliaia di chilometri di distanza, e in effetti in contemporanea agli avvistamenti in Italia stavano avvenendo aurore boreali in Scandinavia.

Questo è confermato dal fatto che la tempesta geomagnetica non è stata così intensa da produrre aurore boreali alle latitudini del Nord Italia. Per misurare il disturbo geomagnetico si usa il cosiddetto indice Kp, che va da 0 a 9. Per vedere le aurore alla latitudine di 45° serve un Kp estremo, tra 8 e 9, mentre durante l'aurora del 19 aprile l'indice Kp era pari a 7.

Questo è il valore che si era registrato anche a novembre 2023, quando insieme alle aurore vere e proprie in Italia sono stati avvistati anche SAR, fenomeni visivamente molto simili alle aurore boreali rosse ma generati da un meccanismo fisico diverso. È lecito quindi chiedersi se entrambi i fenomeni siano stati responsabili delle luci rosse viste nei cieli italiani la sera del 19 aprile, come fu a novembre. Al momento non abbiamo dati certi, quindi tutto è possibile e nulla si può escludere, ma vista la presenza di aurore in Scandinavia e vista l'intensità relativamente bassa del fenomeno rispetto a quelli di novembre, è possibile che si trattasse “solamente” di aurore boreali. Attenderemo comunque aggiornamenti ufficiali in tal senso.

E ora che cosa succederà? La tempesta geomagnetica che ha dato vita alle aurore si sta spegnendo e si prevede nelle prossime ore una situazione di relativa calma, anche se nuove espulsioni di massa coronale provenienti dal Sole potrebbero raggiungerci domenica 21 aprile e dunque innescare nuove tempeste geomagnetiche.

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Filippo Bonaventura
Content editor coordinator
Laureato in Astrofisica all’Università di Trieste e ha conseguito un Master in Comunicazione della Scienza presso la SISSA di Trieste. È stato coordinatore della rivista di astronomia «Le Stelle», fondata da Margherita Hack. Insieme a Lorenzo Colombo e Matteo Miluzio gestisce il progetto di divulgazione astronomica «Chi ha paura del buio?». Vive e lavora a Milano.
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