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31 Maggio 2023
7:30

Ecco i risultati della missione italiana in Turchia per studiare i danni del recente terremoto

Un team di tecnici provenienti dall'Italia ha recentemente effettuato un'estesa indagine di campo sui luoghi interessati dal recente terremoto Turco-Siriano. Ecco i principali riscontri.

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Ecco i risultati della missione italiana in Turchia per studiare i danni del recente terremoto
terremoto turchia. missione

Il terremoto in Turchia e Siria del 2023 ha causato enormi danni e un numero spaventoso di vittime. Il potenziale distruttivo dell'evento sismico si è mostrato con tutta la sua forza e, purtroppo, le immagini che abbiamo visto nei mesi scorsi parlano in modo molto esplicito in tal senso.

Tuttavia, quanto accaduto può, deve, rappresentare un aiuto per comprendere la dinamica dei crolli osservati e migliorare tecniche, strategie e tecnologie costruttive utilizzate fino ad oggi. Con questa filosofia, una recente missione scientifica congiunta tra due importanti centri di ricerca italiani (ReLuis e Eucentre, di cui i link nei riferimenti alla fine dell'articolo), promossa dal Dipartimento della Protezione Civile, ha permesso lo sviluppo di un'estesa campagna di indagine. L'obiettivo è quello di caratterizzare la risposta strutturale del costruito presente nelle zone terremotate dei territori della Turchia.

La missione per studiare il terremoto

Le attività condotte sono state organizzate di pari passo con la Protezione Civile turca (AFAD) e, in questo caso, fanno riferimento allo sviluppo della seconda parte di un lavoro cominciato già qualche mese fa. Infatti, la prima parte del lavoro ha avuto come focus la caratterizzazione geologica e sismologica degli eventi afferenti al 6 febbraio 2023. In questa seconda fase, invece, il focus tecnico è prettamente strutturale: un team di 24 persone (tecnici, ricercatori e professori universitari) provenienti da tutta Italia ha svolto un'intensa attività di campo per documentare gli effetti della sequenza sismica sul costruito turco-siriano.

Uno tra gli aspetti più interessanti è quello relativo al confronto diretto della risposta sismica strutturale osservata su edifici di recente costruzione, cioè progettati per avere una risposta sismica all'avanguardia, rispetto a quella su edifici con ridotti o assenti input di progettazione "antisismica". Ci si riferisce, in generale, ad edifici progettati con norme tecniche e tecnologie antecedenti le moderne regole di progettazione sismica, che hanno trovato ampia applicazione solo dall'inizio del nuovo millennio. È una situazione che grossomodo si associa anche allo stato di vulnerabilità sismica del territorio italiano e rappresenta quindi un importante motivo di riflessione, sia tecnica che politico-economica.

Una sintesi dei risultati

In accordo alle indicazioni delle università locali di Ankara, METU e TED, sono stati selezionati diversi edifici che, dai dati registrati, sono stati sollecitati da varie intensità di scuotimento sismico durante gli eventi del 6 febbraio: una selezione così fatta, tra le altre cose, permette un tracciamento dell'evoluzione del danneggiamento con il livello di scuotimento e consente quindi una mappatura dell'evoluzione del danno al crescere dell'intensità sismica.

Tra gli edifici considerati, diverse scuole in cemento armato risultavano migliorate/adeguate sismicamente alle attuali normative: vuol dire che, rispetto alla configurazione strutturale di partenza, sono stati realizzati degli interventi ad-hoc per migliorare la risposta sismica attesa. Il risultato è estremamente positivo: sebbene permanga un danneggiamento lieve e fisiologico (data anche l'entità dello scuotimento), le strutture portanti non hanno subito danni rilevanti ed hanno superato positivamente la sfida!

Di contro, edifici residenziali situati in diversi centri abitati delle città turche visitate hanno manifestato danni molto più severi. Si parla in particolare di danneggiamenti consistenti ai sistemi di tamponamento, che sono i muri non portanti di chiusura termo-acustica degli edifici. Una seconda modalità di danneggiamento diffusa è la crisi per scarsa duttilità di pilastri in cemento armato: si osservano in molti casi le estremità dei pilastri completamente sgretolate e le barre di armatura piegate, sintomo di una scarsa attenzione all'introduzione di opportuni dettagli antisismici. In molti casi, prevale una concentrazione del danno che propende verso un meccanismo di piano soffice, anche conosciuto come "collasso pancake".

Stima dei danni dopo i terremoti

Sul sito web Reluis sono disponibili e consultabili gratuitamente i report fotografici dettagliati dei giorni di sopralluogo effettuati. Le immagini comunicano il chiaro stato di danneggiamento osservato, nonché gli effetti devastanti che una calamità naturale come quella del 6 febbraio può comportare. Ma non solo questo! I danni osservati confermano gli studi teorici e sperimentali effettuati negli ultimi decenni, ribadendo fortemente il chiaro messaggio che una corretta progettazione sismica può garantire, anche nel caso di eventi estremi, la protezione del costruito e la salvaguardia della vita umana.

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