0 risultati
video suggerito
video suggerito
25 Febbraio 2025
17:25

Elon Musk attacca l’astronauta Andreas Mogensen: la polemica e la verità dietro le sue dichiarazioni

Elon Musk ha insultato pesantemente l'astronauta europeo Andreas Mogensen per una polemica sulla permanenza dei due astronauti Starliner sulla ISS. Alla prova dei fatti, però, le sue argomentazioni sono errate e tendenziose. Vediamo cos'è successo e facciamo chiarezza sulla vicenda.

23 condivisioni
Elon Musk attacca l’astronauta Andreas Mogensen: la polemica e la verità dietro le sue dichiarazioni
musk mogensen polemica iss
Andreas Mogensen ed Elon Musk.

Elon Musk ha insultato l'astronauta danese Andreas Mogensen, in forze all'agenzia spaziale europea (ESA) ed ex comandante della Stazione Spaziale Internazionale, definendolo «completamente ritardato» e «idiota» sul social X in seguito a una polemica sulla permanenza prolungata degli astronauti americani Suni Williams e Butch Wilmore arrivati a bordo della ISS a giugno 2024 con la capsula Starliner di Boeing. Il patron di SpaceX ha inoltre dichiarato che la Stazione Spaziale va dismessa prima del tempo, perché ormai – parafrasando – “non serve più”. Una volta analizzate, le argomentazioni di Musk risultano però errate e tendenziose. Vediamo quindi cos'è successo e facciamo chiarezza sulle dichiarazioni del magnate statunitense, dimostrando perché non sono corrette.

Lo scontro tra Musk e l'astronauta Mogensen: cos'è successo e perché Musk si sbaglia

La disputa è iniziata il 20 febbraio 2025, quando Mogensen ha condiviso delle dichiarazioni in cui Musk accusava l'amministrazione Biden di non aver fatto abbastanza per riportare a terra i due astronauti: secondo Musk, Williams e Wilmore sarebbero rimasti bloccati sulla ISS a causa di «ragioni politiche». Musk ha poi aggiunto che SpaceX avrebbe potuto anticipare il rientro degli astronauti, se solo la Casa Bianca avesse accettato la sua offerta. Musk ha inoltre recentemente dichiarato che avrebbe «salvato» gli astronauti “intrappolati” con una missione SpaceX dedicata.

In realtà, alla prova dei fatti, ben poco – per non dire nulla – di tutto questo è vero. La politica, in particolare, non c'entra niente con la decisione della NASA. Già tra fine agosto e settembre l'agenzia spaziale americana ha deciso che Starliner, che aveva avuto problemi tecnici già durante il viaggio verso la Stazione Spaziale, non era sicura per il rientro a terra degli astronauti e che pertanto questi sarebbero tornati con la missione Crew-9 di SpaceX, già prevista con un rientro a inizio 2025. Si è deciso che la capsula Dragon avrebbe portato sulla ISS 2 astronauti invece di 4, proprio per permettere a Williams e Wilmore di rientrare. I due astronauti sono nel frattempo impegnati in attività scientifiche all'interno della Stazione Spaziale Internazionale. La NASA stessa ha assicurato che gli astronauti stanno bene e continuano a lavorare a bordo della stazione conducendo esperimenti scientifici e partecipando alle attività a bordo della ISS.

Si capisce quindi che gli astronauti non sono rimasti «intrappolati» nella ISS, né tantomeno «abbandonati» dall'amministrazione Biden; la questione è stata risolta dalla NASA oltre sei mesi fa secondo criteri che ben poco hanno a che fare con la politica, e sicuramente Musk non sta programmando alcuna missione per «salvarli». Non c'è dubbio che Musk abbia messo a disposizione SpaceX per una missione dedicata che riportasse a terra Williams e Wilmore, ma la NASA non avrebbe avuto motivo di pagare centinaia di milioni di dollari (si stima circa 200 milioni) a SpaceX quando sarebbe bastato semplicemente sfruttare una missione già programmata e un servizio già pagato, impegnando nel frattempo gli astronauti in attività scientifiche. Gli stessi Williams e Wilmore, cioè i diretti interessati, hanno smentito con decisione la “versione” di Musk.

Le dichiarazioni di Elon Musk su un possibile smantellamento anticipato dell'ISS: il piano e i costi della deorbitazione

A seguito della diatriba tra Musk e Mogensen, il fondatore di SpaceX si è lanciato in altre dichiarazioni sulla Stazione Spaziale Internazionale, suggerendo al neopresidente Donald Trump di ordinare la deorbitazione anticipata dell'ISS entro 2 anni e non 5 come inizialmente previsto. Il motivo? Secondo Musk l'agenzia spaziale avrebbe terminato i suoi obiettivi e dovrebbe concentrarsi maggiormente su piani più ambiziosi come l'esplorazione di altri pianeti, in particolare Marte, come afferma lo stesso Musk tramite un post su X.

In realtà, anche questa dichiarazione ha poco senso, se analizzata dal punto di vista tecnico. Il programma ISS è infatti gestito – come è facile immaginare – da accordi internazionali tra varie agenzie spaziali, tra cui quella americana, europea, canadese e giapponese. Insomma, non è che la stazione si fa deorbitare perché lo “ordina” il presidente di uno dei Paesi coinvolti nel programma.

Questa improvvisa “accelerazione” di Elon Musk sulla dismissione della ISS potrebbe avere anche un secondo fine, dal momento che il deorbiting è stato commissionato proprio a SpaceX la scorsa estate con un contratto di quasi 1 miliardo di dollari. La stessa SpaceX ha infine interesse nei confronti di un eventuale programma umano sul pianeta rosso attraverso il programma Starship che attualmente è in fase di test.

Sfondo autopromo
Cosa stai cercando?
api url views