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Continua da due giorni una nuova attività eruttiva dell'Etna, iniziata nel pomeriggio di sabato 8 febbraio come testimoniato dalle telecamere di sorveglianza dell'INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) di Catania che hanno immortalato con suggestive immagini la lava che fluisce tra la neve in quota. Nello specifico si è trattato di un'eruzione "subterminale", cioè vicina alla sommità del vulcano, a una quota di circa 3000 metri sul livello del mare. Si tratta di una colata di lava fuoriuscita da una bocca tra la base del cratere Bocca Nuova e quella del cratere di Sud-Est e diretta verso Monte Frumento Supino. Nei due giorni precedenti alla nuova colata si è registrata una debole attività esplosiva nel cratere di Sud-Est. L'INGV sta continuando a monitorare la nuova attività effusiva.
Come sappiamo, l'Etna è un vulcano attivo ed eventi di questo genere sono tutt'altro che anomali: ci basti pensare che solo il 6 febbraio si sono verificate emissioni di cenere mentre il 7 febbraio piccole esplosioni stromboliane dal cratere di Sud-Est. La ripresa dell'attività è stata accompagnata anche da un modesto incremento dell'ampiezza media del tremore vulcanico.
È bene tenere a mente che questa tipologia di eruzione non è da confondere con i parossismi: questi infatti non solo hanno una maggiore intensità, ma solitamente si esauriscono in poco tempo, mentre l'attività subterminale può durare da diversi giorni a diverse settimane.