Lo stato della Guinea, in Africa occidentale, ha recentemente approvato lo sviluppo del progetto minerario che prevede l’estrazione di ferro dalle miniere dei monti Simandou, nel sudest del Paese. Si tratta di uno dei giacimenti di ferro più importanti al mondo per la quantità e la qualità di ferro estraibile: qui il metallo si trova sotto forma di ossidi in rocce sedimentarie risalenti a circa 2,7 miliardi di anni fa. La produzione comincerà nel 2026 e si prevede che fornirà il 5% del ferro mondiale. A sfruttare le miniere di Simandou sarà la compagnia mineraria anglo-australiana Rio Tinto insieme alla cinese Chalco Iron Ore Holdings e al Governo della Guinea.
Le miniere di ferro di Simandou in Guinea
La scoperta del giacimento di Simandou risale alla fine degli anni Novanta ma per più di vent’anni il suo sfruttamento non è stato possibile a causa di ostacoli quali colpi di stato, battaglie legali ed enormi costi previsti per lo sviluppo del progetto. Ora, anche grazie alle risorse economiche della compagnia cinese, sarà possibile avviare un progetto dal costo complessivo di 20 miliardi di dollari. Esso prevede anche la costruzione di una ferrovia lunga 650 km per il trasporto del minerale estratto fino alla costa e di un porto. Si stima che, una volta avviata la produzione, le miniere di Simandou potranno fornire più di 200 milioni di tonnellate all’anno di minerale di ferro, che verrà utilizzato per la produzione di acciaio.
Le caratteristiche del giacimento di ferro
Il giacimento di ferro si trova nella catena montuosa di Simandou, lunga 110 km. In particolare, è situato nella parte meridionale del cosiddetto cratone dell’Africa occidentale, una vasta superficie appiattita dall’erosione che si estende dalle montagne dell’Anti Atlante nel Marocco fino al Golfo di Guinea, risalente all’Archeano – cioè tra 4 e 2,5 miliardi di anni fa.
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I due principali depositi di Simandou, distanti 4 km uno dall’altro, si trovano nella sua estremità meridionale e sono Pic de Fon e Ouéléba. Essi si estendono in lunghezza tra i 6 e gli 8 km, in larghezza tra 1 e 1,5 km e in profondità fino a oltre 300 m. Il giacimento Pic de Fon contiene ferro sotto forma del minerale ematite, mentre quello di Ouéléba sotto forma di ematite-goethite. Si stima che la parte settentrionale e quella meridionale del giacimento contengano ognuna circa 2 miliardi di tonnellate di minerale di ferro, presente in concentrazioni comprese tra il 66% e il 68%.
Come si è formato il ferro sui monti di Simandou
Il giacimento fa parte delle formazioni ferrifere a bande (BIF o Banded Iron Formations), così chiamate perché sono depositi costituiti dall’alternanza di livelli grigi di selce e argilla e livelli rossi di ossidi di ferro. Essi si formarono circa 2,7 miliardi di anni fa in un mare poco profondo, dove il ferro proveniente dalle rocce della superficie terrestre veniva trasportato in soluzione dai corsi d’acqua.
Nel mare il ferro reagiva con l’ossigeno rilasciato nelle acque tramite la fotosintesi da organismi simili agli attuali cianobatteri e si depositava sotto forma di ossidi, come l’ematite. Questo processo è stato particolarmente rilevante dal momento che con il passare del tempo l’ossigeno rilasciato dai cianobatteri saturò le acque, finché circa 2,4 miliardi di anni fa cominciò a fuoriuscire nell’atmosfera primordiale, fino ad allora priva di ossigeno. Nel caso del giacimento di Simandou, queste rocce sedimentarie hanno poi subìto un cosiddetto processo metamorfico, cioè una trasformazione ad alte pressioni e ad alte temperature.
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