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17 Febbraio 2024
14:00

Gli antichi Romani usavano dei semi allucinogeni per curarsi? La scoperta nei Paesi Bassi

Il ritrovamento suggerisce che in Europa si raccoglievano e immagazzinavano i semi di giusquiamo nero, una pianta altamente tossica che poteva essere letale.

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Gli antichi Romani usavano dei semi allucinogeni per curarsi? La scoperta nei Paesi Bassi
Fiala contenente semi di Giusquiamo nero
Fiala contenente semi di Giusquiamo nero. Credits: Biax Consult via Libera Università di Berlino

Un team di ricercatori al lavoro in un antico sito rurale romano nei Paesi Bassi ha fatto una scoperta davvero curiosa: un antico osso animale risalente al periodo romano fa con dei semi di giusquiamo nero al suo interno. Questa pianta, che fa parte della famiglia della belladonna, si trova nelle aree di campagna ed è comunemente nota per i suoi effetti tossici, stupefacenti e potenzialmente mortali. Nonostante ciò, l'ipotesi più accreditata dagli studiosi è che all'epoca i romani la utilizzassero per scopi medicinali (con le giuste dosi!).

La pianta, tossica e allucinogena, sarà già nota a chi ha letto Amleto: nelle pagine del capolavoro di William Shakespeare il re, padre del protagonista, viene avvelenato proprio con il giusquiamo, versatogli nell'orecchio durante il sonno.

La scoperta dell'osso

Scavo archeologico dove è stato ritrovato il reperto
Scavo archeologico a Houten–Castellum, dove è stato ritrovato il reperto.

L'osso è stato trovato a Houten-Castellum, un insediamento romano non molto distante da Utrecht che prosperò da circa 2600 anni fa alla fine del II secolo d.C.

L'osso, che probabilmente apparteneva a una pecora o a una capra, è stato scavato, riempito di semi di giusquiamo e poi tappato con catrame di betulla. Martijn van Haasteren, l'archeozoologo che lo ha scoperto, lo stava ripulendo, quando accidentalmente ha staccato il tappo e ha sparso i piccoli semi neri dappertutto.

Maaike Groot, archeozoologo della Libera Università di Berlino che ha condotto la ricerca, ha dichiarato:

Il fatto che i semi siano stati trovati all'interno di un osso scavato e poi sigillato con un tappo di catrame di corteccia di betulla nera indica che il giusquiamo è stato conservato lì intenzionalmente. Inoltre, il fatto che l'osso sia liscio e lucido attorno alla sezione centrale ci fa pensare che il contenitore sia stato manipolato frequentemente.

Giusquiamo nero: come veniva utilizzato dai romani e gli effetti

Hyoscyamus niger (questo il suo nome scientifico) è una pianta erbacea velenosa della famiglia Solanacee presente in Europa e in Asia, da secoli conosciuta da erboristi e persone comuni sia per la sua tossicità che per i suoi effetti farmacologici. La specie nordafricana, H. muticus, è ancora più velenosa.

Fiori di Giusquiamo Nero

Tutte le parti del giusquiamo sono tossiche, specialmente le foglie e i suoi piccoli semi, che contengono principalmente iosciamina, scopolamina e anche atropina. Un'overdose di questi alcaloidi può provocare tachicardia, sudorazione e convulsioni, e nei casi più gravi fa entrare in uno stato di incoscienza che può portare alla morte. L'ingestione di 15/20 semi è fatale per un bambino, mentre la dose mortale per l'adulto va dai 100 ai 150 semi.

Illustrazione del frutto di Giusquiamo nero

Sin dall'antichità era noto come pianta "magica", e veniva usato come stupefacente e per le sue proprietà antispastiche. Nel Medioevo se ne fumavano le foglie per indurre allucinazioni, e con i semi si preparavano degli unguenti di dubbia natura.

Nel Naturalis Historia (77-79 d.C.) lo storico romano Plinio il Vecchio scrisse che il giusquiamo nero poteva essere usato, in varie forme, per curare tosse e raffreddore, mal di denti, crampi uterini, tendiniti, pelle secca e mal d'orecchie.

Ma cosa ci facevano i romani di Houten-Castellum con il giusquiamo nero?

Alcuni scienziati ritengono che il giusquiamo potesse essere un ingrediente usato per indurre la cosiddetta ira berserker, ossia il furore che pervadeva degli antichi guerrieri germanici conosciuti come «Berserker» (ossia "quelli vestiti con pelli d'orso", secondo l'etimologia norrena), che si dicevano "pervasi dallo spirito del potente Odino". Secondo un'ipotesi non confermata, questo stato di rabbia e di alterazione della coscienza che li rendeva insensibili alle sofferenze patite in guerra sarebbe stato indotto da sostanze psicoattive presenti in alcune piante tossiche, e si presume che tra queste ci fosse anche il giusquiamo. Tuttavia, è difficile immaginare un insediamento agrario che se ne servisse su base regolare, quindi è più probabile che quei semi siano stati destinati ad altri usi.

Il team ha ipotizzato che, più probabilmente, il materiale contenuto all'interno fosse stato raccolto per scopi medicinali, perché i semi di giusquiamo sono comparsi anche in altri siti archeologici dei Paesi Bassi e sempre insieme ad altre piante medicinali.

Si può quindi concludere che il giusquiamo venisse utilizzato come medicinale, e che i pericolosi effetti collaterali del suo utilizzo erano noti.

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Veronica Miglio
Storyteller
Innamorata delle parole sin da bambina, ho scelto il corso di lingue straniere per poter parlare quante più lingue possibili, e ho dato sfogo alla mia vena loquace grazie alla radio universitaria. Amo raccontare curiosità randomiche, la storia, l’entomologia e la musica, soprattutto grunge e anni ‘60. Vivo di corsa ma trovo sempre il tempo per scattare una fotografia!
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