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22 Ottobre 2023
17:00

Gli Stati Uniti impongono per la prima volta una multa per “spazzatura spaziale”

Prima multa nella storia per spazzatura spaziale negli USA. A dover pagare 150.000 dollari sarà la compagnia Dish Network, per non aver posizionato al sicuro uno dei suoi satelliti. Vediamo perché questo rappresenta un precedente importante.

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Gli Stati Uniti impongono per la prima volta una multa per “spazzatura spaziale”
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Credits: NASA image – NASA Orbital Debris Program Office, photo gallery, via Wikimedia Commons.

La Federal Communications Commission (FCC), l'ente federale USA per le comunicazioni, ha emesso per la prima volta nella storia una multa per inquinamento da detriti spaziali. Destinataria è la compagnia Dish Network, società americana attiva nel settore televisivo satellitare. La multa per errato smaltimento di spazzatura spaziale è stata motivata dall'FCC con l'ottemperanza da parte della compagnia privata nel posizionare uno dei suoi satelliti dismessi, l'EchoStar 7, in una orbita di parcheggio a un'altitudine di 300 km superiore a dove altri satelliti si trovano a orbitare. In particolare, L'EchoStar 7, lanciato nel 2022, è stato spostato a una altitudine di soli 122 km maggiore a causa dell'esaurimento del combustibile di bordo.

L'importanza della multa: un precedente importante

La multa è di circa 150.000 dollari, un quantitativo irrisorio se confrontato alle entrate della compagnia che si attesta sui 17 miliardi di dollari. L'importanza della notizia non risiede quindi nell'entità della sanzione, quanto piuttosto nel fatto che rappresenta un precedente: ha causato infatti una notevole diminuzione (100 milioni di dollari) del prezzo delle azioni di Dish Network, creando un possibile danno d'immagine all'azienda. L'effetto di questa sanzione sarà inoltre la stimolazione del mercato di rimozione dei detriti spaziali dalle orbite terrestri.

Comminare multe non basterà però a intervenire per i detriti già presenti in orbita.  Le agenzie spaziali come l'ESA o la NASA stanno infatti studiando soluzioni per prevenire la formazione di nuovi detriti e rimuovere quelli esistenti, con soluzioni che spaziano dall'utilizzo di vere e proprie reti a robot in grado di avvicinarsi e catturare i detriti più grandi.

L'EchoStar 7 è un satellite geostazionario, cioè che “guarda” sempre la stessa zona della superficie terrestre, trovandosi in orbita a un'altitudine di circa 36.000 km. L'orbita geostazionaria è molto affollata poiché a quella distanza i satelliti orbitano alla stessa velocità angolare della Terra, di conseguenza, se visti dalla superficie terrestre, essi risultano occupare sempre la stessa posizione in cielo. In orbita geostazionaria vengono posizionati per esempio i satelliti per le telecomunicazioni e per le previsioni meteorologiche. Data la loro importanza per le attività umane, ogni oggetto che pone una minaccia alla vita dei satelliti va allontanato da questa orbita.

Cos'è la spazzatura spaziale e quanta ce n'è

La presenza di detriti spaziali, specialmente nella bassa orbita terrestre tra i 300 e 1000 km, è in costante aumento nel corso degli anni e rappresenta una preoccupazione crescente per le missioni pubbliche o private, potendo addirittura arrivare a compromettere del tutto le attività umane in orbita. Si stima che nello spazio vi siano più di 37.000 detriti larghi 10 cm o poco più, 1 milione tra 1 cm e 10 cm e addirittura oltre 130 milioni tra il 1 mm e 1 cm, la maggior parte dei quali nella bassa orbita terrestre tra i 300 e i 1000 km di altitudine da Terra.

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Animazione prodotta dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA) che mostra, non in scala, il grande quantitativo di satelliti in orbita attorno alla Terra. Credits: ESA, CC BY–SA 3.0 IGO, via Wikimedia Commons.

La “spazzatura spaziale” è costituita per lo più da satelliti dismessi, pezzi di razzi vettori che hanno portato in orbita satelliti o astronavi, o altri detriti più piccoli causati da micro-collisioni con meteoroidi o semplicemente prodotti dal distacco di razzi multi-stadio. Detriti della dimensione di un satellite paradossalmente sono quelli che preoccupano meno, poiché le tecnologie odierne permettono di identificarli e di tracciarne l'orbita. Gli oggetti davvero pericolosi sono quelli invece aventi piccole dimensioni e masse, non di rado infatti la Stazione Spaziale Internazionale ha dovuto effettuare accensioni di emergenza dei motori per posizionarsi su di una orbita diversa che le permettesse di evitare la collisione con un detrito spaziale.

Il problema dei detriti spaziali

Dal lancio del primo satellite artificiale, lo Sputnik nel 1957, l'umanità ha portato in orbita più di 15.000 satelliti. Molti di questi satelliti sono oggi dismessi e vagabondano nello spazio su orbite che decadono nel tempo, portandoli a volte in rotta di collisione con altri oggetti. Questo rappresenta una problematica poiché un urto alle tipiche velocità orbitali porta con se una grande energia cinetica. Basti pensare che un detrito di 10 grammi che viaggia alla stessa velocità della Stazione Spaziale Internazionale colpisce un bersaglio con la stessa energia di un'automobile lanciata a oltre 70 km/h.

Nonostante la loro dimensione e peso ridotto, questi oggetti sono quindi in grado di distruggere un satellite di medie dimensioni o, nel peggiore dei casi, uccidere un astronauta. Le collisioni potrebbero causare la distruzione completa dei satelliti in una miriade di pezzi che a loro volta possono scatenare altre collisioni, rendendo potenzialmente inattuabile l'esplorazione spaziale umana: scenario, questo, noto come sindrome di Kessler.

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Simulazione dell’impatto catastrofico di un detrito spaziale con un satellite. Credits: ESA, CC BY–SA 3.0 IGO, via Wikimedia Commons.
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