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Sulla sommità di un imponente sperone roccioso, circondato da canyon, strette oasi e un arido deserto, sorge l’antico villaggio di Haid al-Jazil costruito con mattoni di fango e assi di legno. Immerso in uno scenario che sembra ispirato ai classici di fantascienza di qualche decennio fa, questo villaggio domina da 150 metri di altezza la valle del wādī Daw‘an (Yemen), nelle regioni meridionali della Penisola arabica. La vista dell’abitato, i cui edifici sembrano fondersi direttamente con la roccia sottostante, è senz’altro stupefacente, ma la volontà che si nasconde dietro questo paesaggio surreale e suggestivo ha una finalità ben precisa, che poco ha a che fare con un mero proposito estetico.
In tutto lo Yemen, infatti, non sono presenti fiumi perenni di grandi dimensioni e gli widyān (italianizzato in uidiàn) rappresentano strategiche aree per l’approvvigionamento idrico della popolazione locale. Si tratta di ampi canali, molto simili a canyon o a vere e proprie valli fluviali, in cui scorrono corsi d’acqua a carattere stagionale. Per questo motivo, non è insolito che gli abitanti dell’entroterra yemenita realizzino villaggi, come quello di Haid al-Jazil, nei pressi di un wādī, così da avere comodo accesso all’acqua dolce quando questa è disponibile.
I villaggi sono realizzati con le poche risorse a disposizione: le pareti delle tradizionali abitazioni vengono costruite con mattoni di fango artigianali ed essiccati al sole, mentre semplici assi di legno separano i diversi livelli delle strutture, che possono arrivare a comprendere anche 5-10 piani. Benché, a prima vista, questi possano sembrare materiali di scarsa qualità e le realizzazioni inadatte a sostenere un insediamento sul lungo periodo, le caratteristiche degli edifici sono studiate con attenzione per resistere all’ostile ambiente desertico. Le spesse pareti di mattoni di fango non solo sono in grado di sopportare le intense stagioni delle piogge dei climi tropicali, ma offrono anche un considerevole isolamento dal calore nei mesi più torridi.

Oggi, Haid al-Jazil conta un numero davvero esiguo di abitanti, in gran parte allevatori e contadini che vivono dello sfruttamento delle fertili oasi del wādī. Secondo gli ultimi censimenti ufficiali, che in ogni caso risalgono a oltre una ventina di anni fa, la popolazione totale del villaggio conterebbe non più di 20 persone (oggi probabilmente anche meno) che resistono caparbiamente al progressivo spopolamento della zona.
La vita in questi luoghi si svolge poche differenze rispetto al passato: l’assenza di traffico o meccanizzazione pesante, l'agricoltura di sussistenza, le piccole attività artigianali e la quasi totale mancanza dei moderni servizi concorrono a creare un’atmosfera che sembra davvero essersi cristallizzata nel tempo da oltre cinque secoli; anche se, come Haid al-Jazil, molti altri villaggi yemeniti sono oggi costretti a combattere contro il cambiamento climatico, l’emigrazione incessante dei più giovani e l’instabilità del Paese per cercare di sopravvivere mantenendo la propria identità.