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10 Marzo 2023
10:02

I cani di Chernobyl sono geneticamente diversi, ma non sappiamo perché

Un recente studio analizza il genoma dei cani che abitano nei pressi dell'ex centrale nucleare di Chernobyl: è il primo ad osservare gli effetti dell'esposizione prolungata alla radiazioni nei mammiferi di taglia media.

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I cani di Chernobyl sono geneticamente diversi, ma non sappiamo perché
cani mutanti chernobyl

Il 26 aprile 1986 due potenti esplosioni fecero saltare in aria il reattore numero 4 della centrale nucleare di Chernobyl. L’esplosione, i vapori, il fuoco ed il vento diffusero rapidamente una grossa quantità di materiale radioattivo, principalmente cesio-137 e iodio-131. L’intera zona adiacente la centrale venne immediatamente evacuata, compresa la modernissima città di Pryp"jat costruita nel 1970 proprio per ospitare i costruttori e gli addetti della vicina centrale; al momento dell’abbandono, Pryp"jat contava quasi 50.000 persone. Nei giorni successivi venne tracciato il confine della cosiddetta zona di alienazione, un’area di circa 2600 km2 preclusa agli esseri umani… ma non agli animali, soprattutto quelli domestici, quelli che non vennero mai evacuati, quelli che in pochi giorni divennero gli unici abitanti di una città fantasma.

prypjat centrale

La nuova popolazione di Pryp"jat  contava diverse centinaia di cani. Alcuni morirono in seguito alla massiccia dose di radiazioni, altri sono stati prontamente abbattuti per evitare che lasciassero la zona di alienazione portandosi dietro il materiale radioattivo, ed altri ancora, invece, sono sopravvissuti, diventando i capostipiti degli attuali cittadini. Li potreste trovare sotto la spettrale ruota panoramica, oppure nel deposito del combustibile nucleare esausto: vivono la loro vita su di una terra che non ha ancora smesso di rilasciare piccole dosi di radiazioni.

ruota chernobyl

Nell’ultimo decennio, un gruppo di volontari si è preso cura dei circa 900 cani che popolano la zona di alienazione. Nel 2017, l’ecologo Timothy Mousseau si è unito a loro approfittando delle periodiche visite veterinarie per raccogliere alcune gocce di sangue da più di 300 cani. Si tratta di un campionamento unico nella storia che ci offre, per la prima volta in assoluto, l’opportunità di studiare gli effetti dell’esposizione prolungata alla radiazioni sui mammiferi di media taglia. Infatti, le radiazioni possono causare mutazioni nel DNA, cambiandone la sequenza. La maggior parte di queste mutazioni sono innocue, ma una piccola percentuale può causare malattie e tumori.

cani chernobyl

Analizzandone il genoma, Mousseau e colleghi hanno constato due cose: la prima è che i cani di Chernobyl hanno vissuto isolati per decenni , ovvero senza accoppiarsi con i cani provenienti dall’esterno della zona di alienazione (anche a causa delle recinzioni e barriere costruite attorno alla centrale); la seconda, è che il loro genoma è effettivamente diverso da quello degli altri cani. Resta da chiedersi il perché. È possibile che le radiazioni abbiamo causato più mutazioni. È possibile che le mutazioni siano dovute ad altri agenti inquinanti non radioattivi. Ma è anche possibile che l’isolamento e il continuo accoppiamento tra consanguinei abbia ridotto il “rimescolamento genico” rispetto alla popolazione esterna di cani randagi. C’è poi da chiedersi come abbiamo fatto a sopravvivere in un ambiente così ostile. A queste domande non siamo ancora in grado di dare una risposta.

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