Il ciclone Daniel, così ribattezzato dal servizio meteorologico nazionale greco, secondo il progetto europeo Storm Naming, ha portato morte e distruzione in Libia. La tempesta si è abbattuta sulle coste orientali del Paese con piogge torrenziali e venti fino a 180 km/h prima di provocare la rottura di due dighe a monte della città di Derna. La violentissima inondazione che ne è derivata ha provocato oltre 3000 vittime e 10.000 dispersi. Questa è un’area finora mai toccata da eventi meteorologici di tale portata, a conferma che il mar Mediterraneo è un vero e proprio hot spot del cambiamento climatico, ovvero una delle aree del pianeta più sensibili e vulnerabili all’attuale crisi climatica e ai suoi drammatici effetti.
Come si è formato il ciclone Daniel
Daniel rappresenta il culmine di una specifica – ma non inusuale – circolazione atmosferica che si è venuta a creare nella prima settimana di settembre sul comparto europeo: il cosiddetto “blocco a omega”, con un corridoio anticiclonico (sinonimo di bel tempo) di matrice sub-tropicale, proteso dal Nord Africa verso l’Europa centrale (responsabile del caldo anomalo sull’Italia e nei Paesi Oltralpe) e due strutture di bassa pressione (associate al maltempo) ai lati bassi, sulla Spagna da una parte e sulla Grecia dall’altra, all’origine delle piogge alluvionali e in qualche caso storiche che hanno investito queste aree geografiche (fino a 884 mm a Portaria, nella Tessaglia in Grecia, l’equivalente della pioggia di un anno intero per la medesima zona), con ripercussioni anche in Turchia e Bulgaria, e in ultimo (appunto) su Libia ed Egitto.
Daniel simile a un ciclone tropicale?
Dopo aver stazionato per quasi una settimana sul Mar Ionio, investendo direttamente la Penisola ellenica e, molto più marginalmente, le coste orientali di Calabria e Sicilia (dove ha provocato una violenta mareggiata a Giardini Naxos, nel Messinese), a partire da sabato 9 settembre Daniel ha iniziato a muoversi verso sud in direzione del Golfo della Sirte e delle coste libiche orientali. Qui, le temperature delle acque superficiali decisamente più elevate (circa 28 °C, paragonabili a quelle delle acque dei mari tropicali) ne hanno favorito una rapida intensificazione, al punto da sospettare che, poco prima del suo contatto con la terraferma (avvenuto sulla Cirenaica nella giornata di domenica 10), abbia acquisito caratteristiche simil-tropicali.
In questo caso si potrebbe parlare di TLC, ovvero Tropical Like Cyclone, un ciclone che per via di alcuni elementi meteorologici in comune (il “cuore caldo” al suo interno, la presenza di un “occhio” al centro della struttura spiraliforme e l’entità dei fenomeni associati) tende ad assomigliare a quelli tropicali.
Attenzione a non confondere i cicloni mediterranei, come Daniel, con gli uragani, che invece sono cicloni tropicali.
Gli effetti devastanti del ciclone Daniel in Libia
Il landfall di Daniel, poco a sud della città di Bengasi, ha prodotto effetti devastanti: piogge torrenziali, violenti nubifragi e conseguenti disastrose inondazioni in vaste aree della Cirenaica, oltre ai venti tempestosi e alle conseguenti violente mareggiate costiere. Purtroppo i dati pluviometrici a nostra disposizione non sono del tutto attendibili, causa i recenti conflitti e l’instabilità politica della nazione, ma si parla di quantitativi ben superiori ai 200 mm e con picchi fino a 400 mm a ridosso dei rilievi costieri. Un dato a dir poco eccezionale se paragonato alla climatologia del luogo, in quanto paragonabile al quantitativo di pioggia che normalmente cade in un anno.
Il bilancio in termini di vite umane è spaventoso e si fa, di ora in ora, sempre più pesante: attualmente si parla di almeno 3000 vittime e 10.000 dispersi, una vera e propria emergenza umanitaria. Derna è la città più colpita da questa catastrofica alluvione, a causa dell’ingente quantità d’acqua fuoriuscita dal crollo di due dighe a monte della città, più di 30 milioni di metri cubi, che ha trascinato tutto in mare.
Adesso il ciclone Daniel si è spostato verso la costa egiziana, ma ha perso energia, con piogge decisamente meno intense che interessano il Cairo ed Alessandria.