Quando pensiamo al deserto, la prima cosa che ci viene in mente è un ambiente estremamente caldo, con scarse precipitazioni e notevoli escursioni termiche tra il giorno e la notte. A latitudini maggiori, però, si trovano deserti freddi, anch’essi con poche precipitazioni ma con temperature che spesso scendono di molto sotto lo zero e forti escursioni termiche tra estate e inverno. I deserti freddi possono essere coperti da ghiaccio o nevi perenni. Il deserto freddo più grande del pianeta è l’Antartide (il deserto caldo più grande è il Sahara), dove le temperature medie annuali vanno da –10 °C a –60 °C e la cui superficie è per il 98% ricoperta da ghiaccio. Contrariamente a ciò che si potrebbe pensare, il luogo più estremo e inospitale del continente antartico si trova proprio dove il ghiaccio non c’è: si tratta delle McMurdo Dry Valleys (o Valli Secche di Mc Murdo), un ambiente così gelido e arido da risultare, su tutta la Terra, il più simile a quello di Marte. Che caratteristiche hanno queste valli e come mai sono così diverse dai territori circostanti?
Le caratteristiche delle Valli Secche
Le McMurdo Dry Valleys sono tre valli desertiche che si estendono per 200 km, su una superficie di 4800 km2, nella parte occidentale del continente antartico. Sono la Taylor Valley, la Wright Valley e la Victoria Valley, individuate nel 1903 dall’esploratore britannico Robert Scott. Si trovano nei Monti Transantartici, nei pressi della base statunitense di McMurdo, e si affacciano sul Mare di Ross.
Qui la temperatura media annua varia tra –15 °C e –30 °C, l’umidità è scarsissima e non piove né nevica quasi mai. L’unico ghiaccio presente nell’area è quello dei ghiacciai alpini che scendono dalle montagne circostanti e che quando fondono alimentano alcuni laghi particolarmente salati. A parte ghiacciai e laghi, il paesaggio appare completamente brullo, costituito da un suolo ghiaioso e con una salinità elevatissima: com’è possibile?
Perché le Valli sono così aride
L’entroterra del continente antartico è occupato da una vasta area completamente ghiacciata chiamata “plateau antartico” o Altopiano antartico. Il plateau si trova a una quota media sul livello del mare di circa 3000 m ed è completamente ghiacciato. Al di sopra del ghiaccio si trova uno strato d’aria che, essendo molto fredda, è anche molto densa e pesante: questo fa sì che per effetto della forza di gravità scenda verso il basso seguendo l’andamento della superficie topografica. Si formano così i venti catabatici (dal greco katabatikos, che significa “che va verso il basso”), che scendono per gravità lungo il pendio che dal plateau centrale porta verso le zone costiere. Questi venti sono più frequenti e forti in inverno quando, incanalandosi nelle valli, possono raggiungere velocità anche di 300 km/h, paragonabili a quelle dei venti di un uragano. I venti catabatici sono molto secchi e scendendo si riscaldano e fanno sublimare (cioè passare dallo stato solido direttamente a quello gassoso) la neve, che così non riesce ad accumularsi.
Come se non bastasse, i Monti Transantartici fungono da barriera nei confronti del ghiaccio del plateau antartico, bloccando quasi del tutto la sua discesa verso le valli.
La vita nelle Valli Secche
Il capitano Scott, che scoprì le valli, le definì “valli della morte” in quanto sembravano completamente prive di vita. In realtà, nonostante le condizioni estreme, nei vuoti presenti tra le rocce (dove c'è un minimo di umidità) si trova una grande varietà di microrganismi. Per ogni grammo di suolo è stata trovata una concentrazione di 1-10 milioni di cellule: un valore molto inferiore rispetto a quello riscontrabile in aree temperate ricche di nutrienti, ma comunque molto più alto rispetto a ciò che si riteneva nel passato.
I microrganismi si trovano anche nei laghi, in particolare in quelli sotterranei e salmastri che si trovano in profondità sotto i ghiacciai. Essi, infatti, hanno una temperatura adatta a ospitare la vita microbica.
Le condizioni in cui vivono gli organismi delle Valli Secche sono simili a quelle di Marte, per questo studiarli può fornire informazioni utili anche alle missioni che cercano la vita sul pianeta rosso.