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Se negli ultimi anni si sente spesso dire che "questo è stato il peggior anno di sempre", il 536 Dopo Cristo è qui per ricordarvi che l'anno peggiore della storia umana in cui vivere è già esistito, quindi (forse!) possiamo stare un po' più tranquilli.
Gli storici del Medioevo, infatti, hanno eletto quell'anno come il più tremendo di sempre. Ma perché mai?
Ebbene, tanto per cominciare nel 536 un enorme vulcano eruttò, riempiendo l'atmosfera di un'inquietante nebbia di ceneri e aerosol che causò un raffreddamento globale. Gli storici non sanno con certezza quale sia stato il vulcano, ma ipotizzano che la colpa fosse di un vulcano islandese nell'area di Eldgjá (o un altro sistema vulcanico islandese), o del vulcano Ilopango (El Salvador, nell'America centrale), o di uno dei due vulcani indonesiani Krakatoa o Rinjani.
La nebbia ha creato un mondo tetro e crepuscolare che ha oscurato il sole nell'emisfero settentrionale (Europa, Medio Oriente e alcune parti dell'Asia) per 18 mesi e che ha originato raccolti fallimentari e conseguenti carestie. Negli Annali gaelici dell'Ulster, ossia le cronache medievali irlandesi, si legge infatti: "Mancanza di pane nell'anno 536." Anche gli Annali di Inisfallen menzionano una grave carestia avvenuta tra il 536 e il 539 d.C. in cui i raccolti furono davvero miseri.
Secondo la testimonianza dello storico bizantino Procopio di Cesarea, nel 536 d.C. c'era un "sole oscuro" che durò per più di un anno:
Il sole emise la sua luce senza luminosità, come la luna, durante tutto l'anno.
Il noto statista e scrittore romano Cassiodoro, invece, nell'epistola 25 delle Variae (risalente a un periodo compreso tra il 533 e il 538 d.C.) descrisse con queste parole il clima anomalo di quel periodo:
Il sole sembra aver perso la sua consueta luce e appare bluastro; i corpi non proiettano ombre e la luce solare, un tempo potente, ora riscalda debolmente. Tutto sembra un'eclissi senza fine.
Ma non sono solo queste e altre testimonianze a dare prova di un anno tremendamente buio e freddo: analisi recenti delle carote di ghiaccio dell'epoca confermano il fatto che il 536 d.C. sia stato uno dei più freddi degli ultimi millenni, con temperature estive scese tra 1,5 °C e 2,5 °C (rendendolo l'anno più freddo degli ultimi 2.000 anni). Nel caso non abbiate mai sentito parlare di queste "carote", si tratta di grossi cilindri di ghiaccio estratti dai ghiacciai e dalle calotte polari che contengono strati di neve compressa accumulatesi nel corso di migliaia (a volte centinaia di migliaia) di anni. Queste carote di ghiaccio possono fornire informazioni preziose sul clima del passato perché intrappolano bolle d'aria dell'epoca, permettendo di analizzarne la composizione atmosferica. Inoltre, questi grandi cilindri contengono tracce di cenere vulcanica, che permettono di identificare grandi eruzioni avvenute nel passato. In particolare, gli scienziati analizzano la concentrazione di solfati al loro interno per capire se c'è stato un evento vulcanico che ha influenzato il clima, e le carote del 536 confermano una massiccia eruzione vulcanica che immise particelle riflettenti nell’atmosfera, oscurando il sole e raffreddando il pianeta.
Ultimo ma non ultimo, anche dall'osservazione degli anelli degli alberi (anche fossili) si può osservare che il 536 fu uno degli anni più freddi degli ultimi millenni: in quell'anno infatti gli anelli furono molto stretti e sottili, dettaglio che implica scarse precipitazioni e un annata fredda (un brusco calo di temperatura rispetto agli anni precedenti), vista la mancanza di luce solare dovuta alla cenere vulcanica in atmosfera.
Il decennio dal 536 al 546 d.C. fu solamente l'inizio: infatti, ci furono altre eruzioni vulcaniche nel 540 e nel 547 che andarono a peggiorare una situazione già di per sé molto grave, che oltre al drastico calo delle temperature e alla conseguente rovina dei raccolti e alle carestie vedeva moltiplicarsi sempre più guerre per il globo.
Per l'Impero Bizantino quel periodo fu davvero tremendo, perché nel 541 arrivò un'altra terribile disgrazia: la Peste di Giustiniano (causata dallo stesso batterio della peste nera, l'Yersinia pestis). Secondo le stime degli storici, la peste uccise fino a 50 milioni di persone, dimezzando in meno di otto anni la popolazione dell'Impero Romano d'Oriente. L'impero bizantino andò quindi incontro a un crollo economico e sociale senza precedenti, che però tutto sommato ebbe anche un lato positivo, perché questa serie di sfortunati eventi accelerò la fine dell’Antichità e diede inizio all'epoca del Medioevo.
Da questo fatto storico si può notare come un solo grande accadimento può portare con sé una serie di sfortunati eventi che hanno impatto anche sul futuro a lungo raggio: Michael McCormick, archeologo e storico medievale dell'Università di Harvard, nel 2018 dichiarò alla rivista Science che il mondo non mostrò veri segni di ripresa fino al 640 d.C.