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12 Gennaio 2024
17:17

Il video virale del presunto “alieno in Brasile” mostra i pericoli dell’uso incontrollato dei social

Il video di un “alieno” avvistato in Brasile sta facendo il giro del mondo sui social, a pochi giorni dal presunto avvistamento di Miami. Ovviamente non c'è nessun alieno, ma questi “avvistamenti” permettono una riflessione sul ruolo dei social nella diffusione di paure e disinformazione.

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Il video virale del presunto “alieno in Brasile” mostra i pericoli dell’uso incontrollato dei social
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Credits: jblitoral, via Instagram.

Ci risiamo. Il tam tam social sta facendo fare il giro del mondo a un video che mostrerebbe un altro presunto avvistamento di alieni in Brasile, precisamente nell'Ilha do Mel, nello Stato di Paranà. È interessante che questo avvenga a pochi giorni dal video degli alieni a Miami (che non erano alieni, ma ombre di persone sull'asfalto). Il video brasiliano, ripreso da escursionisti, mostra una figura antropomorfa camminare lungo il pendio di una montagna. Secondo loro e altri utenti social, quella zona sarebbe difficile da raggiungere a piedi, la figura si muovere troppo rapidamente e la sua altezza stimata – a occhio, ovviamente – sarebbe di circa 3 metri.

Insomma, alla base del presunto avvistamento non c'è assolutamente nulla di concreto. Non c'è niente di oggettivo che possa autorizzarci a escludere che le presunte “anomalie” siano semplicemente effetti della prospettiva e quella figura sia semplicemente ciò che sembra: una persona. Tra l'altro, il giocatore di basket brasiliano Felipe Motta (alto 2 metri) ha dichiarato di essere stato ripreso proprio in quel luogo subito prima che il video diventasse virale.

Siamo quindi di fronte a una non-storia, che però è rimbalzata in tutto il mondo attraverso lo strumento dei social media cavalcando l'onda lunga di Miami e le suggestioni sul tema degli alieni riaccese da quella vicenda. Perché dunque ne parliamo? Perché l'estrema viralità di questo video e di quello di Miami ci fa riflettere sulla capacità dei social di diffondere paure più o meno irrazionali che serpeggiano nell'immaginario collettivo.

Bisogna tenere conto infatti che negli ultimi tempi il tema degli UFO è tornato “caldo”, soprattutto da quando lo scorso anno l'amministrazione Biden ha istituito una task force per indagare formalmente sulle segnalazioni di UAP (Unidentified Anomalous Phenomena, “fenomeni aerei non identificati”). Il team di studio indipendente ha poi pubblicato a settembre un report. Questo ha riacceso a cascata non solo l'interesse sull'argomento, ma ha anche l'immaginazione collettiva su questo tema: tant'è vero che le segnalazioni di UAP sono aumentate notevolmente. Un dato su tutti: secondo il report 2023 del Dipartimento della Difesa statunitense, tra settembre 2022 e aprile 2023 le segnalazioni ufficiali sono state 291 (circa 36 al mese), contro le 510 segnalazioni conteggiate nei 17 anni precedenti, tra il 2005 e agosto 2022 (2,4 al mese).

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È possibile che l'aumento della presenza di questo argomento nel dibattito pubblico sia responsabile in parte del fenomeno a cui stiamo assistendo con i video di Paranà e di Miami: quando vediamo qualcosa che non capiamo, tentiamo di dare una spiegazione istintiva basandoci su ciò che popola il nostro immaginario collettivo, per quanto assurda o irrazionale. E i social, come sappiamo, hanno un ruolo importante nella diffusione di tutto quello che tocca le nostre corde più profonde. Ecco perché è sempre più importante usare questi strumenti per veicolare informazione e cultura piuttosto che disinformazione.

Fonti
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Filippo Bonaventura
Content editor coordinator
Laureato in Astrofisica all’Università di Trieste e ha conseguito un Master in Comunicazione della Scienza presso la SISSA di Trieste. È stato coordinatore della rivista di astronomia «Le Stelle», fondata da Margherita Hack. Insieme a Lorenzo Colombo e Matteo Miluzio gestisce il progetto di divulgazione astronomica «Chi ha paura del buio?». Vive e lavora a Milano.
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