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4 Marzo 2025
13:55

In aumento l’anidride carbonica ai Campi Flegrei: perché e quali sono i rischi dei gas vulcanici

L'Osservatorio Vesuviano ha rilevato alte concentrazioni di CO₂ in seminterrati dei Campi Flegrei. L'aumento delle concentrazioni di questo gas è legato al sollevamento della caldera ed è potenzialmente pericoloso per la salute. È stata chiusa una scuola nella zona a rischio e sono previsti sopralluoghi e misure di sicurezza della Protezione Civile.

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In aumento l’anidride carbonica ai Campi Flegrei: perché e quali sono i rischi dei gas vulcanici
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Le recenti scosse sismiche indotte dal fenomeno del bradisismo e l’aumento delle emissioni di anidride carbonica (CO₂) nei Campi Flegrei rappresentano un problema crescente per l’area di Pozzuoli e Napoli. L’Osservatorio Vesuviano, una sezione dell'INGV, ha rilevato concentrazioni elevate di CO₂ in seminterrati e nei piani bassi e poco areati di case e palazzi, con possibili rischi per la salute della popolazione. In seguito alla segnalazione, nei giorni scorsi si è svolta una riunione in Prefettura per discutere la situazione e predisporre misure di sicurezza. Sono stati programmati sopralluoghi dei Vigili del Fuoco negli edifici pubblici delle aree a rischio, con possibili limitazioni all’accesso in alcune zone del territorio. Il sindaco ha emesso ordinanze specifiche per fronteggiare l’emergenza, imponendo misure di prevenzione e assistenza alla popolazione, tra cui la distribuzione di dispositivi di rilevamento gas per alcune abitazioni e indicazioni su comportamenti di sicurezza da adottare. Tra le prime misure adottate, è stata disposta la chiusura dell’istituto Virgilio di Pozzuoli per garantire la sicurezza degli studenti e del personale e sono stati avviati controlli anti-gas nella metropolitana per verificare l’eventuale presenza di concentrazioni pericolose di CO₂ nei tunnel sotterranei. Nel frattempo, i cittadini sono invitati a seguire le indicazioni della Protezione Civile per ridurre i rischi legati alle emissioni di gas vulcanici e adottare precauzioni adeguate nelle zone maggiormente interessate.

L’anidride carbonica ai Campi Flegrei: cause e rischi

Un tipico fenomeno delle aree vulcaniche è il degassamento del suolo, cioè il rilascio di gas vulcanici dal terreno, che si intensifica quando in profondità aumenta il flusso dei fluidi rilasciati dal magma. Nel caso dei Campi Flegrei, negli ultimi anni in concomitanza con il sollevamento dell’area della caldera si è osservato un aumento delle emissioni di gas. Il fenomeno è particolarmente accentuato nelle aree di Pisciarelli e Solfatara. Il gas vulcanico principale è il diossido di carbonio (o anidride carbonica, CO2), che essendo inodore e incolore non viene percepito, risultando particolarmente insidioso. In concentrazioni molto elevate e in ambienti chiusi e poco arieggiati, come quelli sotterranei, il CO2 può risultare molto pericoloso per persone e animali.

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Mappa che localizza i fenomeni di degassamento con emissione di CO2 nella caldera. Credit: Buono et al.

Il monitoraggio dei gas, effettuato costantemente dall’Osservatorio Vesuviano, ha rilevato che negli ultimi sette anni la concentrazione di CO2 è aumentata notevolmente fino a raggiungere le 5000 tonnellate al giorno. Si tratta di un valore molto alto che rende la caldera dei Campi Flegrei una delle aree che nel mondo emettono più CO2 di origine vulcanica. Un recente studio ha comunque evidenziato che questo gas ha in parte anche un’altra origine: fino al 40% deriva dalle rocce calcaree del sottosuolo, che la liberano in seguito alla circolazione sotterranea di fluidi caldi e acidi.

Un altro gas vulcanico dagli effetti nocivi, che può causare problemi alle vie respiratorie, è il diossido di zolfo (o anidride solforosa, SO2), la cui concentrazione è aumentata di cinque volte negli ultimi sette anni. Un crescente rilascio di zolfo, come evidenzia un nuovo studio, indica una possibile graduale ripresa dell’attività vulcanica, sebbene ciò non implichi un’eruzione vulcanica imminente.

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Variazione nel tempo del rapporto CO2/H2O per la fumarola Bocca Grande, all’interno del cratere della Solfatara. Credit: INGV

I comportamenti da adottare per difendersi dai gas vulcanici

La Protezione Civile raccomanda di adottare alcuni comportamenti per proteggersi dalle emissioni di gas vulcanici.

  • Evitare zone e strutture depresse dove possono accumularsi gas vulcanici (cantine, garage, piscine vuote, canali di raccolta delle acque, cisterne interrate, pozzi); se è indispensabile accedervi, è bene ridurre il più possibile il tempo di permanenza e assicurarsi che vi sia qualcuno all’esterno in grado di prestare soccorso.
  • Evitare le aree vicine alle emissioni di gas vulcanici, soprattutto di notte e in condizioni meteorologiche sfavorevoli (assenza di vento, nuvolosità, presenza di nebbia).
  • Allontanarsi in caso di ritrovamento di animali morti in zone dove avvengono emissioni gassose e avvisare immediatamente il proprio Comune.

Se ci si trova in una zona a rischio è bene anche prestare attenzione a sintomi quali difficoltà respiratorie, nausea e capogiri. In questo caso bisogna allontanarsi il prima possibile verso un ambiente ventilato. Anche gli animali vanno tenuti lontano dalle emissioni di gas, che possono metterli in pericolo. In generale, chi abita in una zona a rischio deve tenersi costantemente informato, attenendosi alle indicazioni della Protezione Civile e delle autorità locali. In caso di rischio elevato, potrebbero subentrare ordinanze sindacali che vietano l’accesso a determinate aree: anche in questo caso vanno rispettati i divieti.

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