Che l'anidride carbonica liquefatta, utilizzata dalle aziende che producono bibite gasate e acqua frizzante, stia scarseggiando è ormai chiaro da mesi, ma proprio negli ultimi giorni è arrivata la comunicazione ufficiale da una famosa azienda di birra: la produzione si è bloccata temporaneamente in un loro stabilimento presso Biella. Vediamo le cause dell'annuncio e la situazione in Germania, uno dei paesi più noti per la produzione di questa bevanda.
Le motivazioni dello stop
Dopo le comunicazioni giunte negli ultimi mesi da parte di alcune grandi aziende italiane produttrici di acqua gassata, si è aggiunta anche quella di una nota impresa che si occupa di birra dal 1846. Stando a quanto riportato dai principali quotidiani nazionali lo stop riguarda lo stabilimento che ha sede nel biellese e l'azienda prospetta comunque una ripartenza in tempi brevi.
Sembrerebbe che la scarsità di CO2 abbia principalmente intaccato la produzione delle grandi aziende, piuttosto che quella dei piccoli birrifici. Questo sarebbe dovuto al fatto che le imprese più piccole adoperano per la propria birra l'anidride carbonica che si sviluppa con processo naturale della fermentazione, mentre i maggiori produttori – col fine di velocizzare il processo – usano l'anidride carbonica prodotta artificialmente e liquefatta, ottenendo (per altro) il vantaggio di eliminare completamente l'ossigeno dai contenitori.
La mancanza di CO2 colpisce uno dei maggiori Paesi produttori di birra
In una delle nazioni popolarmente note per essere tra le maggiori produttrici di birra al mondo, la Germania, la riduzione della disponibilità di diossido di carbonio (altro nome della CO2) sta generando numerosi problemi alle aziende che se ne occupano. In un recente articolo del Financial Times si dichiara che solo il 30-40% delle forniture abituali di CO₂ è disponibile sul mercato tedesco e che queste risultano avere costi elevatissimi: il prezzo dell'anidride carbonica sarebbe passato dai 100 euro a tonnellata fino a quasi 3.500 euro per tonnellata. Per questo motivo alcune aziende stanno fermando la produzione e addirittura chiudendo gli impianti.