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21 Marzo 2025
6:00

Da dove derivano i nomi delle stagioni e cosa significano

Qual è l'etimologia dei nomi delle quattro stagioni? Primavera, estate, autunno e inverno sono il riflesso della cultura e del rapporto con la natura delle società antiche, portatore di un forte simbolismo.

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Da dove derivano i nomi delle stagioni e cosa significano
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Qual è l'etimologia dei nomi delle quattro stagioni che scandiscono il ritmo del nostro vivere quotidiano, le variazioni climatiche e ambientali? I nomi delle stagioni, così come quelli dei mesi, hanno origini antiche e riflettono la percezione delle civiltà che li hanno coniati: "primavera" deriva dal sanscrito, "estate" e "autunno" dal latino mentre l'origine  di "inverno" è probabilmente indoeuropea. Le stagioni rappresentano i quattro periodi principali dell'anno solare e da un punto di vista astronomico, sono gli intervalli tra equinozi e solstizi, determinati dalla posizione della Terra rispetto al Sole. Il termine "stagione" deriva dal latino "statio", che significa "sosta", evidenziando la loro natura periodica e ricorrente.

Origine dei nomi delle stagioni

Primavera

La stagione che va dall'equinozio di primavera (attorno al 20 marzo) al solstizio d'estate (a fine giugno) è il periodo dell'anno in cui la natura si sveglia, i giorni si allungano e la luce diventa più intensa. Il suo nome ci viene dal latino "prima vera", che significa letteralmente "inizio della primavera”. In particolare, la parola "ver" è riconducibile alla radice sanscrita "vas", che significa "splendere" o “illuminare”, e che si collega perfettamente con l’idea di rinascita e luce, proprie di questo periodo dell’anno.

primavera

Nella poesia e nella letteratura, è generalmente associata al rinnovamento, alla giovinezza e alla speranza, e autori di ogni epoca l'hanno celebrata come metafora di vita e rinascita: si usa parlare della "primavera della vita" per indicare la giovinezza, oppure, in storia, si è soliti dire che un’epoca di rinascita e cambiamento è "una primavera", evocando un tempo di fioritura culturale e sociale. "La primavera dei popoli", nome con cui sono passati alla storia i moti rivoluzionari del 1848, ne è un perfetto esempio.

Estate

Le giornate più lunghe, il sole alto fino a tardi, le temperature che si alzano: l'estate è la stagione che va dal solstizio d’estate, circa il 21 giugno, all’equinozio d’autunno, intorno al 22 settembre. "Estate" proviene dal latino "aestas", che a sua volta deriva dalla radice indoeuropea "aidh-" o "ais-", che significa calore bruciante o tempo del caldo intenso. In effetti, l'estate è il periodo dell'anno in cui il sole raggiunge il suo massimo splendore e calore, un elemento fondamentale per le società agricole antiche. Se la primavera è il risveglio e la giovinezza, l’estate è il momento in cui la vita raggiunge il suo massimo splendore e la natura è nel pieno della sua forza: è interessante sapere che civiltà antiche celebravano il solstizio d’estate con riti propiziatori legati alla fertilità e all’abbondanza dei raccolti. I Celti, ad esempio, festeggiavano Litha, mentre nelle culture nordiche il "Midsummer" è ancora oggi una festa molto sentita.

estate

Autunno

La terza delle quattro stagioni dell'anno va dall'equinozio di autunno, 23 settembre, al solstizio d'inverno (fine dicembre). È il periodo in cui le giornate si accorciano, le temperature iniziano a scendere e la natura, che si tinge di colori caldi e dorati, si prepara al riposo.

autunno

La parola "autunno" ha origine dal latino "auctumnus", derivato dal verbo "augere", che significa "aumentare" o “arricchire”, e indica la stagione ricca di frutta che aumenta la ricchezza dei contadini. Infatti la sua etimologia si lega al periodo dei raccolti, in cui la terra offre i suoi frutti maturi permettendo di fare provviste per l’inverno.

Inverno

La stagione che conclude il ciclo e va dal solstizio d'inverno all'equinozio di primavera vede le sue radici nel latino hibernum, che significa esattamente “stagione fredda” o “tempo invernale”. La parola che dà origine a tutto è hiems, di origine probabilmente indoeuropea, collegata alla radice "ghei-" o "ghy-" che significa “nevicare” o “essere freddo”. Da qui nascono anche parole come hibernare, che in latino indica il letargo invernale di alcuni animali che, per tutta la stagione fredda, rallentano il metabolismo per sopravvivere alle basse temperature e alla scarsità di cibo. Un esempio sono gli orsi, che entrano in uno stato di torpore chiamato ibernazione parziale.

inverno
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