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24 Gennaio 2025
6:00

La regolazione del volume sui nostri dispositivi non è lineare: dipende dal nostro udito

La percezione del suono per l'orecchio umano segue una scala logaritmica. Per questo motivo il controllo del volume viene implementato con curve logaritmiche.

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La regolazione del volume sui nostri dispositivi non è lineare: dipende dal nostro udito
Controllo volume

Quando regolate il volume del vostro smartphone, del computer o delle cuffie, potreste pensare che al 50% il suono sia esattamente la metà di quello che sentireste impostandolo 100%. In realtà non è così. Il nostro modo di percepire i suoni non è lineare, bensì logaritmico. In parole povere, un suono che percepiamo come il doppio del volume di un altro in realtà ha una potenza sonora in termini di decibel (dB) dieci volte superiore, e non semplicemente il doppio! Questo principio è alla base della scala dei decibel (dB), che non cresce in modo uniforme ma esponenziale.

Se i controlli del volume funzionassero in modo lineare, la regolazione sarebbe tutt'altro che intuitiva: piccoli spostamenti della barra sembrerebbero ininfluenti, mentre gli ultimi incrementi risulterebbero esagerati. Per risolvere questo problema, molti produttori di dispositivi e sviluppatori di software adottano curve logaritmiche per rendere l'esperienza di regolazione del volume più naturale. C'è da dire, però, che non tutte le piattaforme applicano questo principio allo stesso modo, e alcune interfacce risultano scomode da usare. Questo spiega, ad esempio, perché alcuni slider del volume sembrano inefficaci fino a un certo punto e poi cambiano drasticamente negli ultimi valori.

Come funziona la percezione del suono per l'orecchio umano

L'udito umano segue una scala logaritmica: per percepire un suono come due volte più forte, la sua intensità reale deve aumentare di dieci volte. Questa caratteristica biologica è stata studiata a lungo ed è il motivo per cui la scala dei decibel è costruita in maniera non lineare. Un suono di 60 dB non è semplicemente il doppio di un suono di 30 dB, ma mille volte più potente in termini di energia sonora. Se gli ingegneri progettassero il volume basandosi su una progressione lineare, avremmo un sistema in cui la prima metà della regolazione sembrerebbe quasi impercettibile, mentre la seconda avrebbe cambiamenti estremamente impattanti.

La regolazione del volume nei dispositivi elettronici come lo smartphone

Per risolvere questo problema, il controllo del volume viene implementato con curve logaritmiche. In pratica, il valore impostato dall'utente viene ricalcolato per adattarsi alla percezione uditiva umana. Se impostate il volume al 50%, l'uscita non avrà la metà della potenza sonora rispetto al 100%, ma un valore intermedio calibrato per risultare quanto più naturale possibile. Questo approccio è ampiamente adottato nei sistemi operativi mobile, come Android e iOS, che regolano il volume in modo da evitare salti troppo bruschi o variazioni quasi totalmente impercettibili. Ma come dicevamo all'inizio, non tutti i software adottano curve adeguate: un esempio famosissimo è rappresentato da YouTube su desktop, dove il controllo del volume appare poco reattivo nella prima parte dello slider, mentre negli ultimi incrementi il suono cresce in modo sproporzionato.

Un'altra complicazione deriva dalla diversità dei dispositivi di output. Cuffie e altoparlanti rispondono in modo diverso alle variazioni di volume. Alcuni dispositivi enfatizzano determinate frequenze sonore più di altri, influenzando ulteriormente la percezione della variazione del volume. Questo porta i produttori a sviluppare profili specifici per adattare il comportamento del controllo in base al dispositivo in uso. Molte delle cuffie wireless presenti sul mercato, ad esempio, dispongono di curve di volume personalizzate per migliorare la percezione dell'audio a volumi bassi.

La regolazione del volume può sembrare un dettaglio trascurabile, ma dietro questa funzione apparentemente banale si nasconde un intricato equilibrio tra ingegneria del suono, percezione umana e design dell'interfaccia utente. Ora che conoscete un po' meglio questi meccanismi, potrete non solo comprendere meglio il funzionamento dei dispositivi che usate ogni giorno, ma anche notare quelle piccole incongruenze che rendono certe esperienze d'uso meno intuitive di altre.

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