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La storia di Love Canal, un'area residenziale della cittadina di Niagara Falls (stato di New York, USA) è un perfetto esempio di malagestione di rifiuti e dei rischi possibili per l'ambiente e le persone. Il canale che dà il nome al quartiere fu immaginato da William T. Love già nel 1890, e costruito a inizio del ‘900 per dotare la città di una fonte di energia idroelettrica: il progetto fu però abbandonato quando, con l'affermarsi della corrente alternata, venne meno la necessità di produrre l'energia a breve distanza dalle industrie. Gli scavi furono utilizzati dall'amministrazione pubblica e dalle industrie locali per interrare i rifiuti urbani e industriali. Dal secondo dopoguerra, però, la costruzione di una scuola nei pressi del canale portò alla realizzazione dell'omonimo quartiere residenziale. Negli anni successivi i cittadini vissero a loro insaputa a contatto con la discarica, con occasionali problemi come forti odori di sostanze chimiche durante forti piogge. Uno studio del 1978 evidenziò la portata del disastro ambientale, portando anche ingenti conseguenze sulla salute dei cittadini.
Il canale di William T. Love e il fallimento del progetto
Già nel 1832, l'area di Niagara Falls era stata individuata per la costruzione di un canale navigabile tra i laghi Ontario e Eerie, nel nord-est degli Stati Uniti: secondo il parere dei tecnici governativi, il salto di quasi 100 metri nella zona (famosa per le sue maestose cascate) avrebbe potuto essere sfruttato anche come fonte di energia idroelettrica.

Cinquant'anni dopo, l'imprenditore William T. Love riprese la proposta e ne fece la base del suo personale "sogno" americano: la fondazione di una moderna città industriale, alimentata dall'acqua dei Grandi Laghi. In un'epoca in cui la rete elettrica era ancora basata sulla corrente continua, la vicinanza tra industrie e infrastrutture energetiche era infatti importantissima.
Tra il 1893 e 94 partirono i primi lavori di costruzione del canale, ma due importanti eventi ne segnarono rapidamente il destino: una pesante crisi economica e l'avvento della corrente alternata, fortemente spinta da innovazioni come gli studi dell'inventore Nikola Tesla, in grado di fornire energia a maggior distanza sfruttando voltaggi elevati.
I lavori furono rapidamente abbandonati, ma la parte del canale già costruita fu convertita negli anni '20 a discarica di rifiuti urbani e industriali. Tra le industrie, la Hooker Electrochemical Company (oggi chiamata Occidental Chemical Corporation) scaricò circa 21000 tonnellate di sostanze chimiche pericolose, stoccate in barili che rapidamente iniziarono a perdere. La discarica, di circa 65mila metri quadri, negli anni successivi fu coperta con teli e interrata, con la costruzione di un impianto di raccolta per i liquami.
Il quartiere residenziale e la scoperta della contaminazione
Nel 1953, l'area fu concessa in uso al Niagara Falls Board of Education, che costruì una scuola elementare e favorì lo sviluppo di un quartiere residenziale di circa 100 abitazioni. Già negli anni '60 i cittadini segnalarono, in occasione di forti piogge o nevicate, la comparsa di odori "chimici"; negli anni ‘70 la falda acquifera salì di livello e la contaminazione divenne ancora più evidente, con rifiuti tossici che affioravano in superficie. Diversi campionamenti rivelarono composti tossici, come le diossine, nelle fognature e nei torrenti dell'area.
Nel 1977, un esteso studio dell'EPA (Environmental Protection Agency, ente per la difesa dell'ambiente) evidenziò anche la presenza di benzene e altri composti organici (carcinogeni per umani o animali) nel terreno, nelle acque e nell'aria del quartiere, nonché negli scantinati di decine di abitazioni adiacenti il canale. I risultati portarono l'allora Presidente Carter a dichiarare la situazione d'emergenza nel '78, stanziando fondi per la bonifica dell'area e lo sfollamento dei residenti.
Gli effetti sui residenti
Già nel 1978 partirono studi epidemiologici su 250 nuclei familiari e in seguito, vennero inclusi anche ex-residenti trasferitisi negli anni in altri stati: in totale furono analizzati campioni di sangue da più di 2800 individui.
Data l'accertata presenza di sostanze come toluene, benzene e solventi clorurati, e conoscendone i potenziali rischi per la salute, lo studio si concentrò su 3 possibili conseguenze della prolungata esposizione all'inquinamento dal canale: aborti spontanei, difetti dello sviluppo del feto e funzionalità del fegato. Furono anche analizzati i livelli di mercurio nel sangue dei cittadini, per il sospetto di una ulteriore contaminazione poi esclusa.
Il numero di aborti nella popolazione locale risultò essere di 1,5 volte più alto della media statunitense. Scendendo nel dettaglio, però, si scoprì che gli abitanti della zona immediatamente a sud del canale furono particolarmente colpiti, con una incidenza di aborti spontanei di 3,45 volte più alta nelle gestanti tra i 30 e i 35 anni. Anche il numero di difetti del feto mostrò una maggior concentrazione nell'area a sud del canale.

Lo sfollamento dell'area e i lavori di bonifica
Durante i primi lavori di messa in sicurezza e bonifica dell'area, i cittadini vennero temporaneamente accomodati in strutture alberghiere di Niagara Falls. L'ente federale americano per la gestione delle emergenze (FEMA, paragonabile alla Protezione Civile italiana) fu incaricato dell'esproprio di terreni e proprietà di circa 950 famiglie (partendo da quelle più vicine alla discarica o con gestanti) e acquistandoli a prezzo di mercato per favorire la rilocazione dei cittadini.
I liquami della discarica furono drenati, trattati facendoli decantare e infine filtrati con carboni attivi. Il sito venne isolato con coperture di terreno argilloso, in grado di ridurre la capacità delle acque inquinate e delle sostanze organiche di spostarsi verso la superficie. Negli anni '80 proseguì la pulizia di canali, fognature e dei corpi d'acqua locali, come il Bergholtz Creek e il Black Creek, da cui furono rimossi quasi 10mila metri cubi di terreno.

Credits: Digital Collections – University at Buffalo Libraries, accessed April 7, 2025, https://digital.lib.buffalo.edu/items/show/16624)
La rimozione e il trattamento dei terreni, per incenerimento o in discarica, sono durate fino a marzo del 2000: da allora, ogni cinque anni viene effettuata una valutazione dello stato dell'area, per verificare lo stato delle opere di bonifica e il contenimento degli inquinanti. L'uso delle acque di falda per consumo umano è ancora vietato nel quartiere.
La Hooker Company venne coinvolta in una serie di battaglie legati con i cittadini e lo stato di New York e solo nel 1995 si raggiunse un accordo per la cifra di 129 milioni di dollari a copertura delle spese sostenute dalle istituzioni.