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8 Febbraio 2025
11:00

La storia delle eruzioni di Santorini e la sua evoluzione nel tempo

L'attività vulcanica di Santorini è cominciata ben 2 milioni di anni fa e ha determinato innumerevoli eruzioni anche molto violente: una tre le più imponenti è stata l'eruzione minoica, nel 1613 a.C. Questi eventi hanno continuamente modificato la forma di Santorini, con la nascita di nuovi vulcani e la formazione ciclica di caldere.

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La storia delle eruzioni di Santorini e la sua evoluzione nel tempo
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I frequenti e forti terremoti a Santorini, in Grecia, hanno raggiunto la magnitudo 5.2 e causato la dichiarazione dello stato di emergenza, con migliaia di persone che hanno abbandonato l'isola. L'origine delle scosse è legata ai movimenti tettonici lungo il margine tra la placca africana e la microplacca dell’Egeo. Tuttavia, questi eventi hanno destato enorme preoccupazione nella popolazione dal momento che Santorini è un’isola vulcanica con una lunghissima storia eruttiva, iniziata ben 2 milioni di anni fa, durante la quale ha continuamente cambiato aspetto. Sebbene – lo ricordiamo – al momento non ci siano evidenze di un'eruzione imminente, la storia dell'isola è segnata da una delle più catastrofiche eruzioni a cui l’uomo abbia assistito, l’eruzione minoica, avvenuta nel 1613 a.C. L’ultima eruzione di Santorini risale al 1950 e, trattandosi di un vulcano quiescente, prima o poi ne avverrà un’altra anche se non sappiamo quando ciò accadrà.

Le prime fasi dell’attività vulcanica di Santorini

L’attività vulcanica nell’area di Santorini, nel Mar Egeo, è antichissima e caratterizzata da eruzioni sia effusive sia esplosive: le prime eruzioni risalgono addirittura a 2 milioni di anni fa e sono avvenute sul fondo del mare in corrispondenza dell’attuale penisola di Akrotiri, nella parte meridionale di Santorini. Nel tempo, i materiali emessi dal vulcano sottomarino Akrotiri si sono accumulati finché circa 700.000 anni fa sono emersi dalle acque originando un’isola. Recenti studi hanno poi individuato testimonianze di un’eruzione esplosiva sottomarina di proporzioni enormi, avvenuta circa 520.000 anni fa, 10 volte più potente di quella del 2022 di Hunga Tonga-Hunga Haʻapai. In seguito, circa 400.000 anni fa, in corrispondenza dell’area settentrionale di Santorini è emerso lo stratovulcano Peristeria. A partire da questo periodo, l’attività vulcanica si è spostata al centro dell’attuale caldera: qui, circa 350.000 anni fa, si è sviluppato il vulcano a scudo Thera, che espandendosi ha unito le varie isole vulcaniche in un’unica isola.

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La penisola di Akrotiri. Credit: Moonik, CC BY–SA 3.0, via Wikimedia Commons

I due cicli eruttivi principali di Santorini

Tra 300.000 e 180.000 anni fa il vulcano Thera ha dato luogo a un ciclo di eruzioni violente a carattere esplosivo, che ha avuto come risultato la formazione di una prima caldera. Un secondo ciclo eruttivo ha avuto luogo tra 180.000 anni fa e il 1600 a.C.: in questo lasso di tempo si sono verificate almeno sette eruzioni principali, durante le quali nella caldera sono cresciuti vulcani a scudo, come quello di Skaros (circa 60.000 anni fa) e quello di Therasia (circa 20.000 anni fa). La violenza di queste eruzioni ha distrutto vaste porzioni del grande vulcano a scudo Thera, determinandone più volte il collasso. La forma dell’isola è cambiata radicalmente circa 25.000 anni fa, dopo l’esplosione del vulcano di Capo Riva: in questa occasione circa metà isola è sprofondata formando una nuova caldera le cui pareti formavano un anello quasi continuo di isole, con un cono vulcanico centrale.

Il secondo ciclo eruttivo, che ha visto l’alternarsi di esplosioni violente, con la formazione di grandi caldere, e l’emersione di vulcani a scudo al loro interno, ha raggiunto il suo culmine nel 1613 a.C. In quell’anno il vulcano si è risvegliato, con un’eruzione catastrofica di tipo pliniano che ha emesso all’incirca 60 km3 di materiali piroclastici: l'eruzione minoica. L’esplosione, caratterizzata da un indice di esplosività vulcanica (VEI) pari a 7 (il valore massimo è 8) ha fatto sprofondare un quarto del territorio dell’isola, distruggendo l’insediamento minoico di Akrotiri. La caduta in mare dei materiali emessi ha poi causato uno tsunami con onde alte più di 20 metri, che ha raggiunto Creta, distante oltre 100 km, devastandone le coste.

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A Santorini si trovano grandi spessori di materiali rocciosi depositati durante l’eruzione minoica.

L’attività di Santorini in epoca storica

Dopo l’eruzione minoica l’attività vulcanica ha determinato la formazione, nella parte centrale della caldera, delle isole Palea Kameni (intorno al 197 a.C.) e Nea Kameni (verso il 1707 d.C.), mentre al di fuori della caldera si è formato il vulcano sottomarino Kolumbo. Eruzioni di particolare rilevanza sono state quelle di Palea Kameni del 46 a.C. e del 726 e quelle di Nea Kameni del 1570-73, del 1707-11, del 1866-70, del 1925-28, del 1938-41 e infine del 1950. Quest’ultimo evento è durato 22 giorni, ma è stato di entità piuttosto lieve, accompagnato dalla formazione di una piccola cupola di lava piatta. L’apporto complessivo di grandi quantità di materiali durante gli episodi eruttivi in epoca storica ha fatto sì che le dimensioni di Nea Kameni aumentassero notevolmente. Oggi Santorini è un complesso vulcanico a forma di mezzaluna che circonda una grande caldera, costituito dalle isole Thira, Thirasia e Aspronisi.

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Immagine satellitare di Santorini.
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