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13 Dicembre 2023
16:30

L’Isola di Natale si trova nell’Oceano Indiano: storia e particolarità tra ecologismo e migrazioni

L’Isola di Natale, territorio appartenente all’Australia, è nota per i suoi paesaggi incontaminati e per i fenomeni migratori: dei granchi rossi Gecarcoidea natalis e dei richiedenti asilo in arrivo dall’Indonesia.

A cura di Rachele Renno
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L’Isola di Natale si trova nell’Oceano Indiano: storia e particolarità tra ecologismo e migrazioni
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L’isola di Natale o Christmas Island appartiene all'Australia e si trova 350 km al largo delle coste di Sumatra, nell'Oceano Indiano. Occupa 135 km2, in cui vivono poco meno di 2000 persone. Fu scoperta il giorno di Natale del 1643 dal capitano William Mynors, della Compagnia Britannica delle Indie orientali. L’isola ha numerose peculiarità: famosa per il suo ecologismo con le migrazioni dei granchi rossi e per la protezione del fenomeno da parte degli abitanti, è stata però anche al centro di controversie, per le miniere di fosfato presenti sull’isola e per un centro di detenzione per migranti, oggi non più attivo.

Storia di Christmas Island

Nonostante fosse apparsa già nelle carte nautiche di navigatori olandesi ed inglesi dal 1600, fu solo nel 1643 che il capitano inglese William Mynors scoprì l’isola. Nel 1887 sull’isola furono scoperti ampi giacimenti di fosfato e l’anno successivo la Gran Bretagna decise di annettere l’isola, affidando a due naturalisti, John Murray e George Clunies-Ross, un contratto di locazione per estrarre fosfato. Fu così fondata la Christmas Island Phosphate Company, con manodopera proveniente principalmente da Cina, Malesia e in parte dall'Europa.

Durante la Seconda guerra mondiale, nel 1942 l’isola fu invasa dalle truppe giapponesi che imprigionarono parte della popolazione e la trasferirono nei campi di prigionia in Indonesia. Nel 1949 l’isola di Natale passò sotto l’amministrazione di Singapore per poi diventare parte dell’Australia in via definitiva nel 1958. Oggi l’isola è formata per il 63% dal Parco Nazionale dell’isola di Natale; è famosa per la sua fauna e flora e soprattutto per alcuni fenomeni migratori. Vediamo quali.

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Mappa di Christmas Island. Credits: Wikimedia commons.

Le migrazioni dei granchi rossi

L’isola di Natale è famosa in particolare per le migrazioni dei suoi granchi rossi, Gecarcoidea natalis. Durante l’autunno, in particolare da ottobre a dicembre, l’isola diventa teatro di un affascinante fenomeno: la migrazione dei granchi rossi dalle foreste alla costa per deporre le uova. Questo fenomeno, influenzato dalle fasi lunari, vede quindi un massiccio spostamento di esemplari lungo l’isola: circa 50 milioni di granchi rossi si spostano ogni anno lungo l'isola.

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Granchio rosso a Christmas Island. Credits: Wikimedia commons.

Queste migrazioni avvengono anche su strade e ponti utilizzati dagli abitanti, che a loro volta sono parte attiva di questo fenomeno: sposando perfettamente lo spirito ecologista, durante i mesi di migrazioni dei granchi rossi, l’amministrazione e la popolazione locale cercano di agevolare il passaggio degli animali. Vengono chiuse le strade interessate, cercando di costruire piccoli sottopassaggi per far defluire gli animali senza ostacoli, e vengono messi a disposizione dei rastrelli per spostarli, in caso non fosse possibile deviare il loro percorso.

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Credits: Wikivoyage, David Stenley.

La detenzione dei migranti sull'isola

Oltre alle affascinanti migrazioni di granchi rossi, l’isola di Natale è stata al centro di controversie per centri di detenzione di migranti all’interno dell’isola. Nel 2001, infatti, Christmas Island è stata protagonista della controversia di Tampa, quando il governo australiano impedì alla nave norvegese, MV Tampa, di far sbarcare 438 richiedenti asilo salvati in mare. Questa situazione ebbe un forte impatto nelle elezioni federali australiane del 2001 e dopo soli 5 anni, nel 2006, fu costruito sull’isola un centro di detenzione per migranti contenente circa 800 posti letto, il Christmas Island Immigration Reception and Processing Centre.

Dal 2011 al 2014 l'isola è stata protagonista di numerose proteste da parte dei migranti accolti nella struttura, alcune anche molto violente, per le condizioni disumane al suo interno. Il centro fu poi dichiarato chiuso nel 2018. Durante i primi mesi della pandemia di COVID-19, parti del centro di detenzione furono aperte nuovamente per ospitare i cittadini in quarantena, ma l’Australian Border Force ha dichiarato che il centro è attualmente stato svuotato, non accogliendo più migranti o richiedenti asilo, dopo che anche l’ONU ne aveva chiesto la chiusura per le condizioni di sovraffollamento e mancanza di igiene al suo interno. A oggi il centro resta aperto in caso di emergenza.

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Il Christmas Island Immigration Reception and Processing Centre. Credits: Wikimedia commons.
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