;Resize,width=638;)
L'Italia ha ufficialmente aderito all'Alleanza UE sul nucleare: dopo due anni come «membro osservatore», il nostro Paese è entrato a far parte del gruppo ristretto di Stati Membri dell'Unione Europea che considerano l'energia nucleare come una risorsa fondamentale per la decarbonizzazione e il raggiungimento dell'indipendenza energetica.
Si tratta di un'iniziativa lanciata nel 2023 dalla Francia, leader in Europa nella produzione di energia nucleare con un totale di 57 reattori nucleari, in grado di soddisfare circa il 70% del fabbisogno nazionale di energia elettrica. L'adesione italiana è stata confermata dal Ministro dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin: ora il nostro Paese potrà partecipare attivamente alle discussioni all'interno dell'Unione, accedendo più facilmente ai finanziamenti UE destinati ai progetti nucleari e accelerando lo sviluppo dei mini-reattori nucleari modulari (SMR), per la produzione di energia nucleare di ultima generazione.
Cos'è l'Alleanza UE sul nucleare e cosa prevede
L’Alleanza Nucleare Europea rappresenta quindi una coalizione di Paesi membri dell’UE favorevoli al rilancio del nucleare: l'obiettivo finale è quello di collaborare a livello politico e finanziario per lo sviluppo di reattori nucleari di nuova generazione. Nello specifico, l'Alleanza UE si propone di accelerare lo sviluppo, la dimostrazione e l'implementazione in Europa dei SMR (Small Modular Reactors) entro i primi anni del 2030.
Proprio per raggiungere questi obiettivi ambiziosi, l'Alleanza si è dotata di un piano d'azione strategico, che affida ai Paesi Membri il compito di:
- sostenere i progetti legati ai mini-reattori nucleari modulari (SMR), rafforzando la catena di approvvigionamento europea (compresi il carburante e le materie prime) e affrontando le possibili lacune;
- identificare nuove modalità per coinvolgere potenziali utenti interessati ai reattori SMR, come industrie ad alta intensità energetica o produttori di idrogeno;
- favorire la creazione di un'Accademia delle Competenze Nucleari, costituita in base al Net-Zero Industry Act (il regolamento UE che punta a raggiungere zero emissioni nette nell'Unione Europea entro il 2030);
- rafforzare gli scambi e i contatti tra i promotori del progetto, le autorità europee di regolamentazione della sicurezza nucleare e le autorità di regolamentazione nei diversi paesi dell'UE
- cooperare con gli organismi internazionali competenti per aiutare i progetti SMR europei a raggiungere i mercati internazionali.
Inizialmente, l'Alleanza era composta da 12 Stati Membri: Bulgaria, Croazia, Finlandia, Francia, Paesi Bassi, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Svezia e Ungheria. Nel febbraio di quest'anno, poi, anche il Belgio ha presentato la sua richiesta di adesione come membro effettivo: con l'ingresso dell'Italia, l'Estonia resta l'unico Paese osservatore dell'Alleanza.
Al momento, quindi, non tutti i Paesi dell'Unione Europea partecipano a questa Alleanza: proprio a causa delle diverse posizioni tra i 27 Stati Membri sul tema del nucleare, la Francia ha proposto la creazione di un gruppo esterno, così da ovviare alla mancanza di una maggioranza qualificata durante le riunioni in seno al Consiglio UE.
Cosa significa questa Alleanza per l'Italia
Ma, quindi, che cosa significa per il nostro Paese questa Alleanza? In generale, l'ingresso dell'Italia permetterà di rafforzare all'interno dell'Unione Europea il fronte «pro-nucleare», permettendo al nostro Paese di velocizzare lo studio e lo sviluppo di reattori nucleari di ultima generazione anche grazie alla collaborazione con gli altri Stati Membri.
Nella pratica, l'ingresso nell'Alleanza Nucleare ci permetterà di ricoprire un ruolo più importante a livello comunitario, ma esclusivamente dal punto di vista della ricerca e dello sviluppo dei reattori di ultima generazione.
In Italia, infatti, tutte e quattro le centrali nucleari presenti nel territorio non sono operative: nel 1987 e nel 2011, infatti, la popolazione fu chiamata a esprimersi sull'eventuale chiusura delle centrali nucleari attraverso un referendum. In entrambe le occasioni, i cittadini si dichiararono contrari alla produzione di energia nucleare all'interno del territorio italiano, complice anche i vicini incidenti di Chernobyl e Fukushima. In virtù dell'esito di questi referendum, quindi, la produzione di energia nucleare in Italia è sospesa.
Visti, però, gli obiettivi europei sulle «emissioni nette zero» e il recente sviluppo di reattori nucleari di ultima generazione, l'attuale Governo ha riaperto il dibattito sulla questione, approvando lo scorso febbraio un disegno di legge per il ritorno alla produzione di energia nucleare: secondo quanto previsto, il quadro normativo definitivo dovrebbe essere pronto entro il 2027.
Sulla stessa scia, il 14 maggio è stata ufficializzata la creazione di Nuclitalia, una società partecipata da Enel, Ansaldo Energia e Leonardo che si occuperà di studiare le tecnologie avanzate e sviluppare nuovi progetti sui mini-reattori nucleari modulari.
Il dibattito sull'energia nucleare in Italia rimane quindi aperto: l'attuale Governo ha dichiarato che l'obiettivo è quello di «avere una prima produzione nucleare già nel 2035 grazie agli SMR». Grazie all'adesione all'Alleanza UE, l'Italia potrà quindi partecipare attivamente alle discussioni e ai gruppi di lavoro istituiti a livello comunitario, accedendo ai finanziamenti UE destinati ai progetti nucleari e consolidando il rapporto con gli altri Stati pro-nucleare dell'Unione Europea.