Sono trascorsi sette mesi dall'inizio del conflitto russo-ucraino e nelle ultime settimane l'esercito ucraino ha contrattaccato e ha obbligato i russi ad arretrare per decine di chilometri in alcune zone occupate. L'inerzia della guerra in questo momento pare essere cambiata e Kiev temporaneamente sembra avere un vantaggio tattico. In Russia questa situazione sta facendo aumentare la percentuale di coloro che vorrebbero che l'intera popolazione fosse mobilitata contro l'Ucraina e che non si farebbero scrupoli ad usare armi atomiche tattiche.
La controffensiva ucraina
Nelle ultime settimane, l'esercito ucraino ha guadagnato terreno, liberando alcune zone che erano sotto occupazione russa. In particolare, dopo aver "simulato" una controffensiva nella zona sud-orientale del Paese, soprattutto nella zona di Kherson, l'esercito di Kiev ha sfruttato il diversivo per attaccare le truppe russe nel settore nord-orientale, nella regione di Kharkiv.
Qui le truppe russe sono state costrette ad arretrare per decine di chilometri e gli ucraini hanno preso il controllo del fondamentale snodo logistico di Kupyansk e della cittadina di Izyum. La controffensiva dunque ha spinto gli ucraini molto vicino al confine russo e permette alle truppe di Kiev di minacciare direttamente le autoproclamate repubbliche filorusse di Donetsk e Lugansk nel Donbass.
L'esercito russo è evidentemente giù di morale e, stando a fonti dell'intelligence ucraina, molti soldati di Mosca sono fuggiti in Russia. La controffensiva ucraina è ovviamente oggetto di acceso dibattito anche a Mosca, dove cresce il cosiddetto "partito della guerra" che vorrebbe la dichiarazione, da parte di Putin, della mobilitazione generale per vincere il conflitto.
Possibili sviluppi
Gli ucraini sembrano intenzionati a procedere con la loro controffensiva, dal momento che le truppe russe sembrano essere in piena rotta. Tuttavia gli americani predicano calma. Gli 007 di Washington, infatti, temono che una rotta totale dell'esercito russo possa spingere Putin a dichiarare la mobilitazione totale o a utilizzare armi atomiche tattiche.
Il Presidente russo ha infatti più volte detto che avrebbe usato armi non convenzionali qualora la sicurezza della Russia fosse stata a rischio e le truppe ucraine – ad oggi – potrebbero raggiungere con facilità il confine russo. Questa ipotesi è improbabile, ma non si può escludere del tutto.
Da un punto di vista diplomatico la controffensiva ucraina permette a Zelensky di parlare apertamente di restituzione della Crimea e di escludere la Russia dal tavolo dei Paesi che, dopo la guerra, dovranno garantire la sicurezza dell'Ucraina.
Inoltre, il Presidente ucraino sta aumentando la richiesta di armi ai Paesi occidentali e sta richiedendo con sempre maggior insistenza di entrare nel Mercato Comune Europeo. Le richieste di Zelensky sono evidentemente ambiziose, ma testimoniano come – agli occhi degli ucraini – l'inerzia della guerra stia volgendo temporaneamente a loro favore.
Più in generale, però, la controffensiva ucraina mette definitivamente a nudo le difficoltà dell'esercito russo, che sembra essere solo un lontano parente dell'Armata rossa, il leggendario esercito dell'URSS. Ciò avrà conseguenze più generali e di lungo periodo, nella misura in cui la Cina, alleata per necessità e non per scelta di Mosca, potrà decidere di ricalibrare i termini dell'alleanza a suo favore, considerando la Russia un alleato subordinato.