Nelle ultime settimane moltissimi bagnanti e turisti hanno notato la grande quantità di mucillagini di mare presente nelle coste dell'Adriatico centrale e settentrionale, in particolare nel Golfo di Trieste ma anche nelle Marche e in Emilia-Romagna. Questa “esplosione” di mucillagini è dovuta alla proliferazione di microalghe (in particolare Gonyaulax fragilis) che producono polisaccaridi e proteine grazie ai quali si formano aggregati mucillaginosi. Le mucillagini comunque tendenzialmente non costituiscono un pericolo per la salute.
Contrariamente a quello che si può pensare, infatti, il fenomeno delle mucillagini è completamente naturale e non ha a che fare direttamente con l'inquinamento del mare, anche se il loro aspetto fa sembrare l'acqua “sporca”. Si tratta sostanzialmente di un aggregato gelatinoso e talvolta schiumoso formato da proteine e polisaccaridi prodotti da microrganismi fotosintetici (perlopiù microalghe) o macroalghe, che può contenere resti di microorganismi, sostanze organiche e detriti vari. Quindi, se aumentano le microalghe tendenzialmente si intensificherà il fenomeno delle mucillagini.
Nel caso delle ultime settimane nell'Adriatico, a provocare la proliferazione sono state due principali concause. La prima sono le alte temperature delle acque: nell'ultimo mese l'Italia è stata colpita da intense ondate di calore e inoltre l'Adriatico è un mare molto poco profondo, dunque tende a essere particolarmente caldo (un po' come una piscina meno profonda tende a essere più calda di una più profonda). L'altra concausa è l'intenso afflusso di acque dolci nell'Adriatico dovuto alle intense precipitazioni che abbiamo avuto nei mesi scorsi e più recentemente nei periodi di “pausa” tra le ondate di calore, per esempio con i temporali di calore: cade più acqua di quanto il terreno riesce ad assorbire, quest'acqua defluisce e alla fine si ritrova nel mare. Un afflusso di acque dolci riduce temporaneamente la salinità del mare e, insieme alle alte temperature, mette le microalghe Gonyaulax fragilis e altri microorganismi nella condizione di proliferare. In più queste acque aumentano l'apporto di nutrienti, contribuendo alla proliferazione delle microalghe.
In generale, l'Adriatico è molto suscettibile al fenomeno delle mucillagini perché è particolarmente chiuso, poco esteso e poco profondo: per questi motivi si scalda facilmente, riceve molta acqua dolce dal Po e da altri fiumi e presenta poche correnti, rendendo più probabile la proliferazione del fitoplancton che contribuisce alla formazione delle mucillagini.
Anche se in questi giorni si sente dire spesso che le mucillagini «sono tornate» nell'Adriatico, la verità è che prima non erano scomparse: semplicemente il fenomeno procede a ondate di intensità a seconda delle condizioni climatiche e ambientali. Nei periodi di bassa intensità le mucillagini non è detto che le mucillagini spariscano: possono anche trovarsi al largo, non visibili dalle coste. Il fenomeno è noto e documentato nell'Adriatico almeno dal 1729, ma è diventato particolarmente frequente dagli anni '80, con “esplosioni” quasi ogni anno. Non aiuta in questo senso il riscaldamento globale, che aumenta le temperature superficiali dei mari e del Mediterraneo in particolare.