Amerigo Vespucci (Firenze, 1454 – Siviglia, 1512), esploratore, navigatore e cartografo, è stata una delle figure chiave nell’esplorazione europea delle terre del Nuovo Mondo, il primo a rendersi effettivamente conto che le sensazionali "scoperte" di Colombo non riguardavano le isole dell’Estremo Oriente asiatico, ma un nuovo continente ancora inesplorato, che lui stesso chiamò Nuovo Mondo e a cui fu poi attribuito il nome di America, in suo onore.
Le fonti che raccontano le imprese di Amerigo sono estremamente poche e, spesso, contraddittorie. Cerchiamo di ricostruire i suoi viaggi e le sue scoperte in Sudamerica, in particolare lungo le coste del Venezuela, del Brasile e della Patagonia.
- 1La vita del giovane Amerigo Vespucci
- 2I viaggi di Amerigo nel Nuovo Mondo
- 3Il primo viaggio verso il Sudamerica (1497-1498)
- 4Il secondo viaggio verso il Rio delle Amazzoni (1499-1500)
- 5Il terzo viaggio dal Brasile alla Terra del Fuoco (1501-1502)
- 6Il quarto viaggio in Brasile (1503-1504)
- 7L’eredità di Amerigo Vespucci
La vita del giovane Amerigo Vespucci
Amerigo Vespucci, figlio di un notaio e di una nobildonna fiorentini, nacque nel 1454 in una facoltosa famiglia dell’epoca. Benché i Vespucci non fossero ricchi come altre famiglie nobili di Firenze, erano lo stesso molto attivi sulla scena politica della città ed erano legati a doppio filo alla potente casata dei Medici.
Amerigo ricevette in primis una formazione umanistica, ma successivamente si interessò anche alle discipline scientifiche, come la geografia e l’astronomia. A 34 anni si trasferì a Siviglia, in Spagna, per dedicarsi a questioni amministrative e commerciali su mandato della famiglia dei Medici, ma con il passare del tempo strinse rapporti anche con il mercante italiano Giannotto Berardi, importante finanziatore dei viaggi di Colombo verso le, allora considerate, Indie occidentali.
Le nuove spedizioni di Colombo furono tuttavia disastrose sotto diversi aspetti e non portarono i ricavi auspicati, soprattutto alla luce dei massicci investimenti necessari a organizzarle.
I viaggi di Amerigo nel Nuovo Mondo
La ricostruzione delle reali imprese di Amerigo Vespucci è stata un’operazione parecchio travagliata nel corso dei secoli e il dibattito non è del tutto concluso ancora oggi. In merito a queste spedizioni via mare sussistono diversi dubbi: secondo alcune fonti iniziali (due lettere apparentemente scritte dallo stesso esploratore fiorentino) Vespucci avrebbe compiuto quattro viaggi, tra il 1497 e il 1504. Secondo alcuni studiosi, però, queste lettere sarebbero solo dei falsi ben realizzati e diversi altri contenuti approssimativi e scorretti testimonierebbero l’inattendibilità delle informazioni in esse contenute.
Ricerche più recenti hanno preso in considerazione altre lettere, conservate negli archivi della città di Firenze, secondo cui, in realtà, i viaggi effettuati di Amerigo Vespucci sarebbero stati solamente due. In sostanza, il primo (1497-1498) e il quarto viaggio (1503-1504) non sono del tutto certi; mentre, nel secondo (1499-1500) e nel terzo viaggio (1501-1502), la presenza di Vespucci è assodata.
Il primo viaggio verso il Sudamerica (1497-1498)
Al primo viaggio del 1497, la cui presenza di Vespucci non è effettivamente verificata, partecipò anche il celebre navigatore spagnolo Juan de la Cosa. La spedizione, organizzata su commissione del regno aragonese, aveva l’obiettivo di valutare la distribuzione delle nuove terre scoperte nelle recenti esplorazioni e di trovare una via di accesso per le isole dell’Indonesia.
Dopo aver attraversato l’Atlantico, le navi si diressero verso le coste del Sudamerica, dove approdarono inizialmente in Colombia, e proseguirono successivamente verso il Venezuela.
Proprio qui, Vespucci descrisse in una lettera le curiose abitazioni degli indigeni, realizzate come palafitte sospese sull’acqua e paragonandole alla città di Venezia. L’esploratore nominò questo luogo Venezuola, cioè piccola Venezia, nome che in lingua spagnola fu trasformato poi in Venezuela.
Non è chiaro tuttavia se l’episodio riguardò questo particolare viaggio, né se la reale origine del nome abbia un collegamento con la lingua italiana o con quella indigena. A ogni modo, nel 1498 le navi fecero ritorno in Europa navigando tra le attuali Florida e Cuba, dimostrando per la prima volta l’insularità di quest'ultima.
Il secondo viaggio verso il Rio delle Amazzoni (1499-1500)
Il secondo viaggio, questa volta certificato dalle fonti, fu organizzato dalla corona spagnola e salpò dalle coste iberiche nel 1499. Arrivata nell’attuale Guyana, la spedizione si divise in due gruppi: Vespucci proseguì verso sud, lungo le coste del Brasile, fino all’immensa foce del Rio delle Amazzoni.
Il navigatore fiorentino riporta in diversi documenti accurate descrizioni degli ambienti naturali, della fauna e della flora locali e delle usanze degli indigeni. Dopo aver proseguito ulteriormente verso sud, fino al Capo di San Rocco, sull’estrema costa orientale del Brasile, nel 1500 la spedizione fece vela verso il Vecchio Continente.
Tra gli esiti più rilevanti di questa spedizione sono da ricordare, dal punto di vista europeo, le numerose scoperte geografiche (isole, laghi e fiumi del Sudamerica) e l’individuazione della costellazione Croce del Sud. Juan de la Cosa, che partecipò anche a questa traversata, tornato in Europa disegnò il primo mappamondo contenente le nuove terre scoperte dagli europei.
Il terzo viaggio dal Brasile alla Terra del Fuoco (1501-1502)
La terza spedizione, effettuata al servizio del regno di Portogallo, aveva il compito di portare avanti l’esplorazione dell’ancora non identificato continente americano. La missione fece una prima sosta nelle isole di Capo Verde, al largo della costa africana, in cui Vespucci ebbe la possibilità di scambiare informazioni con altri navigatori che, di ritorno dall’India (quella vera), descrissero in modo accurato fauna, flora e popolazioni locali.
Le navi fecero poi nuovamente rotta per il Sudamerica, dove proseguirono lungo la costa, verso sud, dal golfo dell’attuale Rio de Janeiro fino alla Patagonia. Durante il viaggio, Amerigo Vespucci giunse finalmente alla conclusione che le terre scoperte da Colombo, e da lui a lungo esplorate, non corrispondevano con quanto appreso dalle descrizioni dei marinai incontrati a Capo Verde. Le terre lungo cui stavano navigando non potevano quindi far parte delle propaggini orientali del continente asiatico, ma erano parte di un nuovo continente, un Nuovo Mondo, come lui stesso lo definì. Le navi fecero ritorno in Europa nel 1502.
Il quarto viaggio in Brasile (1503-1504)
L’ultimo (forse) viaggio di Vespucci fu organizzato nuovamente dal regno portoghese. La spedizione seguì grossomodo la rotta di quella precedente, ma a parte la scoperta di un piccolo arcipelago al largo delle coste brasiliane (oggi conosciuto con il nome di Fernando de Noronha), non riportò altri risultati particolarmente significativi.
L’eredità di Amerigo Vespucci
Dal 1505 Vespucci continuò a servire la corona spagnola come commerciante e come consulente nell'organizzazione dei viaggi verso il Nuovo Mondo e restò a Siviglia fino alla sua morte, avvenuta nel 1512.
Nonostante la storia poco chiara, che ha portato più persone a dubitare delle sue imprese e delle sue capacità, è innegabile che Amerigo Vespucci sia stato uno dei principali protagonisti dell’esplorazione navale delle nuove terre occidentali. Oltre al merito di aver riconosciuto i territori del continente americano come tali, a Vespucci è attribuita anche l'ideazione della tecnica per determinare la longitudine di un punto geografico mediante l’osservazione del moto della Luna.