Sul fondale del Tirreno, vicino al vulcano sottomarino Marsili, di recente sono stati individuati quattro enormi depositi sedimentari, chiamati megabeds. Le analisi hanno rivelato che a originarli sono state le catastrofiche eruzioni avvenute negli ultimi 40.000 anni in corrispondenza dei Campi Flegrei. Questi depositi sono importanti perché mostrano come nell’area flegrea eventi vulcanici di notevole entità si manifestino secondo cicli di 10.000-15.000 anni.
La scoperta dei depositi nel Tirreno
Nel mar Tirreno meridionale, tra Palermo e Napoli, si trova il vulcano sottomarino attivo più grande d’Europa, il Marsili, che si innalza per 3500 m rispetto al fondale oceanico, fino a 489 m sotto il livello del mare. A ovest di questo vulcano, i ricercatori della Ohio State University e dell’Istituto di Scienze Marine (CSIC) di Barcellona hanno recentemente individuato quattro enormi depositi sedimentari (o megabeds) sovrapposti. Questa scoperta li ha indotti a domandarsi quale fosse l’origine dei depositi, se potessero derivare dalle eruzioni del Marsili e, in questo caso, di quale entità fossero state le eruzioni.
Per comprendere la natura dei megabeds, i ricercatori hanno effettuato indagini geofisiche e carotaggi, di cui hanno analizzato i campioni.
L’origine dei megabeds
I depositi sono risultati essere molto grandi: ognuno spesso tra 10 e 25 m e con un volume variabile da 1,3 km3 (il più recente) a 13,3 km3 (il più antico). Essi sono costituiti da materiali vulcanici: tre da sabbia vulcanica alternata a fango, mentre un altro consiste in una colata di detriti vulcanici.
Il fatto che al loro interno siano stati trovati molti foraminiferi bentonici, minuscoli organismi tipici di acque poco profonde, suggerisce che non provengono dal Marsili, ma dai Campi Flegrei a nord.
Anche l’età dei megabeds riconduce alle eruzioni dei Campi Flegrei. Questi strati, dal più antico al più recente, risalirebbero a: 40.000 anni fa, 32.000 anni fa, 18.000 anni fa e 8000 anni fa. Circa 39.000 anni avvenne l'eruzione dell'Ignimbrite Campana, la più violenta dell’area mediterranea negli ultimi 200.000 anni, durante la quale furono emessi enormi volumi di magma e un’altissima colonna eruttiva che originò flussi piroclastici e modificò il clima a livello globale. I materiali vulcanici raggiunsero grandi distanze e quindi anche il fondale del Tirreno. Anche la formazione del secondo megabed è correlabile con l’eruzione dell’Ignimbrite Campana. Il deposito risalente a 18.000 anni fa, invece, si è formato in occasione dell’eruzione del Tufo Giallo Napoletano, la seconda più imponente nella storia dei Campi Flegrei, associata al collasso della caldera che ha permesso di raggiungere la conformazione attuale. Infine, il megabed risalente a 8000 anni fa probabilmente è collegato a un evento eruttivo meno intenso.
L’importanza della scoperta
I megabeds sono indice di eventi vulcanici catastrofici, che hanno emesso una quantità tale di materiali da formare enormi spessori di sedimenti. La successione di depositi sul fondale del Tirreno testimonia il fatto che questi eventi avvengono in corrispondenza dei Campi Flegrei in modo ciclico, circa ogni 10.000-15.000 anni. Conoscere l’entità e la frequenza delle eruzioni vulcaniche del passato ci aiuta a valutare meglio i rischi legati a questi fenomeni naturali.