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La Sfinge Testa di Morto (Akeronthia atropos) è una farfalla notturna, o meglio una falena, da sempre caratterizzata da una pessima fama per il suo aspetto piuttosto tetro e sinistro, dovuto al teschio disegnato sul suo torace, un classico esempio di pareidolia. Perseguitata per secoli come portatrice di sventura, è in realtà un insetto assolutamente inoffensivo, ormai piuttosto raro e anche di un certo interesse scientifico. Solo le api dovrebbero temere la sua presenza, visto che lo stadio adulto ha l’abitudine di predare il miele dagli alveari. Instancabile migratrice, vive in Africa, ma si sposta fino all'Europa, dove però sta scomparendo anche a causa dell'inquinamento luminoso. Chi ha visto il colossal cinematografico Il silenzio degli innocenti di certo ricorderà la locandina del film con l’immagine di una ragazza che ha la bocca coperta proprio dalla Sfinge Testa di Morto.
Perché si chiama Sfinge Testa di Morto: l’aspetto e il grido
Questa falena (ovvero un Lepidottero notturno) appartenente alla Famiglia degli Sfingidi, deve il suo appellativo all’aspetto piuttosto inquietante dello stadio adulto che, osservato dall’alto e quando ha le ali semi aperte, presenta un disegno dorsale che ricorda un teschio e uno scheletro. Anche guardando l'insetto capovolto, appare sempre sulla parte dorsale un disegno impressionante simile ad una testa di ratto.

E’ un tipico esempio di pareidolia e, molto probabilmente, il disegno dorsale e la combinazione dei colori hanno semplicemente un effetto deterrente nei confronti dei predatori. Non solo l’aspetto, ma anche le dimensioni della falena che raggiunge anche i 5 cm di lunghezza, nonché il suono che è in grado di emettere, simile a un sinistro cigolio o uno squittio, sono di certo la ragione di molte superstizioni. In effetti, si tratta di un suono piuttosto potente (fino a oltre 60 kHz) considerato che viene emesso da un lepidottero .
Questo insetto ha sempre attirato l’attenzione ed è protagonista di leggende e racconti dell’orrore: è citata anche nel libro di Dracula. In passato era considerata un messaggero di epidemie e pestilenze. Del resto, anche il nome scientifico Akeronthia atropos non promette bene: il Genere Acheronthia fa riferimento all’Acheronte, il fiume degli inferi e il termine atropos deriva da Atropo che nella mitologia greca tagliava il filo della vita e portava alla morte gli uomini. In realtà, questa falena è assolutamente innocua e in Europa è divenuta molto rara, sotto l’effetto degli insetticidi e dell'inquinamento luminoso, che ne disturba la riproduzione e interferisce con le capacità di orientamento.
Una falena ladra di miele
Le falene adulte di Acherontia hanno un comportamento alimentare molto particolare: rubano il miele dai favi, ingannando le api. Per questo la loro presenza è molto temuta dagli apicoltori di tutto il Mediterraneo. Gli adulti hanno abitudini notturne e già al tramonto iniziano a volare alla ricerca degli alveari. Queste falene, innocue per l'essere umano, presentano una serie di adattamenti morfologici e comportamentali, che consentono loro di entrare nelle colonie di api senza subirne conseguenze. Il corpo è piuttosto rigido (sclerotizzato) e ricoperto da squame in grado di proteggerle dalle punture delle operaie. Hanno una certa resistenza al veleno, emettono sostanze chimiche e soprattutto un suono molto peculiare prodotto dalla faringe che è in grado di ingannare e bloccare la reazione delle api. La spirotromba (così viene chiamato il loro apparato boccale), non è lunga e sottile come nelle farfalle, ma corta, robusta e appuntita in modo da poter forare le cellette contenenti miele.

Un’instancabile migratrice
La specie abita tutta l’Africa ad eccezione delle aree desertiche, buona parte del Vicino Oriente e della Penisola Arabica e tutte le regioni più calde del Mediterraneo, ma molti individui compiono lunghissime migrazioni. La Sfinge Testa di Morto è infatti anche un’instancabile migratrice notturna, in grado di spostarsi per migliaia di chilometri tra l'Africa settentrionale e le Alpi durante la primavera e l'autunno. Sembra sia in grado di orientarsi sfruttando una sorta di bussola interna. Le falene non solo volano seguendo un percorso rettilineo, ma riescono a mantenere la rotta giusta anche al variare dei venti.